Non voglio fare la mamma! Voglio uscire di casa! mi ha detto mia figlia.
Mia figlia è rimasta incinta a quindici anni. Per un bel po, è riuscita a nasconderlo. Io e mio marito, Carlo, labbiamo scoperto solo quando era già al quinto mese. Ovviamente, lidea di interrompere la gravidanza non era neppure un argomento su cui discutere.
Non abbiamo mai saputo chi fosse il padre del bambino. Mia figlia, Martina, ci ha detto che si erano visti solo per tre mesi, poi basta, ognuno per la sua strada. Non sapeva neanche quanti anni avesse per lesattezza.
Boh, forse diciassette, forse diciotto. O magari diciannove! era la sua risposta super precisa.
Insomma, io e Carlo siamo rimasti di sasso davanti a questa notizia. Sapevamo che ci aspettava una bella serie di rogne, una dietro laltra. Martina diceva in continuazione che voleva assolutamente un bambino, che desiderava essere mamma. Ma io lo capivo, che non aveva la minima idea di cosa volesse dire davvero essere madre.
Quattro mesi dopo ha partorito un ometto bellissimo: forte e sano come un vero torello. Solo che il parto è stato una tortura e Martina ci ha messo altri quattro mesi per rimettersi in piedi. Ovvio, senza il mio aiuto non ce lavrebbe mai fatta, così ho dato le dimissioni e mi sono occupata di lei e del nipotino, Luca.
Poi, quando ha recuperato un po di forze, di suo figlio non ne voleva neanche sentire parlare. Di notte dormiva come una marmotta e di giorno lasciava tutto a me. Ho provato di tutto: consigli, preghiere, spiegazioni, e sì, anche qualche urlo. Un giorno, senza peli sulla lingua, mi ha detto:
Ti vedo che gli vuoi bene. Adottalo tu! Così io sarò una specie di sorella per lui. Non voglio fare la mamma, voglio uscire con le amiche, andare in discoteca, voglio divertirmi, mica badare a un bambino!
Pensavo magari che fosse depressione post-parto. Macché. La verità era che Martina non sentiva proprio niente per suo figlio.
Alla fine, messi con le spalle al muro, io e mio marito ci siamo messi in moto con le carte e siamo riusciti ad avere laffidamento di Luca. Martina era diventata imprendibile. Non ci ascoltava per niente. Usciva la sera e tornava allalba. Nel frattempo, del figlio, zero interesse.
Siamo andati avanti così per anni. Sembrava che niente sarebbe mai cambiato. Il piccolo cresceva, diventava sempre più furbo. In due anni è diventato un altro: ha imparato a camminare, poi a parlare. Un bambino allegro, solare, di quelli con il sorriso che ti conquistano subito.
Era felicissimo quando Martina tornava a casa: correva da lei, la abbracciava stretto, le raccontava tutte le sue avventure. Ed è successo il miracolo: il cuore di mia figlia si è sciolto. Martina è diventata una mamma meravigliosa. Ora dedica ogni minuto libero al suo Luca. Lo riempie di coccole e baci. E spesso la sentiamo dire:
Quanto sono felice di avere mio figlio! È la cosa più preziosa che ho! Non lo lascerei a nessuno neanche per tutto loro di Roma!
Io e Carlo non potremmo essere più contenti: finalmente in casa nostra è tornata la serenità.






