Io e mia moglie abbiamo già consultato tutti i medici disponibili, siamo andati perfino da veggenti e guaritori. Frequentavamo la chiesa e pregavamo. Alla fine, ci siamo arresi…
Mia moglie mi ha lasciato. Ora la mia vita è quasi insopportabile, mi ritrovo da solo con i miei pensieri. Solo il mio lavoro mi offre un po’ di sollievo. A volte affogo il mio dolore nell’alcol. Non sono un uomo cattivo, ho 28 anni, non fumo e bevo raramente, ma ultimamente solo l’alcol può lenire la mia sofferenza.
Ho studiato alla Facoltà di Giurisprudenza. Grazie all’aiuto dei miei genitori, io e mia moglie abbiamo vissuto in un appartamento con due stanze. Entrambi avevamo posizioni di prestigio e guadagni dignitosi. La nostra vita procedeva bene. Con mia moglie ci capivamo alla perfezione e non ci mancava nulla.
Mia moglie è una donna straordinaria. Bella, modesta e gentile. La casa era sempre pulita e in ordine. Tornavo a casa dal lavoro con piacere, sapendo che mi aspettava con una deliziosa cena.
Molti di voi direbbero “Di cosa ti lamenti? Molti sognano una vita così! Vivi e non lamentarti”.
Io non riesco più a gioire della vita. Soffro di infertilità. Da bambino ho avuto gli orecchioni. Ricordo solo che sono stato in ospedale a lungo e non andavo a scuola. Ora, dopo 20 anni, la malattia ha mostrato le sue conseguenze.
Io e mia moglie abbiamo visitato tutti i medici, perfino veggenti e guaritori. Andavamo in chiesa e pregavamo. Alla fine, ci siamo arresi… Si è scoperto che nel mio caso la malattia era incurabile.
Mia moglie ha iniziato a evitarmi, non passavamo più le serate insieme. Lei si immergeva nei libri, mentre io guardavo la televisione. Un giorno mi ha detto che una sua amica le aveva trovato un buon lavoro a Milano e, essendo ancora giovane, voleva ricominciare da capo.
Il giorno dopo si è preparata e se n’è andata. Ho scoperto della mia malattia solo due anni dopo il matrimonio. Non sapevo che potesse causare tali complicazioni.
Ricordo ora gli occhi tristi di mia madre quando ci siamo sposati e le sue parole “Oh, figli miei, cosa sto facendo!”
Allora non ci feci caso, ma ora ne comprendo il significato spaventoso. So perfettamente che la vita non finisce qui. Da qualche parte, in questa nostra bellissima città, c’è una donna sola, con un bambino in braccio, di cui potrei essere un papà meraviglioso.
Non voglio però cercare disperatamente una nuova compagna. Voglio prima curare le ferite del mio cuore e seppellire i dolori di un matrimonio durato cinque anni felici. Capisco mia moglie, che desidera avere dei figli e io non posso darle questo. Permetterle di tradirmi? Adottare un bambino? Lei vuole essere madre del proprio figlio.
E se avessi saputo dei miei problemi prima del matrimonio? Come sarebbe stata la nostra vita? Avrebbe voluto comunque restare con me o se ne sarebbe andata subito?
Perché mia madre ha nascosto la mia malattia per così tanto tempo? Se avessi saputo, tutto avrebbe potuto essere diverso. Da un lato, capisco mia madre: voleva che fossi felice. Dall’altro, si può essere felici a questo prezzo? Ognuno di noi ha la propria verità. Forse è semplicemente una prova per me. Combatto con i miei pensieri. E a casa regna ancora il silenzio e la tristezza.