Il gatto curioso sul marciapiede scrutava gli sguardi dei viaggiatori. Poi, deluso, miagolò e si allontanò. Un uomo alto e canuto stava cercando da giorni di nutrirlo e avvicinarlo. Aveva notato il povero felino al suo ritorno da un viaggio di lavoro in treno.

Il gatto rosso correva sul binario e guardava tutti dritto negli occhi. Poi, con un miagolio deluso, si allontanava. Un uomo alto, dal volto incorniciato da capelli brizzolati, da giorni cercava di dargli da mangiare e di avvicinarlo. Lo notò per la prima volta quando tornava da un viaggio di lavoro sul treno diretto a Bologna.

Il felino saltellava lungo il marciapiede della stazione, si fermava vicino alle persone e scrutava i loro sguardi come se volesse riconoscere lunico che lo aspettava. Se capiva di aver sbagliato, emetteva un miagolio silenzioso e amaro e si girava di lato. Luomo alto e grigio lo osservava da qualche giorno: tornando da una trasferta a Milano, aveva notato quel viandante peloso, evidentemente stanco, con negli occhi una malinconia profonda.

Il gatto si avvicinava alluomo di pochi passi, fissava il suo volto come a chiedere qualcosa, poi si ritirava, non fidandosi. Ma la fame vince sempre la cautela: dopo cinque giorni, quando il rosso non aveva più forze né cibo, il gatto accettò di avvicinarsi. Luomo gli offrì dalla sua mano panna fresca e un dolcetto al latte; il felino, tremante per la fame, mangiò senza smettere.

Passarono altri giorni. Il gatto si rinvigorì un po, e luomo provò a portarlo a casa, ma lanimale scappò di nuovo verso la stazione, come se temesse di andare nel posto sbagliato. Tornò a girare lungo i binari, miagolando e scrutando i volti dei viaggiatori come fossero finestre su cui sperare di vedere il suo padrone.

Allora luomo alto decise di indagare. Andò a parlare con un addetto della stazione, amico di vecchia data, e insieme, con una birra alla spina, dei gamberetti alla griglia e qualche focaccia di patate, rivedettero le registrazioni delle telecamere. Trovarono il momento in cui il presunto proprietario del gatto salì sul treno. Il felino era saltato giù dal vagone poco prima della partenza, rimasto sul marciapiede. Stamparono la foto delluomo e la diffusero online, ma non arrivarono risposte. Così il nostro protagonista prese una decisione

Chiese un congedo non retribuito per una settimana e partì sullo stesso itinerario del treno, portando con sé il gatto smarrito. Allinizio il felino, chiuso in una gabbietta, urlava e strillava, ma i compagni di cuzza, venuti a conoscenza della storia, lo accarezzavano e gli offrivano ciò che avevano: pane, formaggi, salumi. Il gatto si calmò, capì che nessuno gli avrebbe fatto del male e che la stazione dove il suo padrone doveva tornare era ormai molto dietro.

Il rosso uscì dalla gabbia, si accoccolò accanto alluomo grigio e lo guardò come lunico punto di appoggio. In ogni fermata appiccicavano manifesti con la foto del presunto proprietario, ma la ricerca si rivelò incredibilmente ardua: il tempo scaricava più di quanto avessero immaginato.

Passò una settimana, poi unaltra. I soldi finirono, ma luomo continuò a viaggiare, perché il padrone non era stato trovato e arrendersi avrebbe significato abbandonare chi si era affidato a lui.

Un giorno, aprì un profilo sui social e rimase a bocca aperta: centinaia di migliaia di persone seguivano il destino del gatto. Inviero denaro, cibo, vestiti, crocchette, parole di incoraggiamento e offerte di adozione.

Ora sui marciapiedi apparivano persone che riconoscevano luomo, gli porgevano sacchetti di cibo, vestiti, alcuni rimanevano in silenzio ad attendere il suo passaggio e sussurravano: Resisti. Questo lo metteva a disagio; non era abituato ad accettare aiuti. Per tutta la vita aveva vissuto da solo, guadagnandosi da mangiare, e ora, inaspettatamente, la sua storia era diventata un fenomeno: il gatto rosso era amato da tutti, quasi fosse un simbolo collettivo.

I compagni di cuzza lo incoraggiavano, accarezzavano il felino. Il rosso, ormai esperto viaggiatore, si sdraiava accanto alluomo, appoggiava la testa sulla gamba destra e, con gli artigli leggermente aperti, si aggrappava al pantalone per non cadere durante le curve. Così si addormentava. Luomo sopportava il fastidio, accennando a spostare la zampa per non farsi graffiare.

Di sera, uscivano dal vagone più remoto, si fermavano nel vestibolo aperto e rimanevano lì: luomo teneva il gatto con entrambe le braccia, impedendogli di scivolare, e gli mostrava il tramonto. Il rumore delle ruote, il vento, la linea dei binari che si perdeva allorizzonte diventavano la loro vita comune.

Va bene, vero? sussurravo. Il gatto rispondeva con un breve mr risonante.

Allimprovviso, una notifica: una lettrice del blog, che ora gestivo per raccontare le nostre avventure, aveva trovato i proprietari. Segnalò che nella grande città, alla stazione, li avrebbe aspettato proprio quelluomo della foto.

Il mio cuore si stracciò, ma invece di gioia provai un vuoto. I compagni di cuzza festeggiarono come se il gatto fosse loro, organizzarono cibo, vino e risate.

Io, però, rimasi in silenzio, accarezzando la testa rossa, ascoltando il suo ronfare, e sussurravo parole mie. Sentii una tristezza strana: avevo cercato un padrone per tanto tempo e improvvisamente capii che io stesso ero la sua casa.

Il treno arrivò in una metropoli enorme. Tenendo il gatto in braccio, cercai larea destinata ai media: cerano giornalisti, fotografi.

Un evento, pensai.

Baricco! Baricco! gridò una voce vicina. Il rosso si mosse, ma vedendo una donna bassa e rotonda si voltò. Salì più in alto, appoggiandosi al petto delluomo, afferrando il collo con le zampe. La donna sorrise, accarezzò la schiena arancione del gatto:

Non mi ha mai amato, disse dolcemente. Non vi preoccupate, aggiunse rivolgendosi ai fotografi, non è per noi. È per voi.

Un lampo di sorpresa attraversò il mio sguardo, poi confusione.

Ho mandato mio marito in giro a raccontare storie, spiegò la donna. Ci siamo rese conto che non abbiamo diritto a prenderlo da voi. Anche se prima era nostro, ora non è più così.

Mi porse una busta spessa.

Qui dentro trovate i biglietti di ritorno, dei soldi. È stato raccolto dalle colleghe di lavoro. Se torno senza video, mi mangeranno.

Mise la busta nella tasca del mio vecchio cappotto, mi consegnò un sacco di focacce e dolcetti.

Andiamo, vi accompagno al vostro treno. Il partenza è imminente.

Camminammo tra la folla della stazione, il rumore dei passi come un fiume. La donna filmava tutto con il cellulare per mostrarlo al lavoro.

Quando io e Baricco eravamo già seduti nel vagone, la donna gli accarezzò ancora una volta la testa, mi baciò sulla guancia e se ne andò.

Il treno partì. Poco dopo, il marito della donna si avvicinò, togliendosi il trucco dal viso.

Tutto sistemato, disse. Ci aspetteranno ancora a lungo.

Scusateci, Signore, per questa menzogna, aggiunse lei, ma altrimenti avrebbe continuato a viaggiare per il paese fino a invecchiare con il gatto. Labbiamo fermato dal suo tormento.

La menzogna per bene, annuì il marito. Che torni a casa. È la cosa giusta.

Ho cercato il suo padrone, concluse la donna. Ma se non lho trovato, allora nessuno lo troverà.

Il marito la abbracciò.

Hai fatto bene, disse. Ora torneranno a casa insieme. Questo è limportante. Che sia il nostro più dolce peccato.

Scomparvero nella folla, come acqua che si perde nel tumulto.

Nel vagone il rumore delle ruote continuava. La gente sapeva ormai chi viaggiava con noi: un uomo alto, capelli grigi, e il gatto rosso, ora chiamato Baricco.

Baricco è il suo nome, dicevo. Il gatto mi guardava sorpreso, ma sembrava concordare: non importava più come lo chiamassero, lessenziale era chi era accanto.

Gli posai la sua testolina arancione sulla gamba, affondai di nuovo gli artigli nei jeans e mi addormentai sereno, sapendo che non lo avrebbero più abbandonato.

Il vagone ribolliva di allegria. Tutti i ruoli erano al loro posto: il gatto aveva trovato il suo umano; luomo aveva trovato chi non lo lascerebbe mai.

E, per favore, non giudicate la donna. A volte la menzogna è lunico modo per fare la cosa giusta.

Questa è la mia convinzione.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

4 × 1 =

Il gatto curioso sul marciapiede scrutava gli sguardi dei viaggiatori. Poi, deluso, miagolò e si allontanò. Un uomo alto e canuto stava cercando da giorni di nutrirlo e avvicinarlo. Aveva notato il povero felino al suo ritorno da un viaggio di lavoro in treno.