Ho fatto il test del DNA e me ne sono pentito
Dovevo sposarmi perché avevo scoperto che la mia ragazza era incinta. Dopo il matrimonio ho portato mia moglie a vivere dai miei genitori: allepoca non potevamo permetterci una casa tutta nostra. Il tempo è volato e sono diventato padre di un bellissimo bambino. Poco dopo abbiamo deciso di chiedere un mutuo in banca per poter finalmente cominciare una vita indipendente.
Dopo qualche tempo, mia moglie mi ha detto che era di nuovo incinta. Così è arrivata la nostra principessina Sofia. I figli crescevano in fretta, troppo in fretta quasi. Col passare degli anni, mi accorgevo sempre più che non mi assomigliavano affatto. Anche i nostri caratteri erano completamente diversi. A dire il vero, né mio figlio né mia figlia erano somiglianti a mia moglie. Tutti e due con i capelli rossi e pieni di lentiggini ma da dove proveniva questa particolarità nella nostra famiglia?
Un giorno mi è balenata in mente lidea di fare un test di paternità. Sì, forse non era la scelta migliore, ma volevo essere certo di crescere davvero i miei figli. Non avevo altre strade, in quel momento.
Ho fatto il test. Sono state due settimane di attesa interminabile. Appena mi hanno chiamato, sono corso subito al laboratorio. Grazie al cielo risultò che ero davvero loro padre. Tornai a casa sollevato e nascosi i documenti in un cassetto, così che mia moglie non li trovasse. Ma perché non li ho strappati subito? Ho finito per pagare cara la mia ingenuità.
Qualche giorno dopo, mia moglie mi ha gettato quei fogli in faccia. Ha fatto una scenata tale che sembrava crollasse la casa. La capisco, certo, ma credo che si sarebbe potuto risolvere tutto con più calma. Non è riuscita a perdonarmi, e ora sono rimasto solo. Sono già passati cinque anni e ancora non mi permette di vedere i bambini.
Così, una semplice curiosità mi ha portato via la cosa più preziosa che avevo: la mia famiglia. Spero che un giorno mia moglie riesca a perdonarmi Ho capito che la fiducia, una volta spezzata, è come un vetro: anche se lo ripari, non torna mai come prima.
