Quasi due anni fa, ho sentito da mia moglie una frase che non potrò più dimenticare: Sei diventato così prevedibile che ormai mi annoi. Anche se io, Marcello, pensavo che la nostra vita fosse stabile e rassicurante, pareva che Beatrice la trovasse monotona. Ogni mattina mi svegliavo di buonora, facevo colazione, mi allenavo un po e mi preparavo per andare in ufficio. Ero abituato a pensare prima a lei: preparavo il caffè e il cornetto, la svegliavo dolcemente e poi mi occupavo delle mie cose prima di uscire per lavoro. Pranzavamo sempre a casa: mettevo da parte il pranzo al sacco sia per me che per Beatrice. La sera, al ritorno, passavo dal supermercato, cucinavo una buona pasta, mettevo in ordine e mettevo la lavatrice. Prima di dormire, un film insieme e a letto.
Pensavo davvero di fare tutto nel modo giusto: Beatrice era accudita, la casa sempre pulita, latmosfera serena. Cosaltro avrei potuto desiderare? Ogni sabato grande pulizia, preparavo una focaccia o un dolce e cucinavo qualcosa di speciale. La sera invitavamo amici a cena o uscivamo in centro a Firenze per una pizza o un gelato. La domenica era dedicata alle famiglie: metà giornata dai miei, metà dai suoi, aiutavamo in casa, ci raccontavamo storie e ridevamo. La sera si tornava e si stava tranquilli insieme. Mai una lite, mai una parola fuori posto: in casa regnavano calma e armonia.
Eppure, un giorno, Beatrice mi disse che era stufa. Restò seduta con me per ore e mi raccontò che voleva qualcosa di più. Citava le colleghe che si divertivano, quei conoscenti che prendevano la vita con leggerezza e spensieratezza. Noi non litighiamo nemmeno mai, mi disse. Quella sera prese la borsa e uscì di casa.
Io credevo che non ci fosse nulla da cambiare, ma per lei ero pronto a tutto. Decisi allora di cambiare io per primo. Per cominciare rinnovai il mio guardaroba. Buttai via vestiti vecchi, andai a fare shopping e usai un po dei nostri risparmi accumulati pensando a una casetta più grande, per comprarmi abiti nuovi, moderni. Mi tagliai i capelli corti e provai anche un look con la barba curata. Volevo essere tutto tranne che noioso. Poi cambiai lavoro: lasciai la scrivania per dedicarmi allorganizzazione di eventi e feste. Quella nuova attività mi fece scoprire un universo di possibilità e divertimenti che prima ignoravo.
Dopo una settimana, Beatrice tornò a casa e rimase senza parole. Le promisi che avremmo vissuto diversamente. Detto fatto: la nostra casa divenne solo un luogo di passaggio. Continuamente fuori: aperitivi con vecchi amici, cene in trattoria, serate in locali di musica jazz, feste in terrazza, gite fuori porta, weekend a Venezia o a Napoli. A volte andavamo a vedere una mostra a Roma, altre volte stavamo semplicemente a chiacchierare nei vicoli di Siena. Vivevamo mille avventure, nuove conoscenze, ogni sera qualcosa di diverso. Facevamo campeggio, pedalate nei colli, una domenica perfino abbiamo preso il traghetto per la Sardegna.
Dopo qualche mese di questa nuova vita, Beatrice iniziò a dirmi che le mancava la tranquillità. Voleva il silenzio, desiderava di nuovo la casa, il profumo della mia crostata appena sfornata. Ma ormai il mio tempo era tutto dedicato a eventi, amici, feste: non stavo quasi mai in cucina. Mi ero trasformato al punto che Beatrice non riconosceva più la persona di cui aveva nostalgia.
Una settimana dopo, Beatrice mi disse che non sopportava più questa vita turbolenta. Voleva ritornare ai vecchi tempi: casa silenziosa, cena sul divano, domeniche in famiglia con lasagne della mamma. Si era stancata di panini e pizze fredde prese per strada.
Il fatto è che ormai ero cambiato davvero. Avevo faticato tanto ad abituarmi alle responsabilità delletà adulta, ma ormai non volevo più rinunciarci. Mi piaceva questa nuova vita. Anche il Marcello ordinario mi stava bene, ma adesso non avrei più abbandonato questa sensazione di libertà e leggerezza. Quando Beatrice mi chiese di tornare tutto comera prima, scoppiò un litigio vero e proprio. Piatti rotti, i vicini che venivano a bussare, la polizia chiamata per riportare la calma. Beatrice prese la valigia e tornò da sua madre. Forse pensa che tornerò quello di una volta, ma ormai è troppo tardi.
Noi non siamo attori in un film: non ci si può trasformare e ritornare ogni volta come ci pare. Se Beatrice tornerà, troverà sul tavolo le carte del divorzio e un biglietto con scritto che sono io, ora, a essermi annoiato. Non posso più vivere così. La lezione? Non si può mai davvero piacere a chi non sa essere contento di ciò che ha accanto, e cambiare solo per compiacere gli altri ci fa perdere noi stessi. Bisogna saper accettarsi, e rispettare chi abbiamo davanti, ma mai cancellarci per qualcun altro.






