Gli amici parsimoniosi mi hanno invitata alla loro festa di compleanno: sono tornata a casa affamata!

Ho degli amici, che fra me e me chiamo i risparmiatori seriali. Risparmiano su tutto: dal cibo alla camicia, perfino sulle pantofole da casa. Non è che siano poveri, anzi, stanno piuttosto bene! Il conto in banca sempre in salute, potrebbero permettersi di invitare pure il Papa a cena.

Da loro ci vado solo in occasioni speciali compleanni, onomastici o perché qualcuno ha trovato il fagiolo nella torta della Befana. Nel resto dei casi, non perdiamo tempo: una telefonata e via. Un mese fa mi hanno invitata per una festa di compleanno. Sono andata, e sono tornata a casa più affamata di un turista a digiuno durante Ferragosto.

La mattina della festa ho messo nella borsa il regalo comprato con largo anticipo mica posso presentarmi a mani vuote poi sono corsa in ufficio. Mi avevano detto che la festa sarebbe iniziata alle quattro. Per pranzo mi sono concessa solo un caffè e due biscotti, che tanto il banchetto era assicurato. Daltra parte, chi si trattiene prima di una festa italiana? Si va preparati!

Tutta entusiasta, arrivo allora stabilita, saluto gli amici e consegno il regalo. Auguri, felicità e salute! sono di buonumore ma pure affamata, gli dico che non ho mangiato, scherzando, sono affamata come un lupo! Ovviamente pensavo che il mio amico capisse il messaggio E lui, serissimo: Tranquilla, è tutto pronto!.

Eravamo sei invitati più i padroni di casa. Entro in salotto: niente tavolo imbandito, solo unaria da aperitivo improvvisato. Sedie? Nemmeno lombra, giusto una poltrona piccola, dove ci siamo accoccolati in otto come sardine sottolio. Mica male, se ripenso alle cene della nonna dove il tavolo si riempiva di ogni ben di Dio. Ma va bene, atmosfera minimalista. Guardo il tavolinetto: qualche piattino minuscolo di antipasti, quasi ci serve una lente di ingrandimento.

Qui, non mi vergogno, ho contato pure le fette: otto di salame (il mio preferito), otto di prosciutto, otto di formaggio. Pomodori e cetrioli? Sempre otto fettine, neanche fossero ritagliati al laser. Tutto affettato così sottile che si poteva leggere la Gazzetta Sportiva attraverso. Ah, sì! Due ciotoline di insalata, formato bonsai. Frutta? Una porzione a testa, come dallalimentarista. Sul tavolo cera pure una bottiglia di vino. Insomma: ragazzi, mangiate e bevete, che questa è la festa!

Io lì, a masticare salame col formaggio sempre con lo stesso sospetto con cui si assaggia un piatto nuovo in trattoria, e la fame che cresceva. La sete pure, ma mi sono tenuta: senza uno stuzzichino rischiavo di ubriacarmi al primo sorso. Poi il padrone di casa: Vi porto qualcosa di caldo! Ho già lacquolina in bocca. La signora fa la sua grande entrata: un unico piatto per ciascuno, con una mini patata arrosto e un singolo cosciotto di pollo. Roba che le merendine confezionate sembrano abbondanti!

Fortuna che la torta aveva una dimensione decente, almeno il dolce ci ha salvato lonore del palato. Alla fine ci siamo divertiti, nonostante tutto. Dopo unora e mezza, sono tornata verso casa, più affamata di prima.

Mi sono fermata al supermercato, ho fatto scorta di cibo come se dovessi attraversare le Alpi, e finalmente a casa ho mangiato come Dio comanda. Ecco, i miei amici hanno risparmiato pure sulle calorie degli ospiti.

Ma mi domando: perché invitare gente al compleanno, se poi la generosità rimane chiusa nella cassaforte?

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