Abbiamo Deciso di Accogliere un Cane dal Rifugio nella Nostra Famiglia

Io e mio marito abbiamo deciso di accogliere un cane da un rifugio. Lui voleva prendere un cane di razza, sostenendo che la razza fosse sinonimo di nobiltà, intelligenza e fedeltà.

Ma io l’ho pregato di venire con me in un rifugio locale, e lui ha acconsentito a malincuore. In tutti gli anni di vita insieme, e sono tanti, Paolo non mi ha mai contraddetto. Perché un cane e non un bambino, vi chiederete? Siamo due persone sole e già in età avanzata. Entrambi siamo consapevoli della responsabilità che comporta l’adozione di un essere vivente.

Un bambino va cresciuto, educato, bisogna garantirgli un’istruzione. È un impegno a lungo termine, ma con un cane saremo insieme fino alla fine. Sarà il nostro bambino comune.

Al rifugio, ci si è presentata una scena straziante. C’era un odore nauseante, misto a un latrato incessante, che toccava l’anima. Tutti i cani ci guardavano con speranza, come se ci tendessero la mano.

Abbiamo camminato lungo le file infinite di gabbie strette, sentendoci osservati da tanti occhi. Oh, Signore, perché questi animali devono soffrire così tanto? Credo che se non ci fossero animali abbandonati, anche i bambini orfani non ci sarebbero, e le case famiglia scomparirebbero.

Gli animali, come i bambini, richiedono pazienza, amore, cura e parlano una lingua “straniera” che noi spesso non comprendiamo o traduciamo a nostro vantaggio.

Improvvisamente Paolo si è fermato davanti a una delle gabbie. C’era un cane, indifferente a tutto con lo sguardo spento. Non ha reagito alla nostra presenza. Sembrava sordo e cieco. “Perché volete quel cane randagio, prendete piuttosto questo, è di razza,” – ci ha detto il “custode del rifugio”.

“Questo è un rifiutato, è stato tradito più volte e riportato indietro, sembra deciso a lasciarsi morire”, ha detto una volontaria con amarezza, raccontando la storia del povero cane. Paolo ha cercato di parlare con lui, ma il cane si è girato dall’altra parte, ormai non credeva più negli esseri umani.

“È un cane molto buono, obbediente, e sì, è un bastardo, ma molto fedele, a differenza dei ‘re della natura’,” – la volontaria ha detto con una spinta di speranza, seguendo ogni nostro gesto. Ho allungato la mano tra le sbarre per accarezzarlo. Il cane si è girato improvvisamente verso di me, mi ha guardata e ha appoggiato il naso sulla mia mano. Il naso era un po’ umido e il respiro caldo mi ha solleticato la pelle.

Ho riso. Il cane ha sospirato profondamente, si è alzato sulle zampe e ha iniziato a scodinzolare. “Un miracolo!” – ha esclamato la volontaria – “Siete i primi a ricevere una sua reazione”. “Il veterinario stava già preparando la sua soppressione” – ha aggiunto il direttore del rifugio, una brava persona ma un po’ distaccata dal suo lavoro.

La ragazza ha continuato: “Sapete, sembra capire tutto e di notte ulula piano per la sua triste sorte, gli scendono anche lacrime dagli occhi”. “Non avete mai visto piangere un cane, io sì!” – ha dichiarato con amarezza, distogliendo gli occhi lucidi.

Bisognava vedere il mio Paolo in quel momento. Sembrava tanto simile a quel cane, segnato dalla vita. Non dimenticherò mai lo sguardo nei suoi occhi, così supplichevole. E accanto, gli occhi del cane. Abbiamo incrociato i nostri sguardi a lungo. Dentro la sua anima c’era una tempesta di emozioni, non aveva dimenticato i tradimenti umani, ma desiderava tanto una famiglia! Improvvisamente tornò la voglia di vivere!

Cominciò a ululare, lungo e dolente, come se stesse scaricando tutto il suo dolore. Al nostro recinto si avvicinarono tutti i dipendenti del rifugio. Molti piangevano, senza nascondere le lacrime. Paolo si inginocchiò davanti al cane, come chiedendo perdono per tutti i peccati dell’umanità.

“Si chiama Fedele,” – disse uno dei dipendenti, consegnandoci il guinzaglio. Ci accompagneranno fuori dal rifugio tutti insieme. Qualcuno, molto devoto, ci benedì di nascosto. E quella benedizione suggellò per sempre la nostra unione a tre.

Mio marito dimenticò completamente l’idea di acquistare un cane di razza. In fondo, “comprare un cane” suona strano, non trovate? Si può comprare un amico? E la fedeltà e l’amore si vendono?

Il cane trotterellava al nostro fianco, mentre Paolo gli tolse il guinzaglio, lasciandolo godere della libertà. Era come se sapesse che sarebbe rimasto con noi fino alla fine, e non avrebbe mai più pianto.

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