*Ali spezzati dell’amore: quando il passato bussa alla porta*
Martina tornò a casa prima del solito. Il progetto su cui aveva lavorato senza sosta era finalmente finito, e decise di fare una sorpresa a suo marito, Federico. Entrò al supermercato, comprò i suoi cibi preferiti — formaggio, frutta, frutti di mare — e salì le scale fischiettando.
“Fede, sei a casa?” chiamò, notando le sue scarpe e la giacca nell’ingresso.
Silenzio. Niente televisione, niente passi, nessun “Oh, sei già tornata! Cosa hai portato?”
Martina si insospettì. Mise giù le borse e attraversò l’appartamento. C’erano vestiti di Federico ovunque — camicie, calzini, una cintura. In camera lo trovò, di spalle, davanti all’armadio aperto, con una valigia in una mano e delle maglie nell’altra.
“Eccoti qui! Ti preparo la cena,” disse allegra, ma la voce le tremò. “Di nuovo in viaggio di lavoro?”
Federico si voltò. Aveva un’espressione stranamente calma. Le prese le mani.
“Marti, va’ in cucina. Preparaci qualcosa. Poi ti raggiungo. Devo spiegarti una cosa.”
Martina non capiva, ma ubbidì.
In cucina, le mani le tremavano. Accese il forno, preparò il pesce al forno che piaceva tanto a Federico, tagliò l’insalata, mise su il formaggio. Si calmò un po’. “Forse mi sto facendo troppe paranoie,” pensò.
Ma dentro di sé sentiva già la tempesta avvicinarsi.
Passarono venti minuti. Dalla camera, nessun rumore. Aprì la finestra — entrò un vento caldo. Poi, quasi senza far rumore, Federico la abbracciò da dietro.
“La cena è pronta,” sussurrò lei, per voltarsi, ma lui la trattenne più forte.
“Martina… Sei sempre stata intelligente. Comprensiva. Spero che capirai anche ora. Me ne vado.”
Il tempo si fermò.
“È più forte di me… Scusami.”
Era combattuto da mesi, straziato tra passato e presente. Ma oggi aveva deciso.
“Tu sei meravigliosa. Dolce. Intelligente. Ma non ti amo più. Forse non ti ho mai amato davvero…”
Si staccò di colpo, afferrò la valigia e scappò via, lasciandola impietrita. Dietro di lei, il cibo preparato con amore si raffreddava.
Rimase lì, gli occhi vuoti, in un silenzio che pesava come macigni.
Quella notte non chiuse occhio. Pianse, urlò nel cuscino, fissò il soffitto. All’alba, mentre finalmente si addormentava, qualcuno suonò alla porta.
Era Federico, con gli stessi vestiti di prima. Accanto a lui, una bionda con occhi azzurri e gelidi.
“Lei è Beatrice,” disse lui. “Ti ricordi, ti parlavo del mio primo amore al liceo?”
Sì, lo ricordava. Era stata Beatrice a spezzarlo. Dopo il suo tradimento, Martina lo aveva raccolto a pezzi quando si erano incontrati la prima volta in un parcheggio del supermercato. Lui aveva quasi urtato la sua macchina.
Lo aveva preso con sé, gli aveva dato affetto, cura, una casa. E lui… era tornato da chi l’aveva abbandonato.
“Ci siamo ritrovati,” continuò Federico. “Beatrice ha divorziato. Abbiamo ricominciato a parlare. Tutti quei viaggi di lavoro… non erano veri.”
“Perché siete venuti?”
“Perché sentissi la verità da me, non da altri. Beatrice voleva ringraziarti. Per avermi sostenuto allora.” Beatrice annuì in silenzio.
“Vuoi che sia felice, vero?” chiese Federico, cercando il suo sguardo.
Martina chiuse la porta senza dire una parola.
“Ma cos’ha che non ho io?” singhiozzò tra le braccia dell’amica Sofia. “Sì, è bella. Elegante. Ma lei lo ha tradito! E ora torna, e lui le perdona tutto?”
Sofia avrebbe voluto dirle: “Te l’avevo detto. Non stare con un uomo che ancora vive nel passato.” Ma tacque. Le accarezzò solo la spalla e sussurrò:
“Passerà. Anche tu sarai felice, vedrai.”
“Ma io avevo già trovato il mio principe…”
Per due settimane Martina non uscì di casa. Poi tornò al lavoro, camminando come un’ombra, insensibile ai pettegolezzi. Era vuota.
“Basta così,” disse Sofia dopo qualche mese. “Prendi le tue cose. Andiamo al mare.”
Martina resisteva. Guardava il telefono, le foto di Federico e Beatrice, il suo pancione.
“Avranno un bambino, Sofia… A loro tutto va bene…”
“E a te andrà meglio! Ma solo se smetti di guardare indietro!” sbottò l’amica.
Piano piano, qualcosa cambiò. Martina riprese a sorridere. Si aprì a un collega che le aveva sempre dimostrato interesse. E poi… il matrimonio.
Sofia, con un pancino già evidente, mangiava la terza coppa di gelato nel negozio degli abiti da sposa mentre Martina provava il vestito.
“Sarai la più bella!” rise. “Stai serena, andrà tutto bene.”
Ma il destino ama le ironie.
Quando Martina tornò a casa, trovò Federico seduto sotto la sua porta. Con una bambina di tre anni in braccio.
“È mia figlia, Alice. Beatrice ci ha lasciati. Vuole ricominciare da zero. Senza di noi.”
“E sei venuto… da me?” la voce di Martina tremò.
“Non ho nessun altro. Aiutami…”
“Tra quattro giorni mi sposo, Federico.”
Lui annuì. Abbassò lo sguardo.
“Lo capisco. Ma io… non ce la faccio. Non so come fare il padre.”
Martina guardò la bambina addormentata. La sua manina era appoggiata sulla guancia.
“Ti aiuterò come potrò. Ma tra noi è finita. Per sempre.”
Il passato può bussare quando meno te lo aspetti. Ma sta a noi decidere se aprirgli di nuovo la porta.