Incontri al Buio: Una Serata di Emozioni Sconosciute

Caro diario,

Oggi mi è tornata in mente la discussione che ho avuto con la collega Yulia prima di tornare a casa in auto. Dopo il divorzio con la mia exmoglie, la situazione con Yulia non era dei fiori: è una tipa impulsiva, pronta a litigare al primo pretesto. Potrei non accendere più quel fuoco, ma le sue capricci mi stanno a fare impazzire, mi dicevo mentre percorrevo le strade di Milano. Se avessimo litigato in privato, avremmo potuto sistemarci, ma lei non ha voluto stare da sola in ufficio, e i colleghi si beffavano di noi, chiedendosi come avessi potuto cadere così in basso. Alla fine ho cancellato il suo numero.

Quella sera ho cercato di rilassarmi, ho cenato, ho acceso la TV e mi sono sprofondato sul divano con il cellulare in mano. Il cuore era un po appesantito. Rosalba, la mia amica di vecchia data, stava dormendo quando il telefono ha squillato. Era un numero sconosciuto, ma ho risposto con voce assonnata.

Pronto? ho detto.

Una voce maschile, estranea, ha chiesto:

Ciao, sei ancora arrabbiata?

No, ho appena svegliato, ma non credo sia per me, ho risposto, intuendo che il chiamante non fosse Rosalba.

Lui si è scusato, ha ammesso che fosse poco elegante fare scenate in pubblico e ha detto di aver cancellato il mio numero, ma di ricordarlo a memoria. Poi ha proposto di venire da me.

Adesso? ha chiesto, mentre guardavo lorologio: era la prima di notte.

Rosalba, ancora a letto, ha semplicemente chiuso la chiamata. Non ha voluto perdere tempo a spiegargli lerrore.

Il giorno dopo, mentre finivo il caffè, il cellulare ha suonato di nuovo. Era lo stesso numero che avevo sentito la notte precedente.

Buongiorno, ha detto la stessa voce.

Ciao, ho risposto.

Ieri la mia ragazza mi ha cacciato fuori e mi ha sbattuto la porta in faccia, ha detto con un sorriso.

Ah, non sei neanche turbato, ho risposto, quasi a scherzo.

Mi ha chiesto di indennizzarmi per il danno morale e di incontrarci in un bar alle sei di sera. Ho riso di gusto.

Non ti ho ancora visto, ma ti propongo un appuntamento, ha detto.

Sei troppo sicuro di te, ho replicato.

Mi ha risposto con unaltra battuta, assicurandomi che era un sensitivo e che aveva già colto il mio profumo.

Alla fine ho chiuso la chiamata, ma il pensiero mi ha accompagnato tutto il giorno, tra documenti e riunioni per una verifica di bilancio. Lufficio di Milano era come un mulinello, tutti correvano a sistemare le carte per laudit. Ho 33 anni, il divorzio è avvenuto da due anni; non ho figli perché mio ex non voleva, e neanche io.

Il capo, il signor Bortolo, mi ha chiesto un dossier che avevo mostrato ieri e mi ha lanciato: Qualcosa non quadra. I colleghi, soprattutto le donne, mi guardavano con invidia: Che fa la nostra Bortolo, sempre dietro al capo, a fare il lavoro sporco. Rita, la più critica, si è lamentata, ma Tiziano lha placata con un proverbio: Chi semina vento, raccoglie tempesta.

Finita la giornata, ho parcheggiato lauto e, quasi per caso, sono finito davanti al bar Fortuna. Un giovane con un mazzo di rose bianche mi ha osservato dallattesa, poi si è girato verso di me.

Gabriele? ha esclamato Rosalba, riconoscendomi.

Era il mio primo amore delle scuole medie, quello che avevo avuto nella classe undicesima, mentre lei era in nona. Molti ragazzi la corteggiavano, ma io non le ho mai dato importanza perché era più giovane. Lui, il suo amico Livia, figlia del sindaco, era sempre sbruffone.

Il ricordo mi è tornato alla mente: Forse lui sta aspettando qualcuno, ma è proprio lei? Lì, sotto le luci del bar, ho capito che non era un errore. Le rose bianche, la sua voce, tutto era come in un sogno.

Abbiamo parlato fino a tardi, abbiamo promesso di rivederci il giorno successivo. I mesi successivi ci hanno avvicinati: ci siamo sposati, abbiamo avuto una bambina e un bambino, e ogni tanto ripensiamo a quel incontro al buio che ci ha condotti al vero destino.

Alla fine, mi rendo conto che le coincidenze possono nascondere verità più profonde. Non bisogna mai chiudere la porta al caso, perché a volte è il caso a bussare per noi.

Lezione personale: ascoltare il cuore, anche quando il mondo sembra confuso, perché la verità spesso si nasconde dietro alle piccole scintille della vita.

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