Mi chiamo Laura, e fino a pochi mesi fa ero convinta di sapere tutto della vita, del matrimonio e dei tradimenti. Ma una visita ha ribaltato la mia mente e mi ha fatto vedere tutto con occhi diversi. Ora che il dolore si è un po’ attenuato, voglio raccontare come sono andata dall’amante di mio marito pronta a strapparle i capelli… e invece sono diventata sua amica.
Due mesi fa, mio marito Luca se n’è andato. Ha semplicemente preparato una valigia e ha detto che non poteva più vivere in un’atmosfera di continue critiche. Ero sconvolta. Avevamo passato insieme dieci anni, e anche se tra noi non c’era più né passione né intimità, non pensavo che avrebbe avuto il coraggio di lasciarmi. E soprattutto, non pensavo che se ne andasse per un’altra donna.
Quando ho scoperto l’indirizzo di questa Elena — così si chiamava — qualcosa dentro di me si è spezzato. Ero una corda tesa. Il cuore mi batteva forte, le mani mi tremavano. Sono andata da lei, in una casa isolata nella campagna vicino a Siena, furiosa, umiliata, pronta a litigare come una pescivendola al mercato. Volevo vomitare tutto il mio dolore in faccia a lei. Volevo riavere mio marito. O almeno capire… perché proprio lei?
Ad aprirmi la porta è stata una donna minuta, sui quarantacinque anni. Nessun sorriso. Solo stanchezza negli occhi e una malinconia contenuta.
«Allora sei tu…» ho detto fin dal primo momento. «Sei tu che mi hai portato via mio marito?»
«Sono Elena» ha risposto con calma. «Luca è andato ad aiutare mio fratello a riparare il tetto. Tornerà domani. Entra. Vuoi un caffè? O del latte fresco? L’ho munto stamattina.»
Mi sono sentita mancare. Ero pronta alla battaglia, e lei mi offriva latte fresco! Sono entrata e mi sono guardata intorno. Tutto in casa era ordinato, semplice ma curato. Profumo di erbe aromatiche, lenzuola pulite, librerie piene di volumi, e in un angolo, un cestino con gomitoli di lana.
«Con cosa l’hai stregato?» ho chiesto bruscamente. «Ha lasciato la città, l’appartamento, il comfort, il lavoro… per tutto questo?»
«Chiedilo a lui. È venuto da solo. Non l’ho chiamato io.»
«Ah, no?! E tu, immagino, ti sei subito inginocchiata davanti a un uomo con uno stipendio decente e una macchina…»
Elena mi ha guardato con pietà:
«Laura, ho cresciuto due figli da sola. Mio marito è morto anni fa. So lavorare sodo e non ho illusioni. Ma so rispettare la persona che amo. Forse è questo che ha attratto Luca.»
«E invece ti ha solo scaricato addosso tutte le mie colpe! E tu ne hai approfittato per infilarti nel mio matrimonio!»
«Non si è lamentato» ha risposto dolcemente. «Mi raccontava. Di come tornava a casa e ogni sera gli ricordavi quanto ti doveva. Di come lo umiliavi davanti agli amici, di come montavi scenate. Lui voleva solo silenzio. Voleva qualcuno che lo aspettasse. Senza pretese.»
Mi sono zittita. All’improvviso non mi sentivo più a mio agio. In Elena non c’era rabbia né falsa amarezza. Solo onestà.
«Anche tu sei stanca, Laura» ha continuato. «Hai dolore e rancore. Ma non litighiamo. Se deciderà di andarsene, lo lascerò andare. Non lo tengo qui con la forza. Noi… siamo semplicemente in pace.»
Per la prima volta dopo mesi, non sapevo cosa dire. Mi sono seduta al tavolo e abbiamo bevuto un caffè. Mi ha offerto una crostata fatta in casa, miele e formaggi stagionati.
Poi ha aggiunto:
«Resta a dormire qui. È già buio. E abbiamo ancora tanto da dirci. Ti preparo il letto nella stanza di mio figlio, lui vive all’università.»
Sono rimasta. Quella notte non ho quasi dormito. Nella mia mente giravano le parole di Elena, i ricordi delle litigate con Luca, di come gli avevo scaricato addosso la mia insoddisfazione, di come urlavo, accusavo, mi lamentavo… senza accorgermi che lui si spegneva accanto a me.
La mattina dopo mi sono alzata in silenzio e le ho lasciato un biglietto:
*Elena, sono venuta da te come un’inimica. Me ne vado con rispetto. Grazie per non avermi umiliata, gridato addosso o cacciata. Se il destino ti darà una possibilità di essere felice, prendila. E se mai verrai a Siena, passa a trovarmi. Solo per un caffè.*
Me ne sono andata. Senza drammi. Senza scene.
Luca non è tornato. Ma ormai non volevo più che lo facesse. Adesso lo so: quando una persona se ne va, è perché stava davvero male. E se qualcuno gli ha dato il calore che io non ho saputo dare… che sia felice.
E io… ho ancora tutta la vita davanti.