Per cinque anni credeva di vivere con suo marito, ma in realtà desiderava da lui le stesse attenzioni di una madre

4 giugno 2023

A volte mi sembra, że tutto quello che sapevo sullamore e sul matrimonio non ha più senso. È ormai da cinque anni che condivido la mia vita con mio marito, eppure solo adesso mi sto rendendo conto che forse non desideravo un compagno, ma una madre.

Io, Caterina Bianchi, cresciuta in un piccolo paese della Toscana, ho incontrato lamore della mia vita proprio tra le sue strette viuzze. Matteo mi stregò quasi subito, e anchio feci breccia nel suo cuore. Decidemmo di lasciare insieme la nostra terra natale. Ai nostri genitori dicemmo che saremmo andati a Roma per lavorare e mettere da parte qualche soldo per il matrimonio. In effetti, andammo davvero per lavorare, ma poi scegliemmo di non spendere tutto quello che avevamo guadagnato in una grande celebrazione.

Ci adeguammo alla moda del momento: nozze semplici, io in scarpe da ginnastica e jeans, regali solo in buste con euro e un piccolo rinfresco invece di un vero e proprio ricevimento. Abbiamo utilizzato tutti i soldi dei regali per estinguere una parte del mutuo. Comunque, le nostre madri, appena tornati al paese, ci organizzarono una festicciola intima, un pranzo modesto giusto per la famiglia.

Sono passati cinque anni da quel giorno. Io e Matteo abbiamo deciso di aspettare un po prima di pensare ai figli; il mutuo da pagare è ancora tanta roba e quello che abbiamo raccolto alle nozze non è bastato a coprirlo. Mia madre è sempre stata una donna tenace, mi ha cresciuta da sola e ad ogni telefonata mi ricordava che sarebbe stata pronta ad accogliere dei nipoti. Ma io non ero pronta, e con Matteo ci siamo presi il nostro tempo.

Poi, pian piano, ho iniziato ad accusare Matteo di cose che, a dire il vero, mi infastidivano anche prima, solo che riuscivo a trattenermi. Oggi, ho sentito il bisogno di confidarmi con la mia amica, Lorenza, e le ho detto:

Lui passa ore al telefono con gli altri, ma con me solo buongiorno e buonanotte
Ma quando torna dal lavoro, avrete tempo per voi, no?
Io vorrei guardare un film romantico dopo cena, lui invece si piazza davanti a un horror.
Quanti televisori avete? Ormai si possono vedere i film dal computer con le cuffie… Ma, sai, se state vicini ognuno perso in quello che fa, non è proprio vita familiare.

Esatto! Non penso che Matteo mi capisca!
È unaffermazione curiosa
Perché ridi?
Ok, scusa. Caterina, quando vi divertite davvero insieme?
In vacanza o quando invitiamo amici Solo allora lui è premuroso

Abbiamo parlato quasi unora. Le ho raccontato di come ci siamo conosciuti e di quanto mi invidiassero tutte le ragazze del nostro paese. Da questa conversazione ho capito che il mio vero cruccio era il bisogno tipicamente femminile, credo di brillare davanti agli altri. Ma non era solo questo

Caterina, come immagini tu il matrimonio ideale?
Fondamentale avere figli.
Sì, certo, di solito si dice così, ma non tutte le coppie resistono alla prova dei figli
Un marito dovrebbe interessarsi a come sto, chiedermi del lavoro Dovrebbe saper dire se sto bene vestita, lodare la mia cucina
E Matteo non apprezza?
Dice solo che era buono, ma per me non basta.
Raccontami Torna a casa, gli servi le polpette con il purè e lui?
Si strofina le mani e sorride.
Beh, anche quello è un complimento! Forse ti darebbe fastidio se spingesse via il piatto, dicendo che non ha fame

A quel punto sono rimasta in silenzio. Forse non comprendevo neanche io il vero senso delle mie lamentele. Avevo dentro una continua insoddisfazione verso mio marito, ma facevo fatica a capire davvero cosa non mi andasse.

Lorenza allora mi ha chiesto del mio rapporto con mia madre. Le ho spiegato che mia mamma è sempre stata molto presente, a volte quasi invadente con domande e consigli, però sa sempre come tirarmi su quando qualcosa va storto, rassicurandomi che tutto si sistemerà.

Dicono spesso che sposiamo persone simili ai nostri genitori, perché ci danno la stessa quantità di amore che desideriamo. Non ho mai conosciuto mio padre, quindi non ho mai davvero sperimentato un uomo che esprima le proprie emozioni in modo diverso da come fa mia madre.

Poi Lorenza mi ha detto una cosa che mi ha colpito: Caterina, da cinque anni sei sposata con tua madre e ti aspetti che Matteo si comporti esattamente come lei. Allinizio sono rimasta interdetta, poi ho sentito che aveva ragione.

Ma allora come si fa a divorziare da una mamma?
Semplice. Ogni volta che ti viene una pretesa, pensa che Matteo non centra nulla, che accanto a te ora non cè più la tua mamma premurosa, ma un uomo diverso. E ricordati che lui non può competere con lei!
Ecco, esattamente questo!
Vedrai che così anche i rimproveri svaniranno con il tempo!

Quasi incredibile quanto sia facile dimenticare quanto la nostra infanzia possa plasmare quello che cerchiamo negli altri. Forse, ora, posso finalmente imparare ad accettare e apprezzare Matteo per quello che è, e non per quello che vorrei ritrovare della mamma.

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