Sei il fratello maggiore, quindi devi aiutare la sorella minore: hai due appartamenti, regala uno ad tua sorella! Non molto tempo fa abbiamo festeggiato il compleanno di mia cognata. Alina non ha mai nutrito simpatia per me, e il sentimento era reciproco. Alla festa sono arrivati tutti i parenti: dai nonni e nipotini fino alla festeggiata. Tutti si sentivano in dovere di fare gli auguri a mio marito per il compleanno di sua sorella, elogiando la sua generosità. Abbiamo accettato gli auguri senza comprenderne la ragione. In mano avevamo una busta con 500 euro, un regalo secondo me più che dignitoso. Ma nessuno avrebbe mai pensato che si parlasse di grande generosità. Tutto si è chiarito quando mia suocera ha rivolto gli auguri alla festeggiata. «Marco, tua sorella oggi compie gli anni. È ancora sola e senza compagno, quindi come fratello maggiore devi prenderti cura di lei e garantirle la sicurezza. Ora che sei proprietario di due appartamenti, uno devi regalarlo ad Alina». Tutti hanno applaudito, io stavo per cadere dalla sedia per tanta sfacciataggine. Ma non finiva qui. «Fratellino, mi dai quello nel nuovo palazzo! Quando posso trasferirmi?» Ho deciso di chiarire la situazione. Io e mio marito abbiamo realmente due appartamenti. Uno l’ho ereditato da mia nonna, lo abbiamo sistemato e lo affittiamo. I soldi dell’affitto li usiamo per pagare il mutuo dove viviamo, nel nuovo condominio. Mio marito non ha alcun diritto sulla casa ereditata, pensavo di lasciarla a nostro figlio, non certo alla cognata. «Dimenticalo, perché l’appartamento affittato è mio, e quello che sogni è quello dove viviamo». «Figlia, ti sbagli di grosso, sei la moglie di mio figlio, quindi il patrimonio è di entrambi e tuo marito deve amministrarlo». «Non ho nulla in contrario all’aiuto familiare, ma non con i miei beni! Marco, vuoi dire qualcosa?» «Tesoro, guadagneremo di più e prenderemo un altro appartamento; questo diamolo ad Alina, oggi è il suo compleanno». «Sei serio?» Ho chiesto. «Se sarà necessario puoi darle una parte di quello che possediamo insieme, ma solo dopo aver firmato le carte del divorzio!» «Non ti vergogni a parlare così a tuo marito? Vuoi il divorzio? Lo avrai! Figlio mio, faresti meglio a tornare dalla mamma, e tu, sei cattiva e avara!» ha sentenziato la suocera. Dopo quelle parole, ho lasciato quella casa di matti, perché non ho intenzione di stare con chi pensa di poter disporre della mia proprietà.

Allora, ti devo raccontare cosa è successo qualche settimana fa, quando abbiamo festeggiato il compleanno di mia cognata. Allora, Martina che non mi ha mai sopportato e io ricambio con piacere aveva invitato proprio tutti, dai nonni ai nipoti, fino a lei la festeggiata. Tutti i parenti si sentivano in dovere di congratularsi con mio marito per il compleanno della sorella, e contemporaneamente lo elogiavano per la sua generosità.

Io e mio marito accettavamo questi complimenti, ma onestamente non capivamo davvero il perché. In mano avevamo una busta con dentro un regalo di 120 euro, che secondo me era più che adeguato per loccasione, però di certo non era un dono così sontuoso. Tutto è diventato chiaro quando mia suocera ha iniziato a fare gli auguri alla festeggiata.

Dice: “Luca, tua sorella oggi compie gli anni. È ancora sola e senza compagno, quindi come fratello maggiore devi pensare a lei e proteggerla. Adesso hai due appartamenti, uno dovresti darlo a Martina!”

Ma ti giuro, tutti in sala hanno iniziato ad applaudire come fosse la cosa più normale del mondo, mentre io stavo per cadere dalla sedia per la sorpresa e anche per il coraggio di certi discorsi. E non era finita lì.

Martina, tutta contenta: “Fratellino, me lo dai quello nuovo, vero? Dai, quando posso già trasferirmi?” A quel punto ho deciso di mettere le cose in chiaro.

Con mio marito, in effetti, abbiamo due appartamenti: uno lho ereditato dalla nonna, abbiamo fatto qualche lavoro per sistemarlo e lo affittiamo. I soldi dellaffitto ci aiutano a pagare il mutuo per lappartamento nuovo, dove davvero abitiamo ora. Tra laltro, quello ereditato è intestato solo a me, era già nei miei progetti di lasciarlo a nostro figlio un giorno figurati se lo lascio a mia cognata!

Quindi dico subito: “Scordatelo pure, perché quello in affitto è mio, e nellaltro ci viviamo noi.”

La suocera non ci sta: “Tesoro, stai sbagliando tutto. Sei la moglie di mio figlio, quindi tutto quello che avete è condiviso e dovrebbe gestirlo Luca.”

Ma io non ci penso neanche: “Per me puoi pure aiutare tua sorella come desideri, ma la mia proprietà non si tocca!” E rivolgendomi a Luca: “Hai qualcosa da aggiungere?”

E Luca, per uscirne: “Amore, lavoriamo di più e compriamo un altro appartamento, a Martina lo regaliamo oggi che è il suo compleanno.”

Ma io lo guardo: “Parli sul serio? Se proprio vuoi, puoi darle una parte di quello in cui viviamo, ma solo dopo che abbiamo firmato la separazione!”

Mia suocera stizzita: “Come ti permetti di parlare così a mio figlio? Se vuoi il divorzio, eccotelo. Luca, fai i bagagli e torna da tua madre! E tu sei proprio cattiva e tirchia!” Così mi ha detto, te lo giuro!

Dopo quelle parole, ho raccolto le mie cose e me ne sono andata da quella casa piena di pretese, perché non ci penso proprio a stare con gente che crede di poter disporre della mia vita e dei miei beni come se niente fosse.

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Sei il fratello maggiore, quindi devi aiutare la sorella minore: hai due appartamenti, regala uno ad tua sorella! Non molto tempo fa abbiamo festeggiato il compleanno di mia cognata. Alina non ha mai nutrito simpatia per me, e il sentimento era reciproco. Alla festa sono arrivati tutti i parenti: dai nonni e nipotini fino alla festeggiata. Tutti si sentivano in dovere di fare gli auguri a mio marito per il compleanno di sua sorella, elogiando la sua generosità. Abbiamo accettato gli auguri senza comprenderne la ragione. In mano avevamo una busta con 500 euro, un regalo secondo me più che dignitoso. Ma nessuno avrebbe mai pensato che si parlasse di grande generosità. Tutto si è chiarito quando mia suocera ha rivolto gli auguri alla festeggiata. «Marco, tua sorella oggi compie gli anni. È ancora sola e senza compagno, quindi come fratello maggiore devi prenderti cura di lei e garantirle la sicurezza. Ora che sei proprietario di due appartamenti, uno devi regalarlo ad Alina». Tutti hanno applaudito, io stavo per cadere dalla sedia per tanta sfacciataggine. Ma non finiva qui. «Fratellino, mi dai quello nel nuovo palazzo! Quando posso trasferirmi?» Ho deciso di chiarire la situazione. Io e mio marito abbiamo realmente due appartamenti. Uno l’ho ereditato da mia nonna, lo abbiamo sistemato e lo affittiamo. I soldi dell’affitto li usiamo per pagare il mutuo dove viviamo, nel nuovo condominio. Mio marito non ha alcun diritto sulla casa ereditata, pensavo di lasciarla a nostro figlio, non certo alla cognata. «Dimenticalo, perché l’appartamento affittato è mio, e quello che sogni è quello dove viviamo». «Figlia, ti sbagli di grosso, sei la moglie di mio figlio, quindi il patrimonio è di entrambi e tuo marito deve amministrarlo». «Non ho nulla in contrario all’aiuto familiare, ma non con i miei beni! Marco, vuoi dire qualcosa?» «Tesoro, guadagneremo di più e prenderemo un altro appartamento; questo diamolo ad Alina, oggi è il suo compleanno». «Sei serio?» Ho chiesto. «Se sarà necessario puoi darle una parte di quello che possediamo insieme, ma solo dopo aver firmato le carte del divorzio!» «Non ti vergogni a parlare così a tuo marito? Vuoi il divorzio? Lo avrai! Figlio mio, faresti meglio a tornare dalla mamma, e tu, sei cattiva e avara!» ha sentenziato la suocera. Dopo quelle parole, ho lasciato quella casa di matti, perché non ho intenzione di stare con chi pensa di poter disporre della mia proprietà.