Mamma, ma che dici? Come sarebbe che non hai nessuno con cui parlare? Io ti chiamo due volte al giorno! chiede stanca la figlia.
No, Chiara, cosa vai a pensare… Non intendevo questo, sospira malinconica Nina Ghidini, è solo che non mi è rimasto più nessun amico o conoscente della mia età. Della mia generazione.
Dai mamma, non dire sciocchezze. Hai ancora la tua amica delle superiori, Ilaria. E poi sei così moderna, sembri molto più giovane! Su mamma, cosa ti prende? la figlia si rattrista.
Lo sai che Ilaria soffre dasma, non riesce a parlare al telefono che subito si mette a tossire. E poi abita dallaltra parte di Milano. Eravamo in tre, ti ricordi che ti raccontavo? Ma Margherita non cè più, ormai da tanto. Ieri è passata Tania, la vicina. Le ho offerto un tè, è davvero una brava donna, viene spesso a trovarmi. Ha portato delle brioche fatte in casa, per i suoi nipoti. I suoi figli, i nipoti… Anche lei ormai ha i nipoti, anche se ha almeno quindici anni meno di me. Ma ha ricordi diversi, dellinfanzia, della scuola.
Io invece avrei voglia di parlare con qualcuno che abbia vissuto il mio stesso tempo, che capisca… Nina dice tutto questo a sua figlia, pur sapendo che Chiara non capirebbe. È giovane, la sua epoca non è ancora passata, è proprio fuori dalla finestra. Non sente ancora quel richiamo nostalgico. Chiara è splendida e premurosa, non è colpa sua.
Mamma, martedì ho preso i biglietti per la serata di canzoni italiane. Ricordi che volevi andare? Dai, smetti di essere malinconica, mettiti il vestito bordeaux, in quello sei bellissima!
Va bene, Chiara, sto bene, è solo che… non so neanche io cosa mi sia preso. Buonanotte, ci sentiamo domani. Vai a letto presto, che poi la mattina sei sempre stanca, Nina cambia discorso.
Sì, mamma, a domani, buonanotte, e Chiara riaggancia.
Nina rimane in silenzio, guardando fuori dalla finestra le luci tremolanti della sera…
Quinta liceo, anche allora era primavera. Quanti progetti. Sembra ieri. A Ilaria piaceva Sergio Malvisi, della loro classe. Ma a Sergio piaceva Nina. La chiamava ogni sera sul telefono fisso, la invitava a uscire. Ma Nina lo vedeva solo come un amico, non voleva illuderlo.
Poi Sergio è partito per il servizio civile. È tornato, si è sposato. Era rimasto nel vecchio palazzo di Ilaria. Allora si usava solo il telefono fisso. Il numero… Nina lo digita meccanicamente, ricordandolo distinto. Allinizio il segnale non arriva, poi qualcuno solleva la cornetta. Cè un leggero fruscio, poi una voce maschile, bassa:
Pronto, dica pure, la ascolto.
Forse è tardi? Perché gli ho telefonato? Magari Sergio non mi ricorda neanche più, o magari non è neanche lui!
Buonasera, la voce di Nina ha un tremolio emozionato.
Dopo ancora rumori indistinti, poi sente una sorpresa:
Nina? Ma sei tu? Certo che sei tu. La tua voce non la dimentico. Come mi hai trovato? Io sono qui per caso…
Sergio, mi hai riconosciuta! Nina viene travolta da unondata di ricordi felici. Da tempo nessuno la chiamava semplicemente per nome, solo mamma, “nonna” o signora Ghidini. Forse solo Ilaria.
Ma Nina suonava così leggero, così fresco, come se tutti quegli anni non fossero mai passati.
Nina, come stai? Sono felice di sentirti, queste parole la rincuorano davvero. Temeva di non essere riconosciuta, o di essere fuori luogo.
Ti ricordi il quinto liceo? Come io e Vittorio vi portavamo in barca, io, te e Ilaria sul Naviglio? Vittorio si era sbucciato le mani a remare e faceva finta di niente. E poi i gelati sul Corso, la musica che suonava… la voce di Sergio è dolce, sognante.
Certo che ricordo! ride Nina, felicissima, e la nostra gita in campeggio? Quando nessuno riusciva ad aprire le scatolette, ma avevamo tutti una fame…
Sì! ride anche Sergio, e Vittorio infine ce la fece, poi le canzoni intorno al fuoco, con la chitarra. Fu allora che decisi di imparare a suonare.
E ci sei riuscito?, chiede Nina, e la sua voce si fa piena di gioventù per tutti quei ricordi. Sergio riporta in vita tutto quel passato, ogni dettaglio.
E come stai ora?, domanda Sergio, ma subito risponde da solo, anche se lo sento dalla tua voce che sei felice. Figli, nipoti, vero? Continui ancora a scrivere poesie? Mi ricordo! Svanire nella notte e rinascere al mattino!. Sempre vitali, le tue parole!
Sei sempre stata come un raggio di sole! Chi ti ha vicino si scalda lanima. Tua figlia e i tuoi nipoti sono fortunatissimi.
Dai, Sergio, basta elogiarmi! Il mio tempo è già passato, io…
Lui la interrompe:
Ma smettila! Mi hai scaldato il telefono, tanta energia! Scherzo. Non credo proprio che hai perso la voglia di vivere: si sente che non è vero. Il tuo tempo non è finito, Nina, vivi e goditi tutto. Il sole splende per te.
E il vento spinge le nuvole in cielo solo per te.
E gli uccellini cantano per te!
Sergio, il solito poeta! E tu come stai? Che non ho fatto che parlare di me… ma dimprovviso il telefono fruscia, fa un piccolo schiocco e cade la linea.
Nina rimane col telefono in mano, avrebbe voluto richiamare, ma poi pensa che ormai è troppo tardi. Sarà per unaltra volta.
Che bella chiacchierata, quante cose hanno ripescato dal passato… Dal trillo del telefono Nina si scuote di soprassalto. La nipotina.
Sì, Letizia, ciao, non sto dormendo. Cosa ha detto la mamma? No, sono di buon umore. Andrò con la mamma al concerto. Passi domani? Perfetto, ti aspetto. Ciao, piccola.
Di umore leggerissimo, Nina si mette a letto. Tante idee nuove nella testa! Addormentandosi, rincorre strofe di poesie inedite…
Al mattino decide di andare a trovare Ilaria. Bastano poche fermate di tram, in fondo mica è così vecchia.
Ilaria la accoglie con entusiasmo:
Finalmente! Era ora! Oh, hai preso una torta di albicocche? La mia preferita! Racconta, Ilaria tossisce appoggiandosi il palmo sul petto, poi fa cenno, come a dire che sta meglio:
Va tutto bene, ho cambiato inalatore. Dai, andiamo a prendere il tè. Nina, sei ringiovanita, cosè successo?
Non so, la quinta giovinezza! ride tagliando la torta, ieri, per caso, ho chiamato Sergio Malvisi. Te lo ricordi? Il tuo amore del liceo? Quando ha iniziato a ricordare, mi ha rievocato tutto! Ma che hai, Ilaria, sei diventata pallida… ti senti male?
Ilaria la fissa in silenzio, poi mormora:
Nina, ma… non lo sapevi? Sergio se nè andato ormai un anno fa. E poi abitava in unaltra zona, era già andato via da quella casa.
Cosa dici? Come è possibile? E con chi ho parlato, allora? Ricordava ogni dettaglio, e mi ha tirata su di morale.
Dopo quella telefonata ho sentito che la vita va avanti, che ci sono ancora gioia, forza, voglia di vivere… Ma allora? Nina fatica a credere a quel che sente, Era la sua voce, lho sentita! Mi ha detto: Il sole splende per te. Il vento spinge le nuvole per te. Gli uccellini cantano per te!
Ilaria scuote la testa, evidentemente incredula. Poi dichiara:
Nina, non so come sia possibile, ma devessere stato davvero lui. Quelle parole, quello stile… Sergio ti voleva bene, penso proprio che abbia voluto darti forza… da lassù. E ci è riuscito. È tanto che non ti vedevo così vivace.
Un giorno, qualcuno raccoglierà tutti i pezzi del tuo cuore stropicciato. E ricorderai finalmente che puoi ancora essere felice.






