14 aprile 2025
Oggi mi sento come un estraneo nella casa dei miei genitori. Ho due figli, ma sembra che ne curino solo uno. Da piccolo ho capito che i miei genitori, Giuseppe e Maria, avevano un debole per la sorella maggiore, Ginevra. Lhanno sempre coccolata, e ora, con i suoi due piccoli, le hanno offerto il loro appartamento, chiedendomi di andarmene subito, dicendo: Con il tuo lavoro da casa ti basta affittare un monolocale.
Mentre Ginevra studiava alluniversità, i genitori le correvano dietro come bambini, facevano code alla segreteria per lei, la coprivano durante le lezioni e ora si occupano dei suoi bambini, Luca e Sofia. A me non hanno mai dato una mano e ora mi buttano fuori di casa.
Papà sostiene che, essendo uomo, devo bastarmi da solo, ma sembra che il marito di Ginevra, Antonio, più anziano di me, non debba per forza provvedere alla famiglia. Durante il litigio sullalloggio ho avuto la stupidità di sostenere di avere gli stessi diritti di Ginevra sullappartamento. Maria mi ha chiamato maiale per aver accennato alla divisione dei beni, e Ginevra ha aggiunto che volevo cacciarla con i suoi figli.
Dal punto di vista legale è un vicolo cieco: temo che i genitori, prima di morire, scrivano un testamento che mi escluda del tutto. È possibile che una famiglia si frantumi per un tetto? Sono ancora figlio dei miei genitori, ma mi trattano come un ospite non gradito. Mi domando, allora, perché aver avuto due figli, se uno di noi sembra ormai superfluo.
Lezione personale: il valore di una famiglia non si misura in muri o stanze, ma nella capacità di riconoscere e rispettare i bisogni di tutti i suoi membri, anche quando la legge o lorgoglio ci spingono a dimenticarlo.






