Che nipotina hai, Vito D’Amico, occhi neri e denti bianchi.
Di chi è? Non è tua?
Ma come no, è mia, signor. È nata una volta ogni generazione; sono passati tanti anni il figlio mio, Arcadio, ha avuto una nipote, e a me spetterà una pronipote.
Ma non tutti i vostri sono biondi Io conosco tutti gli Evasi, eravate al servizio di mio nonno i vostri antenati servivano fedeli al Signore
Servivano, certo, ma non capisci come siamo arrivati così? Il nonno era commissario, lo è stato anche il padre e io
I figli si sono spostati in città. Luigi è il cocchiere della signora Riccarda, una donna ricca che ha messo su una famiglia numerosa. Samuele è commissario in una bottega, vive bene e sta per aprire una sua attività. Arcadio, il nonno di Annette, è un militare decorato, lodato dal principe Giorgio, che lo ha tenuto al suo fianco.
Arcadio vive serenamente, gestisce la sua fattoria. Ha sposato Antonio, un bravo ragazzo, che ha avuto Annette, gioia di tutti.
Nel nostro casato le femmine sono rare, la maggior parte sono maschi; quando nasce una bambina è sempre come Annette, una vera perla
Così è, signor.
Il vecchio Evasio smonta le reti, accanto a lui gira una bambina dagli occhi neri, mani agili, dita sottili, una bellezza che sembra un miracolo, non una semplice bambina.
Vicino sta il giovane signor Sergio Bianchi, non riesce a distogliere lo sguardo da Annette.
Annette, vuoi sposarmi?
Sono ancora piccola, signor
Certo, piccola; quando crescerai?
Quando crescerò, voi sarete già vecchio. A che servono le mie promesse? Andrò con un giovane.
E con chi? Hai già trovato qualcuno?
No, il tempo non è ancora giunto. La nonna Donata dice che saprò quando arriverà
Annette sembra più grande, parla con occhi seri.
Nonna Donata? Vito D’Amico, chi è questa Donata? Lì la moglie di Arcadio non è della nostra zona? È Violetta? Non capisco chi sia questa Donata
Ah, signor non ascoltatela, è solo una bambina
Posso giocare con Fido? (la cagnolina del signor) la piccola corre verso il ruscello, gareggiando con il cane da caccia di nome Fido.
Come conosce il nome del cane? Vito D’Amico?
Non lo so, forse lavete sentito
Lho portato qui proprio oggi
Signor, voi siete un uomo saggio, non inventate ciò che non esiste, la bambina è solo
Intanto la bambina corre felice lungo la riva, con Fido che le segue scodinzolando. Questa scena colpisce Sergio, un giovane appassionato di misteri, di poesia, di cose profonde.
Lautunno successivo incontrarono di nuovo Annette, che era andata a raccogliere funghi con il nonno, mentre Sergio passeggiava con Fido. Sergio recitava versi a se stesso, mentre Fido, che era sempre ai suoi piedi, correva avanti tirando le orecchie.
Fido, Fidetto sentì la voce di una bambina.
Passò sul sentiero, vide il cane cadere sulla schiena e agitare le zampe davanti a una bambina in ginocchio.
Ciao, Annette.
Buongiorno, signor Bianchi
Sei sola?
No, stavo raccogliendo funghi con il nonno.
Andarono insieme verso il vecchio.
Allora, Annette, non ti sei fatta più avanti? Accetteresti di sposarmi?
No, signor, il vostro destino è altrove. Dovrete vivere in terra straniera, vi mancherà la patria e anche io
Davvero? domandò Sergio, affascinato.
Sono parole della nonna Donata
Chi è questa Donata? chiese il signor Bianchi.
Una vecchia storia, signor, non è importante
Vito D’Amico, intanto, non aveva mai raccontato la leggenda di quella bambina speciale, di come nascessero le Annette nella nostra famiglia.
Ah, è così disse il vecchio seduto su un tronco, sorridendo a Sergio perché tu, Sergio Bianchi, non appartieni al nostro clan?
Non lo so, è una fiamma che arde nella mente, voglio capire
Allora ascolta bene. Tanto tempo fa, ai confini del nostro territorio, si accampò una carovana di zingari. Il proprietario della tenuta, un uomo ricco, amava i zingari e li ospitava, andando persino a visitare il loro accampamento.
Una zingara, Donata, era una bellezza sovrumana: occhi scuri, labbra rosse, denti bianchi come perle, capelli folti avvolti in un velo colorato. Quando danzava, le tempeste giravano intorno, quando cantava, le lacrime scendevano spontanee.
La chiamavano la strega perché la sua presenza era quasi magica. Il signor della tenuta, perdutamente innamorato, le chiese di dargliela o di venderla.
Come potrei darla o venderla? rispose il capo zingaro, Zaccaria, difendendo la libertà del suo popolo. Non posso costringerla, se vuole stare con me lo farà, se no devi trattare direttamente con lei.
Donata rise, la sua voce era una campana che scuoteva le foglie.
Signor, io sono la tua nipote, perché mi proponi una cosa del genere?
Il signor, impazzito, le afferrò la gonna e cercò di baciarla, lanciando monete a destra e a sinistra per impressionarla.
Vieni con me, ti presenterò allimperatrice, ti darò una vita di lusso: abiti di seta, scarpe doro, carro dorato
Non mi serve, sono già una principessa dei campi, non ho bisogno di palazzi né di scarpe dargento. Il mio carro è la mia corsa a piedi sul mattino, scalzo.
E così, i zingari, vedendo lossessione del signor per Donata, fuggirono di notte. Il signor li inseguì, con la guardia, accusando i zingari di aver rubato i cavalli. Il caos regnò sul campo.
Una giovane zingara, Annette, uscì dal gruppo, implorò di liberare i suoi compagni, dicendo che andava a piedi, non avvicinarti a me.
Il signor, furioso, la seguì cantando una canzone.
Il tempo passò, e il signor organizzò feste sontuose, distribuì denaro ai contadini, scrisse poesie in onore di Donata. Quando la gente gli chiedeva quando ti sposerai?, la risposta era sempre non è ancora il momento.
Donata, però, fece distribuire ricchezze ai contadini, sprecando monete come se avesse perso la ragione. Limperatrice stessa lo visitò, ma il signor li scacciava tutti.
Un giorno arrivò il figlio illegittimo, Vito, per guidare il padre sulla retta via. Donata, con un sorriso, annunciò che il suo tempo era prossimo.
Due settimane dopo Donata scomparve, riprendendo il suo accampamento zingaro, seguita da Vito.
Il signor, impazzito, implorò: Non andare, ti ho avvertita. Ma Donata rispose: Ti ho detto che prenderò ciò che più ti è caro. Il signor, disperato, chiese di salvare il figlio, lunica cosa preziosa che gli restava. Donata, però, lo lasciò andare.
Anni dopo, Vito tornò con il suo giovane figlio e una bambina dagli occhi scuri, discendente di Donata. Il loro antenato, Sergio Bianchi, aveva accolto il vecchio Vito DAmico, lo aveva nominato commissario e aveva aiutato i suoi figli a crescere.
Così, signor, la nostra stirpe è ancora viva.
Sergio, ormai anziano, trovò nei registri vecchi documenti che attestavano che alcune terre a est della sua tenuta appartenevano ai fratelli Rossi.
Con larrivo della guerra e dei cambiamenti, le cose non andarono come sperava. Fu arrestato insieme ai compagni nella vecchia dimora di suo padre, trattenuto finché un alto funzionario non decise il loro destino.
Una notte, una voce femminile si sentì alla finestra: una ragazza dallaspetto incantevole, illuminata dalla luna, chiamò sottovoce: Sergio Bianchi, vieni, siamo solo mezzora, gli uomini torneranno.
Sergio e i suoi compagni seguirono la ragazza, che li condusse in una grotta sconosciuta. Lì la ragazza, Annette, spiegò che il suo popolo si era nascosto lì da secoli e che li aiutava a fuggire.
Annette? Che sei diventata? chiese Sergio, colmo di emozione.
Ti piaccio? rispose lei con un sorriso da adulta.
Sì, Annette
Mi ricordò della leggenda di Donata, della nostra famiglia.
Annette li fece uscire dal nascondiglio, li mise in contatto con persone che potevano aiutarli a partire per la Francia. Prima di partire, le disse: Vieni con me, sei diventata più di unamica.
Non posso, signor, il mio destino è altrove, ma ti auguro una lunga vita.
Sergio, in esilio, disegnò di memoria il volto di Annette e lo mostrò a un pittore, che ne fece un ritratto. Si sposò, amò sua moglie, ma limmagine di Annette rimase nel suo cuore per tutta la vita.
Quando divenne vecchio, la gente scoprì il segreto del dipinto: Annette era la stessa donna che aveva salvato Sergio e i suoi compagni, la figlia di Donata, sposata poi con il grande capo che aveva atteso quella notte.
Durante le repressioni, il marito di Annette fu arrestato, poi riabilitato; ebbero tre figli e una figlia. Annette morì prima di vedere il nipote di suo figlio, ma la sua bisnonna, lAnnette che tutti conoscevano, rimase nella memoria di tutti.
Nicolò Nicolini, da dove viene la tua Angelica? Sembra non appartenere al nostro clan chiese il vicino di casa.
È nostra, è come una sorella rispose Nicolò ridendo.
Si chiama Angelica, ma comè il suo soprannome, è una zingara? Ha un ciondolo?
Non è un ciondolo, è un monile, la chiamano Donata.






