Alessio, sono ancora qui: una storia d’amore e speranza sulla costa italiana

Ale, guarda che meraviglia! esclamò Beatrice con gli occhi pieni di luce, la pelle dorata dal sole. Allargò le braccia come per abbracciare linfinito del mare davanti a loro.
I suoi capelli castani, schiariti dal sole, danzavano nel vento. Te lavevo detto che questo mese sarebbe stato il più bello della nostra vita!

Alessio, accanto a lei sulla sabbia bianca, aggiustò il cappello di paglia e sorrise. Ma dentro di lui un nodo stringeva il cuore. Il pensiero che potesse essere lultima occasione per riconquistare la felicità perduta lo tormentava.

Sì, Bea, sarà il mese più bello rispose, cercando di mantenere un tono leggero. Hai sempre ragione tu.

Ma il peso delle parole del medico, due mesi prima, restava: «Tumore, stadio avanzato, due o tre mesi». E così erano venuti qui, in riva al mare, perché Beatrice aveva deciso di vivere, non di arrendersi.

Andiamo a nuotare? lo prese per mano, gli occhi brillanti. Su, Ale, non fare il serio! Ricordi quando da ragazzi saltavamo nel fiume dalla cascata? Avevi paura che la corrente ti portasse via i calzoncini!

Alessio rise, e per un attimo il dolore svanì. Era così che Beatrice lo strappava dalloscurità.

Non avevo paura, ero prudente scherzò lui. Va bene, corriamo. Ma se uno squalo mi mangia, la colpa è tua.

Ridendo come due adolescenti, si tuffarono tra le onde. Beatrice giocava nellacqua, mentre Alessio la guardava, trattenendo il fiato. Il cuore gli si riempiva damore e di dolore. Era bellissima, e lui lamava più di ogni cosa. Perderla sembrava impossibile, eppure…

“Lamore dà la forza di sperare, anche quando il tempo sembra nemico.”

La loro storia era iniziata al liceo, in un paesino della Toscana dove tutti si conoscevano. Beatrice era arrivata come una cometa nuova, con un sorriso luminoso e capelli castani che potevano sciogliere il cuore più duro.

Trasferitasi con la famiglia da Firenze, era diventata subito il centro dellattenzione. Alessio, alto e impacciato, sempre con un libro in mano, non credeva che avrebbe mai notato lui. Ma una sera, durante una festa scolastica, si era fatto coraggio e laveva invitata a ballare.

Sei diverso gli aveva detto, fissandolo negli occhi. Non cerchi di sembrare migliore degli altri.

E tu non hai paura che ti calpesti i piedi? aveva risposto lui, ridendo. La sua risata li aveva uniti, e da quel momento erano diventati inseparabili.

Dopo il liceo, Alessio era partito per Milano a studiare ingegneria, Beatrice per Bologna, lettere.
Si scrivevano lunghe lettere, aspettando le vacanze per stare insieme.
La lontananza aveva reso il loro legame più forte.
A ventidue anni, appena laureati, si erano sposati. Un matrimonio semplice, nella sala del municipio, decorata con fiori di carta. La musica di Laura Pausini faceva da sottofondo. La felicità riempiva i loro cuori, e il resto non contava.

Ma poi era arrivata la vita quotidiana, a volte dura. Affittavano un piccolo appartamento, lavoravano senza sosta, sognando una casa e una caffetteria. La stanchezza e le difficoltà portarono litigi.

Piccole liti per sciocchezze: chi non aveva lavato i piatti, chi dimenticava di pagare le bollette. Una volta, furioso, Alessio sbatté la porta e gridò:

Forse è meglio se ci lasciamo!

Beatrice non rispose. Poi, piano, disse:

Ale, ti amo troppo per perderci così. Proviamo a vivere in un altro modo.

Un giorno alla settimana era solo per loro.
Niente lavoro, niente telefoni, niente rabbia.
Passeggiate, tè sul balcone, ricordi della gioventù.
Il loro amore rifiorì, come un fiore dopo linverno.

Dopo cinque anni, comprarono una casa con giardino e aprirono una caffetteria. Poi arrivarono le gemelle, Sofia e Giulia, riempiendo la casa di gioia e caos. Beatrice era una madre perfetta dolce, paziente, con una storia per ogni sera. Alessio spesso pensava: “Che fortuna ho.”

Ma il tempo passò. Le figlie partirono per luniversità, lasciando la casa vuota. Per riempire il vuoto, si buttarono nel lavoro. Aprirono una seconda caffetteria, lavorando giorno e notte. E poi, un pomeriggio, Beatrice sbiancò e crollò a terra.

Bea! Bea, svegliati! Alessio la scuoteva, in attesa dellambulanza. In ospedale dissero che era solo stanchezza, ma lei scrollò le spalle: «È solo fatica, Ale. Andrà tutto bene».

Il giorno dopo, svenne di nuovo. Il medico, senza alzare lo sguardo, pronunciò la sentenza: cancro, inoperabile, due mesi.

A casa, Beatrice disse con calma:

Ale, non chiamiamo le ragazze. Non voglio che mi vedano così. Voglio andare al mare. Ricordi quanto ne parlavamo? Sabbia, cocktail, ballare sotto le stelle. Facciamolo ora.

Lui avrebbe voluto protestare, ma non poté. Se era il suo ultimo desiderio, lavrebbe esaudito.

Ale, dove sei? una onda lo investì, riportandolo al presente. Ehi, sei perso nei tuoi pensieri!

Sono qui sorrise, nascondendo le lacrime, tuffandosi sotto lacqua. Stavo solo pensando a ieri, quando mi hai battuto a carte. Che mossa!

Sta attento! rise lei, la sua risata si diffuse sul mare. Stasera andiamo in quel ristorante con la musica dal vivo? Voglio ballare fino allalba!

Sei sicura di farcela? Magari è meglio riposare le parole di Alessio suonarono goffe; Beatrice odiava i riferimenti alla malattia.

Ale, sono viva, e voglio vivere! disse con fermezza. Promettimi che non mi seppellirai prima del tempo. Promettimelo.

Te lo prometto sussurrò lui, e si abbracciarono nellacqua calda, come nel destino stesso.

Il mese al mare divenne un sogno: passeggiate sul lungomare, gelati, balli sotto le stelle con la musica di un orchestrina. Beatrice rifiorì: guance rosate, occhi luminosi. Alessio si chiedeva: forse i medici si sbagliavano? Era un miracolo?

Una sera, sul balcone dellhotel, Beatrice disse:

Ale, non ho paura. Anche se fosse la fine, sono felice. Ho te, le nostre figlie, e questo tramonto. Ho avuto una vita bellissima.

Non parlare così la voce di Alessio tremò. Ballerai ancora ai matrimoni dei nostri nipoti.

Lei sorrise e gli strinse la mano.

Tornati a casa, Beatrice volle nuovi esami. Alessio temeva quel giorno, terrorizzato che il tempo fosse scaduto.

Eppure, il medico, studiando le lastre, disse stupito:

Quasi incredibile. Dopo ulteriori analisi, il tumore è quasi sparito. Succede raramente. Il tuo corpo è un guerriero, Beatrice.

Alessio lo fissò, incredulo. Beatrice pianse di gioia. Si abbracciarono nello studio, mentre il medico, imbarazzato, usciva.

Ale, è stato il mare sussurrò lei. Il nostro amore ci ha salvati.

Sei tu che mi hai salvato rispose lui. Sempre.

Ripresero la vita di prima la caffetteria

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