Un vero miracolo di Capodanno: come un marito distratto, una mamma esasperata e una figlia in attesa di Babbo Natale hanno trovato la felicità grazie a un gattino sotto l’albero e a due clochard dal cuore grande

Un miracolo di Capodanno

Marco, spiegami un po, comè che ti sei dimenticato?! Stamattina te lho ricordato almeno tre volte, e ti ho pure scritto un messaggio! Giulia guardava il marito con aria di rimprovero.
Lui era fermo sulla soglia della cucina, con la faccia colpevole, e si limitava ad alzare le spalle.
Non so proprio come sia successo, Giuly Mi è proprio uscito di testa, e basta, cercava di difendersi Marco.
E il telefono?
Il telefono non lho mai tirato fuori dalla tasca, così il tuo messaggio non lho visto
Giulia cominciava a ribollire.
Quindi la batteria nuova per la macchina non te la sei dimenticata, ma il regalo della bambina da mettere sotto lalbero ti è passato completamente di mente?
Mi è passato Il negozio di autoricambi chiudeva alle otto, così sono corso lì e il resto me lo sono scordato. Scusami
A volte mi sembra che la tua vecchia carretta, che si rompe una volta al mese, sia più importante di Martina, Giulia si lasciò cadere sullo sgabello e sospirò pesantemente, lanciando unocchiata allorologio.
Mancavano cinque minuti alle undici.
Era tardi, notte fonda ormai, e non cera più modo di rimediare. E il non poter fare niente aumentava ancora di più lamarezza.
Giulia, ma non dire sciocchezze! Lo sai quanto voglio bene a Martina. È solo che mi è sfuggito! Capita a tutti, no?
A me no, Marco! avrei voluto urlare Giulia, ma parlava a mezza voce, per non farsi sentire dalla figlia in camera.
Il marito cercò di abbracciarla, per smorzare sul nascere il litigio, ma lei si scansò, voltandogli le spalle e
iniziò a travasare linsalata russa nella ciotola.
«Mezza giornata spesa per fare questa insalata, così lui era contento, e poi E poi si dimentica il regalo per Martina!»
Sapevo che dovevo fare tutto io, continuava, a bassa voce, Giulia. Ma ho voluto fidarmi di te. Pensavo fossi una persona responsabile.
Lo so che ho sbagliato, Giuly, però dai in fondo non è successo niente di grave, rispose Marco. Al massimo niente regalo sotto lalbero, diciamo a Martina che
Che cosa, tesoro? Che le diciamo? Che papà soffre di amnesie a trentacinque anni? O che è più importante una batteria dellauto?
Le diciamo che questanno Babbo Natale aveva troppo da fare e non è riuscito a passare. E domani ci penso io a comprarle il regalo, glielo do solennemente. Come se glielo avesse portato lui.
Dove lo compri?! Domani i negozi sono chiusi, ci sono solo i supermercati. Eh, Marco, Marco
Il disappunto di Giulia era più che comprensibile.
Da quando era nata Martina, la loro famiglia aveva una bella tradizione: la notte di San Silvestro, subito dopo la mezzanotte, tutti insieme sotto lalbero per
trovare i regali.
Era la tradizione che Martina amava di più: come tanti bambini della sua età, credeva in Babbo Natale, nella magia e nei miracoli di Capodanno. Era così felice ogni volta che sotto lalbero trovava qualcosa che aveva tanto desiderato.
Quellattimo in cui scioglieva il nastro e apriva la scatola era pura gioia.
E anche oggi Martina era già passata più volte a controllare sotto lalbero (magari il regalo compariva in anticipo), raccontando alla mamma quanto stesse aspettando il presente del nonno Natale.
Chissà cosa mi regalerà questanno il nonno? fantasticava la bambina. Mi piacerebbe tanto una bici come quella di Riccardo del secondo piano. Ma anche se fossero i pattini, va bene lo stesso.
Giulia la ascoltava sorridendo. Aveva proprio chiesto al marito di comprare dei pattini per la figlia.
Di solito era lei a scegliere il regalo per Martina, ma oggi avevano chiamato Marco durgenza al lavoro e Giulia aveva pensato che tanto valeva lasciar fare a lui, che rientrava proprio passando davanti al negozio.
Marco era tornato dopo le otto; quando, due ore dopo, Giulia era andata a sistemare la tavola e gli aveva chiesto, con aria cospiratoria, del regalo lui si era ricordato allimprovviso di non aver preso nulla.
Giuly, non roviniamoci la serata pregò Marco, tentando ancora un abbraccio, nel tentativo di calmarla. Non lho fatto apposta. Succede. Vuoi che lo dica io a Martina? Capirà, vedrai.
Giulia non rispose.
Continuava a sistemare, con le lacrime che scendevano sulle guance. «Ma comè possibile? Dimenticarsi il regalo di Capodanno per la bambina?».
Fino allultimo aveva creduto che Marco avesse nascosto la sorpresa da qualche parte, aspettando il momento giusto per metterla sotto lalbero. Ora invece era troppo tardi, i negozi chiusi.
Ti aiuto? azzardò Marco, osservando la moglie che sistemava piatti e bicchieri.
Hai già fatto abbastanza lascia stare.
In quel preciso istante Martina fece irruzione in cucina, visibilmente felice dopo aver visto tutti i cartoni di Natale in TV:
Mamma, papà! Manca meno di due ore a Capodanno! Presto, Babbo Natale mi porterà il regalo!
Giulia lanciò unocchiataccia a Marco. Ma si girò in fretta, per non far trapelare nulla alla figlia non voleva certo rovinarle la festa.
Del resto, aveva già pensato a come risolvere il problema: avrebbe messo una busta con dei soldi sotto lalbero, scrivendo: Per Martina, pattini nuovi.
Certo, non era quello che la bambina avrebbe voluto trovare la notte di Capodanno, ma meglio di niente.
***
Alle undici, quando la famiglia si sedette a tavola, bussarono alla porta.
Marco, hai invitato qualcuno senza dirmelo? chiese sorpresa Giulia. Perché io di sicuro nessuno lho chiamato.
Neppure io Saranno i vicini? Vado a vedere, versate pure il succo rispose Marco.
Aprite la porta, e davanti a lui cera un uomo barbuto, con una giacca rossa tutta sgualcita. Di Babbo Natale non aveva proprio nulla. Sembrava più un senzatetto, e anche lodore lo confermava (per nulla profumo di colonia).
Serve qualcosa? Avete sbagliato appartamento o siete qui per chiedere soldi? Glielo dico subito, non vi do neanche un euro. Tanto li spendete in vino.
No, no, non sono qui a chieder soldi, sto bene in realtà, rispose lo sconosciuto con tono allegro.
Sta bene? Ma ci crede davvero? Marco fece fatica a non scoppiare a ridere.
No, non aveva mai disprezzato i senzatetto, anzi, spesso li aveva aiutati. Ma quella frase tanto fuori luogo lo mandava in confusione. Non aveva nulla, e dice sto bene.
Allora cosa volete? Marco uscì sul pianerottolo e richiuse la porta, così almeno lodore non entrava in casa.
Sentite ho trovato un gattino nellandrone. Guardate che carino, e da sotto la giacca tirò fuori un piccolo batuffolo bianco. Volevo chiedervi se fosse il vostro, magari ve nè scappato uno?
Marco sorrise.
Visto? Avrà capito che non vale la pena chiedere soldi, e adesso gira casa per casa sperando di liberarsi del gattino, magari guadagnarci qualcosa.
Mai visto il gatto, mi creda. E comunque qui in casa animali non ne abbiamo mai avuti.
Ma davvero non lo volete? Guardate che carino. Se avete una figlia, a lei piacerebbe un sacco.
Me laspettavo Adesso vuole che lo prenda io, come regalo improvvisato pensò Marco, scuotendo la testa.
No, grazie, non ci interessa.
Ho capito mormorò sconsolato luomo. Allora niente, lo porterò ai cassonetti.
Era già sul punto di andarsene e ricacciava il gattino sotto la giacca, quando Marco gli mise una mano sulla spalla.
Aspetti ma come sarebbe ai cassonetti? Che senso ha buttare un cucciolo? Lascialo almeno nellandrone.
Quelli del palazzo lo butteranno subito in strada. Ai cassonetti almeno trova qualche scatola di cartone in cui ripararsi e magari da mangiare.
Marco non era mai stato un amante degli animali, ma ora chissà perché gli venne una gran pena per quel micino.
Solo, al freddo, col gelo della notte e la fame.
Forse, se avesse avuto il tempo di pensarci su, avrebbe rifiutato comunque. Ma non cera tempo. Lo stavano aspettando per il brindisi.
Diamolo qui! Marco strappò il micino dalle mani delluomo. Non serve lasciarlo tra i rifiuti.
Come vuole, sorrise luomo, poi si allontanò su per le scale.
***
Quando Marco rientrò, Giulia e Martina sbirciavano dalla cucina, ansiose.
Come mai ci hai messo tanto? Tutto a posto?
Sì, sì, tutto ok, Marco cercava di nascondere il gattino dietro la schiena, sperando solo che non si mettesse a miagolare.
Perché Giulia, se avesse capito cosa aveva portato in casa, lo avrebbe mandato fuori e magari insieme al gatto!
Certo che lavrebbe scoperto di lì a poco, ma a Marco serviva almeno qualche minuto per trovare unargomentazione valida e spiegare perché, senza consultare nessuno, aveva deciso di prendersi cura di un cucciolo trovatello proprio la notte di San Silvestro.
Chi era? chiese Giulia, scrutandolo sospettosa. Sicuro che non ha combinato qualche sorpresa?
Era Antonio, il vicino del quinto piano. Voleva un consiglio su che batteria comprare per la macchina.
Ah, beh, tu sei il massimo esperto. Dai, lavati e vieni a tavola, tra poco è mezzanotte.
Sì, arrivo!
Appena moglie e figlia tornarono in cucina, Marco si mise a girare per casa, in cerca di un nascondiglio sicuro per il gatto.
Sul balcone non si poteva troppo freddo. In bagno era rischioso, sarebbe potuto entrarci chiunque. Niente stanza dei bimbi, niente camera. Rimaneva solo il salotto
Marco, che fai, vieni?! urlò stizzita Giulia. Quanto ci metti?
Arrivo, arrivo!
Senza pensarci troppo, Marco aprì lo sportello del mobile e sistemò il gattino sul ripiano più basso, lasciando la porta socchiusa per far passare aria. Poi si precipitò in cucina.
***
Buon annooooo! urlavano per strada.
Marco fece gli auguri a moglie e figlia, augurando salute e fortuna.
Mentre lui parlava, Martina posò il bicchiere e corse in salotto. Appena Giulia la vide sparire, si ricordò di non aver messo la busta sotto lalbero, e guardò il marito con rabbia. Tutta colpa tua!
Vai tu a consolare tua figlia, adesso!
Ma Martina non sembrava affatto delusa. Anzi, poco dopo lanciò un urlo di gioia così forte che quasi coprì il baccano dei petardi in strada.
Mamma, papà! Venite subito, guardate cosa mi ha portato Babbo Natale!
Giulia e Marco corsero in salotto, fermandosi sulla soglia a bocca aperta. Martina era accanto allalbero e lì, proprio sotto labete, cera un piccolo gatto bianco.
Da tanto sognavo un gattino e Babbo Natale me lha portato! la figlia quasi non tratteneva le lacrime. Lo chiamerò Neve!
La bimba prese il micino e se lo strinse forte al petto, mentre Giulia trascinò Marco in disparte.
Ma che succede? Da dove salta fuori? Tu centri qualcosa?
Giuly, ti prego, non arrabbiarti Adesso ti spiego tutto, balbettava Marco.
Arrabbiarmi? Di che parli?
Giulia guardò la figlia.
Guarda quanto è felice Martina Sai cosa? Avresti potuto avvertirmi di questa sorpresa, così non ti avrei sgridato per tutto il giorno! e lo abbracciò, dandogli un bacio sulla guancia.
Marco rimase imbambolato, ancora incredulo per come si fosse risolto tutto così.
È proprio vero quel che si dice: a Capodanno avvengono davvero miracoli. La moglie placata e la figlia felice, tutto grazie a un gattino bianco e
Si ricordò improvvisamente del senzatetto.
Senti, Giuly Ti devo dire una cosa
Qualcosa le sussurrò allorecchio, lei rimase un attimo sorpresa, poi annuì decisa.
***
Allora, Giuseppe, disse il barbuto battendo la mano sulla spalla dellaltro, anche gli ultimi gattini hanno trovato casa. Possiamo tornare in cantina prima che chiudano tutto per la notte.
Sì, ce labbiamo fatta, Pasquale. E hai avuto unidea geniale con la storia dei cassonetti, rise laltro.
Davvero? Io temevo sempre che mi avrebbero preso a calci per simili frasi.
Era rischioso, certo. Ma soltanto chi davvero ci tiene a un cucciolo lo prende con sé, piuttosto che lasciarlo finire nella spazzatura.
Eh già.
Insomma, sono finiti tutti in buone mani. Hai avuto unintuizione, complimenti.
I due senzatetto erano seduti sulla panchina davanti alla palazzina in cui quella sera avevano trovato casa a quattro gattini trovati poco prima in cantina.
Cera ancora gente in giro, ma stavolta nessuno li cacciava, come spesso succedeva.
Anzi, in tanti facevano gli auguri. Loro ringraziavano e ricambiavano.
Improvvisamente sbucò Marco dal portone. Si guardò intorno, individuò la panchina, alzò la mano e corse verso i due uomini.
Che fa, torna indietro per riprendersi il cucciolo? sussurrò sorpreso Pasquale, riconoscendo Marco.
Lui è quello? Guarda te
Buon anno, signori! gridò Marco, porgendo loro una grossa borsa. Io e mia moglie, per ringraziarvi, vi abbiamo preparato il nostro Cenone di Capodanno.
Grazie, sinceramente non ce lo aspettavamo, risposero Giuseppe e Pasquale con un sorriso.
E questo è da parte mia, Marco passò una bottiglia di spumante alluomo barbuto. Almeno così brindate bene!
Ecco, Pasquale, ora anche noi festeggiamo come si deve. Davvero, i miracoli esistono, gongolava Giuseppe strofinandosi le mani.
Marco era già pronto ad andarsene quando si voltò.
Ma dove pensate di festeggiare, se posso chiedere?
Eh, sogghignò Pasquale, poco lontano, in cantina. Là almeno fa caldo e le scatole servono da letto.
Sapete che vi dico? Seguitemi.
Cinque minuti dopo erano davanti al garage. Marco aprì il portone e li invitò a entrare.
Fate come foste a casa vostra. Cè un divano letto, una stufetta, tavolo e anche piatti. Vedrete che qui state meglio che in cantina. Porto fuori la macchina, così avete più spazio.
Ma ci stiamo anche così, protestarono Giuseppe e Pasquale.
Marco scosse la testa.
No, la lascio nel cortile. Cosa vuoi che succeda. E voi per favore niente scenate, mi raccomando.
Ma figurati, noi non siamo tipi! Giusto un brindisi per il Capodanno, si affrettò Pasquale a rassicurarlo.
Ottimo. Mi fido di voi. Domani passo, magari vi vengo a trovare. Se volete, posso darvi una mano, chissà che troviamo qualcosa anche per voi.
Davvero insolito mormorò Giuseppe.
Hai ragione assentì Pasquale.
Ecco, questa sì che è stata una notte davvero di Capodanno. Una notte fatta di magia, di gioia e di veri miracoli.

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