La mamma di mia moglie è ricca, non dovremo mai lavorare! esultava il mio amico.
Un mio vecchio conoscente, Lorenzo, sognava da sempre di vivere alla grande alle spalle degli altri. Si era impegnato a fare colpo su una ragazza di buona famiglia. Da fuori vedevo chiaramente che non la amava: quellunione odorava di guai già dal principio. Ma lui era fermamente convinto che una moglie facoltosa sarebbe stata il suo lasciapassare per la pace dei sensi. Forse ci avrei potuto credere se solo la ragazza sapesse davvero come si fanno i soldi. La realtà? La famiglia era benestante, grazie alla madre che gestiva un paio di grandi negozi in centro a Firenze.
Non ho resistito e ho provato a fargli ragionare:
Lorenzo, ma davvero pensi che ti mantengano così? È meglio essere indipendenti, trovarsi un lavoro, no?
Oh suvvia, Riccardo! Aspettiamo pure un bambino! Si fidano ciecamente di me! mi rispondeva tutto baldanzoso.
Io davvero non lo capivo. Mi sembrava scorretto nei confronti della sua ragazza. Non si fa, dai. Un uomo dovrebbe lavorare e mantenere la famiglia, punto.
Dopo un po, curioso, mi sono chiesto come se la stesse passando. Gli ho chiesto dove lavorava, cosa combinava. La risposta? Né lui né la moglie lavoravano: stavano a casa tutto il giorno, tra videogiochi, tv e pennichelle. La suocera provvedeva a tutto, perfino alla spesa. Un po li invidiavo, davvero: Lorenzo aveva ottenuto quello che voleva, almeno per un po.
La mamma di mia moglie è piena di soldi, non dovremo mai preoccuparci di lavorare! gongolava Lorenzo, sbandierando la sua vita da nababbi.
Magari sarebbe durato per sempre, ma ecco che le cose iniziano a complicarsi: problemi con i negozi, gli incassi calano di brutto. La mamma non ha altra scelta che offrire un lavoro a sua figlia e al genero.
Passa un mese dal nostro ultimo incontro, e squilla il telefono. Voce afflitta di Lorenzo:
Riccardo, mi presti cinquemila euro per due settimane?
Sto cercando lavoro, devo fare un colloquio, mi danno un anticipo e te li ridò. Siamo senza una lira
Fine dei giochi: addio vita spensierata. Da allora sia Lorenzo che sua moglie lavorano. I soldi me li ha restituiti, per carità.
E così si chiude il mito della famiglia benestante: contare su qualcun altro alla lunga porta solo guai. Bisogna essere indipendenti, imparare a cavarsela da soli. Solo così si dorme sonni tranquilli e magari si è pure felici.






