A volte la vita ci regala doni inaspettati. La mia storia è cominciata una notte mentre dormivo, e la mia cara amica mi faceva domande a cui rispondevo nel sonno. Una volta mi chiese: «Cosa vorresti di più, una Maserati o unaltra auto di lusso?» Io solo sussurrai: «Un sassofono». Il giorno dopo me lo raccontò, e quella piccola, apparentemente insignificante conversazione notturna cambiò per sempre la mia vita.
Sono sempre stato un grande fan di Jimi Hendrix e dei Rolling Stones, e il rock è sempre stata la mia passione. Ma la chitarra non mi è mai sembrata lo strumento giusto per me. La musica era importante, ma dovevo trovare qualcosa che potesse davvero esprimere le mie emozioni. E allora pensai: «Perché non il sassofono?» Sembrava una scelta insolita, ma sentivo che era quella giusta.
Da quel momento, tutto è cambiato. Ho cominciato a suonare il sassofono, a frequentare masterclass e a studiare in conservatorio. La musica è diventata la mia vera vocazione. Durante la mia carriera ho avuto la fortuna di esibirmi con artisti come Enrico Rava e Paolo Fresu. Questi incontri mi hanno insegnato che la musica non è solo tecnica o strumenti, ma un linguaggio universale che tutti possono capire.
Negli ultimi anni, però, suono per le strade di Milano, eseguendo le mie composizioni per i passanti. Oggi sono uno degli ultimi musicisti di strada in Italia. Una volta, le esibizioni allaperto erano redditizie: la gente si fermava, ascoltava, ringraziava e lasciava qualche moneta. Adesso, la maggior parte passa oltre come se io non esistessi. Ma nemmeno questo può fermarmi. Continuo a suonare perché la musica è vita.
A 72 anni, esco ancora con il mio sassofono, anche quando la temperatura scende a due gradi. Sembra difficile, ma sento unarmonia perfetta: la musica mi dà energia, e i passanti che si fermano per un minuto mi danno lispirazione per andare avanti. Ogni nota, ogni suono, è un pezzo della mia anima che regalo alla gente, anche se non se ne accorge.
Il sassofono mi ha insegnato pazienza, disciplina e autenticità. Quando suoni per strada, non ci sono palcoscenici o luci: solo te, lo strumento e il rumore della città. E in questa semplicità cè una bellezza unica: un contatto vero e sincero con le persone. La musica non è fatta per gli applausi, ma per toccare i cuori e fermare, anche solo per un attimo, il ritmo frenetico della vita.
Spesso ripenso a quella notte in cui, nel sonno, dissi «sassofono». Chi avrebbe mai immaginato che una parola sussurrata potesse cambiare tutto? Mi ha aperto una nuova strada, mi ha reso un musicista, regalandomi momenti di gioia e incontri straordinari.
Forse, nella vita, ciò che conta non è ciò che hai, ma ciò che fai. A volte le risposte arrivano in modi inaspettati: in un sogno, in un segnale, nelle persone che ti capiscono. La mia storia con il sassofono è una storia di passione, di pazienza, e del coraggio di seguire la propria vocazione, a qualsiasi età.
E anche se il mondo cambia e la gente è sempre più distratta, la musica resta. Sa unire, guarire e ispirare. Sono felice di poter ancora suonare, di uscire per strada anche col freddo, e di vedere come un piccolo frammento di magia musicale tocchi chi mi passa accanto. Perché la musica è vita, e finché potrò far uscire note dal mio sassofono, sarò vivo, pieno di energia e di gioia.




