La richiesta del nipote. Racconto – Nonna, avrei una richiesta… mi servono proprio tanti soldi. Tanti. Il nipote arrivò da lei di sera. Si vedeva che era agitato. Di solito, due volte a settimana Daniele passava a trovare la signora Lilia. Se serviva, andava a fare la spesa o buttava via la spazzatura. Una volta le aggiustò anche il divano, “farà comodo ancora un po’”. Ed era sempre tranquillo, sicuro di sé. Stavolta invece era visibilmente nervoso. La signora Lilia si preoccupava sempre — quante cose succedono al mondo! – Daniele, posso chiederti a cosa ti servono i soldi? E quanto sarebbe “tanti”? – Lilia cercò di mantenere la calma. Daniele era il suo nipote più grande. Un bravo ragazzo, buono d’animo. L’anno prima aveva finito il liceo, ora studiava all’università e lavorava part-time. I genitori non avevano mai notato niente di sospetto in lui. Ma perché gli servissero tutti quei soldi, era un mistero. – Non posso spiegarti adesso, ma te li restituisco, davvero, solo che un po’ alla volta… – Daniele si fece piccolo piccolo. – Sai che io vivo di pensione – Lilia era in dubbio – Quanti soldi ti servono? – Centomila euro. – E perché non ne parli con i tuoi genitori? – domandò Lilia, già sapendo la risposta. Suo genero, il papà di Daniele, era severo, convinto che i figli si dovessero sbrigare da soli e non infilarsi in situazioni troppo grandi per loro. – Non li darebbero mai – confermò Daniele. E se fosse successo qualcosa di brutto? Se i soldi glieli dava poteva peggiorare, ma forse, se non li avesse dati, Daniele avrebbe avuto guai ancora più seri… – Nonna, non pensare male, non c’è niente di losco – Daniele la rassicurò – Te li restituisco tra tre mesi, te lo giuro! Non ti fidi di me? Forse era giusto dare una mano. Anche se poi non li avesse restituiti. C’è bisogno che almeno una persona nel mondo creda in lui. Che non perda la fiducia negli altri. Quei soldi li aveva messi da parte per le emergenze, e magari questa era proprio un’emergenza. Daniele s’era rivolto a lei. Era troppo presto per pensare al suo funerale, e in ogni caso a quello ci avrebbero pensato altri, meglio preoccuparsi dei vivi — dei propri cari! Si dice che chi presta soldi, dovrebbe dir loro addio. I giovani oggi sono così imprevedibili, chi li capisce? Ma d’altra parte Daniele non l’aveva mai ingannata! – Va bene, te li do. Per tre mesi, come chiedi. Ma non sarebbe meglio se i tuoi genitori lo sapessero? – Nonna, tu lo sai quanto ti voglio bene. Ho sempre mantenuto la parola data. Ma se proprio non puoi, proverò a fare un prestito in banca, visto che lavoro ormai. La mattina dopo, Lilia andò alla banca, ritirò la somma e la diede a Daniele. Daniele si illuminò, la baciò e la ringraziò: – Grazie nonna, sei la persona più cara che ho. Te li restituisco – e sparì in fretta. Lilia tornò a casa, si fece un tè e iniziò a pensare a tutte le volte nella vita in cui aveva avuto urgente bisogno di soldi, e c’era sempre qualcuno che l’aveva aiutata. Oggi però i tempi sono cambiati, ognuno pensa solo a sé… che tempi difficili! Dopo una settimana, Daniele tornò da lei tutto sorridente: – Nonna, tieni, ti riporto una parte, ho ricevuto l’anticipo. Posso venire domani a trovarti, ma non da solo? – Certo caro, vieni pure, ti preparo la tua torta preferita con i semi di papavero – rispose Lilia con un sorriso, contenta di rivederlo. Forse finalmente avrebbe scoperto cosa stava succedendo. Le premeva sapere che Daniele stesse bene. La sera, Daniele arrivò con una ragazza magrolina al suo fianco: – Nonna, ti presento Elisa. Elisa, questa è mia nonna Lilia, la mia preferita. Elisa sorrise timidamente: – Buonasera signora Lilia, la ringrazio di cuore! – Accomodatevi, ragazzi, è un piacere conoscervi – Lilia tirò un sospiro di sollievo. Elisa le piacque all’istante. Tutti si sedettero a mangiare la torta e bere il tè. – Nonna, prima non potevo spiegarti. Elisa era molto tesa, la sua mamma ha avuto problemi di salute improvvisi. Nessun altro poteva aiutare. Elisa è un po’ scaramantica, mi aveva chiesto di non dire niente sul perché servissero i soldi. Ma adesso è tutto risolto, la mamma di Elisa è stata operata, la prognosi è favorevole – Daniele strinse la mano di Elisa, che lo guardò con gratitudine. – Grazie, è stata davvero gentilissima. Non so come ringraziarla… – Elisa si voltò per nascondere le lacrime. – Dai, Elisina, non piangere più, è finita – disse Daniele alzandosi – Nonna, ora accompagno Elisa, è tardi. – Andate, ragazzi. Buonanotte e che vada tutto bene – Lilia li benedisse sulla porta. Il nipote era cresciuto. Un bravo ragazzo. Aveva fatto bene a fidarsi. Non si trattava solo di soldi: era diventato più vicino a suo nipote. Dopo due mesi Daniele restituì tutto e raccontò: – Sai, il medico ha detto che hanno fatto in tempo. Se allora non ci fossi stata tu ad aiutare, sarebbe potuta finire molto male. Grazie nonna. Ora so che nella vita si trova sempre qualcuno che tende una mano nei momenti difficili. Per te farò tutto, sei la migliore nonna del mondo! Lilia gli diede una carezza tra i capelli, come da bambino: – Vai, caro, torna presto, magari vieni con Elisa, mi farebbe piacere! – Ma certo, nonna! – Daniele la abbracciò. Quando Lilia chiuse la porta, si ricordò di come le diceva sua nonna: “Ai tuoi devi sempre dare una mano. Così si è sempre fatto qui da noi. Se sei aperta con gli altri, anche i tuoi non ti gireranno le spalle! Non dimenticartelo mai.”

Nonna, ho bisogno di chiederti un favore mi servono proprio dei soldi.

Una cifra importante.

Matteo era venuto a trovarla quella sera, con laria visibilmente agitata.

Di solito passava da lei, Maria Grazia, almeno un paio di volte a settimana. Se serviva, faceva la spesa, portava giù limmondizia. Qualche volta le aveva persino sistemato il divano, che ora era come nuovo. Sempre così sereno e sicuro di sé. Quella sera invece sembrava sulle spine.

Maria Grazia aveva sempre un po di timore: al giorno doggi capita di tutto!

Matteo, posso chiederti a cosa ti servono i soldi? E quanto sarebbe tanto?, chiese con una certa apprensione.

Matteo era il suo nipote maggiore. Un ragazzo in gamba e generoso. Aveva finito il liceo da un anno. Studiava Economia alluniversità con il corso serale e nel frattempo lavorava. I suoi genitori non avevano mai avuto nulla da rimproverargli. Ma a cosa potevano servirgli tutti quei soldi?

Non posso dirtelo subito, nonna, ma giuro che te li restituisco. Magari non subito, però poco per volta.

Sai che vivo solo con la pensione, rispose Maria Grazia senza saper bene come comportarsi, quanti soldi ti occorrono, esattamente?

Cinquemila euro

E perché non lo chiedi ai tuoi genitori?, domandò quasi meccanicamente Maria Grazia, già sapendo cosa avrebbe risposto Matteo. Suo padre, suo genero, era sempre stato molto severo e convinto che i figli debbano saper risolvere i propri problemi da soli, specie diventando adulti. E che fosse meglio non immischiarsi dove non si deve.

Non me li darebbero mai, confermò Matteo, leggendo nei pensieri della nonna.

E se fosse finito in qualche brutta situazione? E se dargli i soldi peggiorasse tutto? E se, invece, negandoli, avrebbe rischiato di metterlo ancora più nei guai?

Maria Grazia lo guardò in cerca di risposte.

Nonna, non pensare male, davvero. Giuro che te li rendo entro tre mesi. Tu non ti fidi di me?, aggiunse Matteo, cogliendo il suo sguardo preoccupato.

Forse dovrebbe darglieli, pensò Maria Grazia. Anche se non li restituisse. Deve pur esserci qualcuno al mondo disposto a credere in lui. Non si può perdere la fiducia nel prossimo, soprattutto con chi ti è vicino. Quei risparmi erano da parte per le emergenze. E se questa fosse davvero una di quelle? Matteo si è rivolto a me. Per certi pensieri cè tempo ora bisogna pensare ai vivi, a chi ci sta accanto. E fidarsi dei propri cari!

Dicono che, quando presti dei soldi, devi essere pronto a dirgli addio. I ragazzi doggi sono così imprevedibili, non si capisce mai bene a cosa pensano Ma, daltra parte, Matteo non lha mai delusa!

Va bene, te li presto per tre mesi, come hai detto tu. Però forse sarebbe meglio che ne fossero al corrente anche i tuoi genitori.

Nonna, tu sei la persona a cui voglio più bene al mondo. E io le promesse le mantengo sempre. Se non puoi, posso provare a chiedere un prestito in banca ho un lavoro.

La mattina dopo, Maria Grazia andò in banca, ritirò la somma richiesta e la consegnò al nipote.

Matteo si illuminò, le diede un bacio e la ringraziò con affetto:

Grazie, nonna. Sei la persona più importante per me. Te li restituisco, vedrai! poi si allontanò in fretta.

Maria Grazia tornò a casa, si fece un tè e si lasciò andare ai pensieri. Quante volte, nella vita, aveva avuto disperato bisogno di aiuto? E ogni volta, per fortuna, cera stato qualcuno disposto a darle una mano. Adesso i tempi sono cambiati, ognuno pensa a sé. Eh, che tempi complicati!

Passò una settimana e Matteo si presentò raggiante.

Nonna, ecco qui una parte dei soldi, mi hanno dato lanticipo al lavoro. Domani posso venire a trovarti, ma non sarò da solo, va bene?

Certo che puoi venire, ti preparo la tua torta preferita, quella ai semi di papavero, rispose sorridendo Maria Grazia. E pensò che sarebbe stato bello che venisse. Avrebbe forse capito qualcosa di più. Era sempre in pensiero per Matteo.

La sera dopo Matteo arrivò, ma non solo. Accanto a lui cera una ragazza minuta e un po timida.

Nonna, ti presento Bianca. Bianca, questa è mia nonna Maria Grazia.

Piacere, signora Maria Grazia, la ringrazio davvero tanto di cuore, sorrise dolcemente Bianca.

Ma che piacere, prego, entrate! rispose Maria Grazia, sollevata. Bianca le fu simpatica allistante.

Si sedettero tutti a tavola, con il tè e la torta appena sfornata.

Nonna, prima non potevo dirti niente. Bianca era molto in ansia, sua madre ha avuto dei problemi di salute, allimprovviso. E non cera nessun altro disposto ad aiutare. Bianca è anche un po superstiziosa, non voleva che dicessimo nulla, su dove sarebbero finiti quei soldi. Ma ora è tutto passato: sua madre è stata operata e i medici sono ottimisti, disse Matteo, fissando con dolcezza la ragazza e stringendole la mano.

Davvero, non so come ringraziarla. È stata così gentile, davvero balbettò Bianca, asciugandosi furtivamente una lacrima.

Dai, Bianca, ora è finita, basta piangere! disse Matteo alzandosi, Nonna, noi andiamo, è tardi per Bianca.

Va bene, ragazzi, buona notte e che vada tutto bene! li salutò Maria Grazia, tracciando un segno della croce su di loro.

Il nipote era cresciuto. Era davvero un bravo ragazzo. Aveva fatto bene a fidarsi di lui. In fondo non si trattava solo di soldi. Ora tra loro cera qualcosa in più.

Due mesi dopo Matteo restituì lintera somma e raccontò tutto a Maria Grazia:

Se ci pensi, il dottore ha detto che siamo arrivati in tempo. Se non mi avessi aiutato tu, magari sarebbe finita male. Grazie nonna. Ora lo so, nella vita cè sempre qualcuno pronto a darti una mano quando sembra tutto perduto. Non dimenticherò mai quello che hai fatto per me. Per te sono pronto a tutto, sei la persona migliore del mondo!

Maria Grazia gli scompigliò i capelli, come quando era piccolo:

Su, va, torna a trovarmi con Bianca, mi farà piacere!

Certo che torniamo! abbracciò la nonna, contento come un bambino.

Maria Grazia chiuse la porta dietro di lui e si ricordò le parole di sua nonna, tanti anni fa:

Bisogna sempre aiutare chi ci ama. Così si è sempre fatto qui in Italia. Chi tende la mano, non resta mai solo. Non dimenticare mai questa lezione.

Nella vita, la fiducia e laiuto reciproco sono i veri tesori: oggi dai tu, domani riceverai. Questo è il valore più grande della famiglia.

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La richiesta del nipote. Racconto – Nonna, avrei una richiesta… mi servono proprio tanti soldi. Tanti. Il nipote arrivò da lei di sera. Si vedeva che era agitato. Di solito, due volte a settimana Daniele passava a trovare la signora Lilia. Se serviva, andava a fare la spesa o buttava via la spazzatura. Una volta le aggiustò anche il divano, “farà comodo ancora un po’”. Ed era sempre tranquillo, sicuro di sé. Stavolta invece era visibilmente nervoso. La signora Lilia si preoccupava sempre — quante cose succedono al mondo! – Daniele, posso chiederti a cosa ti servono i soldi? E quanto sarebbe “tanti”? – Lilia cercò di mantenere la calma. Daniele era il suo nipote più grande. Un bravo ragazzo, buono d’animo. L’anno prima aveva finito il liceo, ora studiava all’università e lavorava part-time. I genitori non avevano mai notato niente di sospetto in lui. Ma perché gli servissero tutti quei soldi, era un mistero. – Non posso spiegarti adesso, ma te li restituisco, davvero, solo che un po’ alla volta… – Daniele si fece piccolo piccolo. – Sai che io vivo di pensione – Lilia era in dubbio – Quanti soldi ti servono? – Centomila euro. – E perché non ne parli con i tuoi genitori? – domandò Lilia, già sapendo la risposta. Suo genero, il papà di Daniele, era severo, convinto che i figli si dovessero sbrigare da soli e non infilarsi in situazioni troppo grandi per loro. – Non li darebbero mai – confermò Daniele. E se fosse successo qualcosa di brutto? Se i soldi glieli dava poteva peggiorare, ma forse, se non li avesse dati, Daniele avrebbe avuto guai ancora più seri… – Nonna, non pensare male, non c’è niente di losco – Daniele la rassicurò – Te li restituisco tra tre mesi, te lo giuro! Non ti fidi di me? Forse era giusto dare una mano. Anche se poi non li avesse restituiti. C’è bisogno che almeno una persona nel mondo creda in lui. Che non perda la fiducia negli altri. Quei soldi li aveva messi da parte per le emergenze, e magari questa era proprio un’emergenza. Daniele s’era rivolto a lei. Era troppo presto per pensare al suo funerale, e in ogni caso a quello ci avrebbero pensato altri, meglio preoccuparsi dei vivi — dei propri cari! Si dice che chi presta soldi, dovrebbe dir loro addio. I giovani oggi sono così imprevedibili, chi li capisce? Ma d’altra parte Daniele non l’aveva mai ingannata! – Va bene, te li do. Per tre mesi, come chiedi. Ma non sarebbe meglio se i tuoi genitori lo sapessero? – Nonna, tu lo sai quanto ti voglio bene. Ho sempre mantenuto la parola data. Ma se proprio non puoi, proverò a fare un prestito in banca, visto che lavoro ormai. La mattina dopo, Lilia andò alla banca, ritirò la somma e la diede a Daniele. Daniele si illuminò, la baciò e la ringraziò: – Grazie nonna, sei la persona più cara che ho. Te li restituisco – e sparì in fretta. Lilia tornò a casa, si fece un tè e iniziò a pensare a tutte le volte nella vita in cui aveva avuto urgente bisogno di soldi, e c’era sempre qualcuno che l’aveva aiutata. Oggi però i tempi sono cambiati, ognuno pensa solo a sé… che tempi difficili! Dopo una settimana, Daniele tornò da lei tutto sorridente: – Nonna, tieni, ti riporto una parte, ho ricevuto l’anticipo. Posso venire domani a trovarti, ma non da solo? – Certo caro, vieni pure, ti preparo la tua torta preferita con i semi di papavero – rispose Lilia con un sorriso, contenta di rivederlo. Forse finalmente avrebbe scoperto cosa stava succedendo. Le premeva sapere che Daniele stesse bene. La sera, Daniele arrivò con una ragazza magrolina al suo fianco: – Nonna, ti presento Elisa. Elisa, questa è mia nonna Lilia, la mia preferita. Elisa sorrise timidamente: – Buonasera signora Lilia, la ringrazio di cuore! – Accomodatevi, ragazzi, è un piacere conoscervi – Lilia tirò un sospiro di sollievo. Elisa le piacque all’istante. Tutti si sedettero a mangiare la torta e bere il tè. – Nonna, prima non potevo spiegarti. Elisa era molto tesa, la sua mamma ha avuto problemi di salute improvvisi. Nessun altro poteva aiutare. Elisa è un po’ scaramantica, mi aveva chiesto di non dire niente sul perché servissero i soldi. Ma adesso è tutto risolto, la mamma di Elisa è stata operata, la prognosi è favorevole – Daniele strinse la mano di Elisa, che lo guardò con gratitudine. – Grazie, è stata davvero gentilissima. Non so come ringraziarla… – Elisa si voltò per nascondere le lacrime. – Dai, Elisina, non piangere più, è finita – disse Daniele alzandosi – Nonna, ora accompagno Elisa, è tardi. – Andate, ragazzi. Buonanotte e che vada tutto bene – Lilia li benedisse sulla porta. Il nipote era cresciuto. Un bravo ragazzo. Aveva fatto bene a fidarsi. Non si trattava solo di soldi: era diventato più vicino a suo nipote. Dopo due mesi Daniele restituì tutto e raccontò: – Sai, il medico ha detto che hanno fatto in tempo. Se allora non ci fossi stata tu ad aiutare, sarebbe potuta finire molto male. Grazie nonna. Ora so che nella vita si trova sempre qualcuno che tende una mano nei momenti difficili. Per te farò tutto, sei la migliore nonna del mondo! Lilia gli diede una carezza tra i capelli, come da bambino: – Vai, caro, torna presto, magari vieni con Elisa, mi farebbe piacere! – Ma certo, nonna! – Daniele la abbracciò. Quando Lilia chiuse la porta, si ricordò di come le diceva sua nonna: “Ai tuoi devi sempre dare una mano. Così si è sempre fatto qui da noi. Se sei aperta con gli altri, anche i tuoi non ti gireranno le spalle! Non dimenticartelo mai.”