Mamma, ma cosa dici? Come fai a dire che non hai nessuno con cui parlare? Ti chiamo due volte al giorno, chiede stanca la figlia.
No, Laura cara, non è questo sospiro triste di Nina Antonelli è che ormai non mi sono rimasti amici o conoscenti della mia età. Quelli del mio tempo.
Mamma, non dire sciocchezze. Hai la tua compagna di scuola, Irene. E poi sei una donna modernissima e sembri molto più giovane. Su, mamma, dai, cosa ti prende? si rattrista la figlia.
Lo sai, Irene ha lasma, al telefono non riesce a parlare che tossisce subito. E abita lontano, dallaltra parte della città. Eravamo in tre, ti ricordi che ti raccontavo? Ecco, Mariella non cè più da tempo. Ieri invece è passata Tania, la vicina. Lho invitata per un tè, è una brava donna, viene a trovarmi spesso. È corsa a portarmi delle brioche che aveva appena sfornato per i suoi nipotini. Abbiamo parlato dei figli, dei nipoti. Anche lei ne ha, anche se è più giovane di me di almeno quindici anni. Ma i suoi ricordi dinfanzia, di scuola, sono così diversi dai miei.
A me manca tanto parlare con qualcuno della mia generazione, Nina Antonelli racconta tutto questo alla figlia, sapendo perfettamente che lei non può capire. È ancora giovane. Il suo tempo è adesso, là fuori. Non sente ancora il richiamo dei ricordi. Laura è bravissima, affettuosa, non è colpa sua.
Mamma, martedì ho preso i biglietti per la serata di Romanze. Ricordi che volevi andarci? E basta con gli sbalzi dumore! Mettiti quel vestito bordeaux: in quello sei semplicemente bellissima!
Va bene, Laura, va tutto bene. Non so neanche io cosa mi ha preso Buonanotte, ci sentiamo domani. Vai a dormire presto, che sennò non riposi mai abbastanza, Nina cambia discorso.
Sì, mamma, ciao, buonanotte, e Laura chiude la chiamata.
Nina Antonelli resta in silenzio, a guardare fuori dalla finestra le luci tremolanti della sera
Quinta liceo, anche allora era primavera. Quanti progetti. Era ieri. Alla sua amica Irene piaceva Sergio Malatesta, compagno di classe. A Sergio invece piaceva Nina. Le telefonava la sera al numero fisso, la invitava per una passeggiata. Ma Nina lo vedeva solo come amico, non voleva dargli false speranze.
Poi Sergio partì per il servizio militare. Tornò, si sposò. Viveva nel vecchio stabile di Irene. E allora aveva il telefono fisso Il numero Nina Antonelli compone dimpulso il numero che le è tornato in mente. Tuu-tuu. Poi qualcuno risponde. Allinizio si sente solo fruscio, poi una voce maschile e delicata:
Pronto, chi parla?
Sarà troppo tardi? Perché gli ho telefonato? Magari Sergio non si ricorda nemmeno o non è nemmeno lui!
Buonasera, la voce di Nina Antonelli trema lievemente dallemozione.
Di nuovo fruscii, poi finalmente sente una sorpresa:
Nina? Ma sei proprio tu? Certo che sei tu, la tua voce non la dimenticherei mai. Come mi hai trovato? È stato per caso che ho risposto
Sergino, mi hai riconosciuta! Nina Antonelli è travolta dai ricordi felici. Nessuno la chiamava così da anni, solo mamma, nonna, o signora Antonelli. O forse Irene, ogni tanto.
Ma la sola Nina suona come una primavera nuova, come se il tempo non fosse mai passato.
Nina, come stai? È un piacere sentirti, davvero queste parole la colmano di gioia. Aveva paura che lui non la riconoscesse o che fosse fuori luogo.
Ricordi la quinta liceo? Quando con Vittorio Vassalli vi portavamo, te e Irene, con la barchetta sul lago? Vittorio si era rovinato le mani con i remi, e si vergognava! Poi il gelato sulla passeggiata, e la musica lontana la voce di Sergio è bassa, sognante.
Certo che mi ricordo! Nina ride di cuore E quella gita con la classe, nella pineta, con il pernottamento? Non riuscivamo ad aprire le scatolette, eppure che fame!
Sì! ride Sergio Ma poi Vassi le aprì, e alla sera via con le canzoni e la chitarra, ti ricordi? È allora che decisi di imparare a suonare.
E ci sei riuscito? la voce di Nina vibra di giovinezza, sommersa di ricordi nitidi. Sergio fa rivivere tutto il loro passato, tirando fuori sempre nuovi dettagli.
E tu ora come va? chiede lui, ma risponde subito però, a sentirti, sembri felice. Figli, nipoti? Eh? E scrivi ancora versi? Me lo ricordo: Sparire nella notte, rinascere allalba! Piena di vita, tu!
Sei sempre stata un sole, Nina! Con te lanima si scalda, la tristezza non entra. Chi ti ha vicino è proprio fortunato: come mamma, come nonna, sei davvero preziosa.
Dai, Sergio, non esagerare! Il mio tempo
Lui la interrompe:
Basta, da te arriva una luce che mi brucia il telefono! Scherzo. Non credo proprio che tu abbia perso la voglia di vivere. Il tuo tempo è ancora qui. Vivi, Nina, goditi tutto. Il sole splende per te.
E anche il vento che spinge le nuvole è per te.
E gli uccellini che cantano tutti per te!
Sergio, sempre il solito romanticone. E tu invece, come stai? Ma io vado avanti a parlare di me ma nel telefono si sentono brusii, un click improvviso e la linea cade.
Nina Antonelli resta col telefono in mano, vorrebbe richiamare, ma ormai è troppo tardi. Sarà per unaltra volta.
Comè stato bello parlare con Sergio, quanti ricordi Un trillo improvviso la fa sussultare. È la nipotina.
Sì, Carlotta, eccomi. Non dormo, tranquilla. Cosa ti ha detto la mamma? No, sto bene. Domani andiamo al concerto con la mamma. Passi domani? Bene, ti aspetto, ciao.
Con il cuore leggero, Nina Antonelli va a dormire. Quanto progetti e quante idee in testa! Addormentandosi, compone nuovi versi nella mente
La mattina dopo decide di andare a trovare Irene. Qualche fermata di tram, in fondo, non è mica una vecchia cariatide.
Irene la accoglie entusiasta:
Era ora, Nina, lo avevi promesso tante volte. Oh, hai preso una torta di albicocche? La mia preferita! Forza, racconta tutto Irene tossisce ma fa cenno che va bene:
Nessun problema, col nuovo inalatore sto meglio. Vieni, beviamo un tè. Ninetta, oggi hai una luce in viso Confessa: che succede?
Non lo so, Irene Nina taglia la torta ridendo chiamala quinta giovinezza. Ieri per caso ho telefonato a Sergio Malatesta! Te lo ricordi, vero? Il tuo amore al liceo? Si è messo a ricordare, sembrava ieri Ma che hai Irene, ti sei zittita, non starai male?
Irene è pallida, la guarda muta. Poi sussurra:
Nina, non lo sapevi? Sergio non cè più da un anno. Abitava in un altro quartiere, da quella casa è andato via anni fa.
Che dici? Ma allora con chi ho parlato? Sapeva tutto della nostra gioventù. Ero triste, poi dopo quella telefonata mi sono sentita piena di energia, come se la vita non fosse tutto finito Ma comè possibile? Nina non può crederci:
Era la sua voce, lo giuro. Ha detto parole bellissime: Il sole splende per te. Il vento muove le nuvole per te. Gli uccelli cantano per te
Irene scuote la testa, titubante. Poi afferma:
Nina, non so come sia successo. Ma forse era davvero lui. Quelle sono le sue parole. Sergio ti ha amata. Voleva donarti coraggio da lassù. E ci è riuscito. Da anni non ti vedevo così piena di vita.
Prima o poi qualcuno raccoglierà i pezzi stanchi del tuo cuore. E finalmente ricorderai che sei semplicemente felice.






