Avevo sempre saputo che, per una donna, arriva un’età in cui la società le pianta un bel fiore d’arancio sulla bara. Quando smetti di essere interessante, desiderabile, utile. Quando i figli sono grandi, i nipoti vengono di rado, e le amiche chiamano solo a Natale. Per molte, è una ferita. Si aggrappano alla giovinezza, cercano di dimostrare di essere ancora indispensabili. Io, no. Io non combatto. Perché non ho perso niente. Ho vinto.
Io sono Giulia Rossi, ho sessant’anni. Vivo a Bologna, in un appartamentino accogliente che ho arredato quando sono andata in pensione. E sapete una cosa? Non soffro. Mi godo la vita. Nessuno mi chiama dieci volte al giorno per lamentarsi, nessuno pretende che corra a badare ai bambini, che presti soldi, che ascolti i loro guai. E questa non è solitudine. È libertà.
Per anni sono stata quella “comoda”. Ascoltavo i lamenti altrui, mi ficcavo nei drammi degli altri, davo soldi che non avevo. Venivano da me non perché volevano vedermi, ma perché sapevano che non avrei mai detto di no. Ero l’aeroporto di riserva, il porto sicuro, la spalla su cui piangere. Ma quando ero io a crollare? Silenzio. Nessun “ti sono vicina”, nessun “ce la farai”. Solo vuoto.
Poi, un giorno, ho capito. Basta. Non voglio più essere necessaria a tutti. Voglio essere necessaria a me stessa.
Oggi ho una giornata che è solo mia. Mi sveglio e non corro da nessuna parte. Vado a fare yoga. Lavoro a maglia. Leggo. Ricamo. Faccio torte non perché qualcuno me lo chiede, ma perché ho voglia. Pianto fiori sul balcone, senza dover spiegare perché ho speso soldi per la terra invece che per cose “utili”. Vivo come mi pare.
Ho un nipote, Luca, un ragazzino splendido. Ci vediamo nei weekend. Lo adoro. Ma non sono la tata gratis. Non sono una schiava del ruolo di nonna. Sono una donna che ha cominciato un nuovo capitolo.
Sì, intorno a me non c’è folla. Ma chi viene, viene perché vuole. Non per chiedere favori, non per elemosinare niente, ma solo per stare con me. Perché con me ci si sente bene.
Non ho paura di stare sola. Non sono sola. Sono circondata dal silenzio, dalla pace e… da me stessa. Ho finalmente imparato a convivere con la persona più importante: io.