La suoneria del telefono di mia nuora ha cambiato i miei progetti di aiutare la giovane famiglia a trovare casa
Vivo da solo in un bel bilocale nel centro di Roma. Sono rimasto vedovo cinque anni fa e ho ereditato da mia zia un altro appartamento di due stanze, in una zona meno elegante della città, ma comunque con una buona disposizione. Da tempo lo affittavo a una coppia di giovani molto a modo: ogni mese passavo da loro per ritirare l’affitto in euro e controllare lo stato dell’appartamento. In due anni, mai una lamentela.
Quando mio figlio si è sposato, lui e la sua nuova moglie, Margherita, hanno voluto cavarsela da soli: hanno preso una casa in affitto e cominciato a mettere da parte i soldi per lanticipo del mutuo. Non mi sono opposto; però, in cuor mio, avevo deciso che prima o poi avrei dato loro la casa di mia zia, lasciando poi che ci facessero ciò che volevano, venderla, ristrutturarla, o arredarla a modo loro.
Un anno dopo il matrimonio è nato loro un bambino e, con larrivo del nipotino, sono stato ancora più convinto dellidea di passare ufficialmente la casa a mio figlio. Tuttavia, proprio una settimana fa, ci ho ripensato.
La cosa è successa subito dopo i miei sessantanni. Ho voluto festeggiare alla grande, quasi più per me stesso che per gli altri: ho prenotato una sala di un bel ristorante, invitato amici, parenti, e ovviamente anche mio figlio con Margherita.
Non ho mai avuto problemi a parlare con mia nuora: è una ragazza piuttosto emotiva, ogni tanto ha dei momenti di nervosismo, anche verso di me, ma lho sempre attribuito alla sua giovane età, senza farci troppo caso. Eppure, il modo in cui mi ha messo davanti a tutti quella sera mi ha lasciato un retrogusto amaro.
Mio figlio e Margherita sono arrivati al ristorante con il bambino. Con tutta quella confusione, era chiaro che si sarebbero trattenuti poco, e mi avevano avvertito che sarebbero andati via dopo unoretta; avevo capito subito, e non ho fatto questioni.
Quando però si stavano preparando a uscire, Margherita non trovava più il suo cellulare. Siamo andati avanti e indietro insieme a cercarlo, e per aiutarla, ho fatto il suo numero dal mio telefono.
Tutti gli ospiti si sono accorti che ci stavamo attardando. Latmosfera è diventata un po tesa, calata di tono, e proprio in quellistante, da un davanzale vicino, è partito un suono incredibile: un ringhio furioso, abbaiare e ululato di cane! Si sono girati tutti verso la fonte del rumore, Margherita è diventata rosso fuoco in viso, è corsa a prendere il cellulare e ha chiuso la chiamata in fretta e furia.
Gli amici e i parenti che conoscevo si sono messi a fissare lei, poi me. In quel momento, mio fratello ha stemperato la situazione, la musica ha ripreso e ha alzato lennesimo brindisi per il mio compleanno, ma si sentiva che qualcosa si era spezzato.
La serata è proseguita, ma ho visto che gli invitati non facevano che bisbigliare tra loro, commentando loriginalissima suoneria che mia nuora aveva impostato per il mio numero. Il giorno dopo, ho chiesto spiegazioni a mio figlio, perché sono certo che quella suoneria non poteva sentirla solo io, lui mi ha solo risposto che non è poi un dramma.
Da quel momento ho interrotto i rapporti, e il discorso della casa in regalo è rimasto in sospeso, finché non cambierà qualcosa nelle nostre relazioni. Vorrei almeno sentire delle scuse da mio figlio e da Margherita. Se davvero mi considerano un cane, cosa posso farci? È un loro diritto, ma per ora la casa resta dove sta.






