Ambulanza a sfrecciato a tutta velocità per le strade di Firenze

L’ambulanza sfrecciava veloce per le strade di Roma, mentre la sirena suonava come un grido di disperazione. Dentro, Ginevra giaceva priva di sensi, in bilico tra la vita e la morte. Il primario, un uomo dai capelli grigi di nome dottor Rossi, controllava continuamente il suo polso e dava ordini concisi agli infermieri:

“Più veloce! Tenete la pressione costante, non fate che perda altro sangue. Il bambino ha ancora una possibilità!”

Accanto a lei, Luisa si torceva le mani, sussurrando preghiere. Sentiva il cuore stretto dalla colpa per non essere intervenuta prima, nella villa. Ricordava lo sguardo di ghiaccio di Beatrice, freddo come la lama di un coltello, e aveva finalmente capito la verità.

**Pronto soccorso**
Quando la barella di Ginevra fu portata in pronto soccorso, Matteo si avventò sui medici, con gli occhi arrossati dalle lacrime e dalla rabbia.

“Vi prego, salvate lei e nostro figlio! Non posso perderli!”

Il dottor Rossi lo guardò con la severità di un professionista che sapeva non esserci tempo per drammi.

“Signor Lombardi, aspetti fuori. Faremo tutto il possibile.”

Matteo rimase immobile per qualche istante, poi si lasciò cadere su una panchina in corridoio. Si coprì il viso con le mani e, per la prima volta in vita sua, quelluomo sicuro di sé sentì la terra mancargli sotto i piedi.

Dietro le porte chiuse, il team medico lottava per la vita di Ginevra. Il suo respiro era debole, ma il cuore batteva ancora. Il bambino, però, era in condizioni critiche. I macchinari suonavano ritmicamente e la tensione era alle stelle.

**Sala dattesa**
Beatrice era entrata in ospedale, accompagnata da due amiche strette chiamate frettolosamente per fare da sostenitrici. Il suo volto era di pietra, ma la voce tremula impressionava chiunque:

“Poverina come ha potuto scivolare così? Volevo solo che fossimo una famiglia unita.”

Luisa, in un angolo, la fissò con odio represso. Se avesse avuto il coraggio di dire la verità in quel momento, forse tutto sarebbe finito diversamente. Ma la paura del potere di Beatrice, della sua influenza in città e del modo in cui poteva rovinare vite la paralizzava.

**Matteo e sua madre**
“Mamma!” esplose Matteo, alzandosi di scatto. “Doveri quando è successo? Luisa dice che eri con lei!”

Beatrice gli toccò il braccio con falsa tenerezza:

“Figlio mio, ero di sopra. Ho visto solo la sua caduta È stato tutto così veloce. Dio, se solo avessi potuto fermarla!”

Lacrime finte le rigavano il viso, ma Matteo non era più sicuro se crederle. Una piccola crepa, ma profonda, si era aperta nella sua fiducia.

**Notizie dalla sala operatoria**
Dopo ore di tensione, la porta si aprì. Il dottor Rossi, con il volto segnato dalla stanchezza, si avvicinò a Matteo.

“Signor Lombardi, sua moglie è viva. È stata una lotta dura, ma è stabile. Però il bambino”

Le parole gli si spezzarono, e Matteo capì senza bisogno di spiegazioni. Il suo mondo crollò. Si appoggiò al muro, le lacrime che gli scorrevano senza sosta.

“Dottore voglio vederla.”

“Tra poco sarà trasferita in camera. Deve riposare. Ma abbiamo notato dei lividi sul torace e sulle braccia. Non sembrano causati solo da una caduta. Sarò costretto a denunciare tutto alle autorità.”

Beatrice, udendo la conversazione, si irrigidì per un attimo. Poi riprese il controllo e abbracciò il figlio, cercando di manipolarlo con falsa dolcezza:

“Non ascoltarli, tesoro. Sai come nascono le voci. Hai solo bisogno di pace adesso.”

**Il risveglio di Ginevra**
Dopo poche ore, Ginevra aprì gli occhi. Era pallida, a stento che respirava. Matteo le baciò la mano e cercò di trattenere le lacrime.

“Ginevra amore mio sei qui con me.”

Lei lo fissò a lungo, poi gli occhi le si riempirono di lacrime. Cercò di toccarsi la pancia, ma capì tutto dallo sguardo del marito. Un gemito straziante le sfuggì dalle labbra.

“Il nostro bambino”

Matteo la strinse al petto, sussurrandole:

“Supereremo tutto insieme. Ho te, e questo è ciò che conta.”

Ma nel cuore di Ginevra cresceva un altro dolore: non solo la perdita del figlio, ma la certezza che dietro la tragedia cera proprio la donna che avrebbe dovuto proteggerla.

**La confessione di Luisa**
Qualche giorno dopo, Luisa non poté più sopportare il silenzio. Trovò Ginevra sola in camera e, con voce tremante, confessò:

“Signora Ginevra deve sapere la verità. Lei non è caduta da sola. La signora Beatrice lha spinta. Ho visto tutto.”

Ginevra sentì il sangue ritirarsi dal viso. Era la verità che aveva sospettato, ma ora aveva la conferma.

“Luisa perché me lo dici solo adesso?”

“Avevo paura. Sa quanto potere ha in città Ma non posso più vivere con questo peso.”

Ginevra le prese la mano e, con una forza inaspettata, sussurrò:

“Ti giuro che non resterà impunita.”

**Linchiesta**
Poco dopo, la polizia italiana aprì unindagine. Le dichiarazioni dei medici, i segni sul corpo di Ginevra e la testimonianza di Luisa formavano un puzzle agghiacciante.

Beatrice, però, non era una donna che si arrendeva facilmente. I suoi avvocati prepararono strategie e amici influenti cercavano di soffocare lo scandalo.

Matteo era straziato tra lamore per sua madre e la cruda verità che emergeva. Lo tormentavano lo sguardo di Ginevra, la sua sofferenza muta, e le parole di Luisa, impossibili da ignorare.

**Lo scontro finale**
Una sera, Matteo entrò nel salone di casa, dove Beatrice lo aspettava, elegante e fredda come sempre.

“Mamma, dimmi la verità. Hai spinto Ginevra?”

Beatrice sollevò il mento con orgoglio.

“Figlio mio, ho fatto tutto per il tuo bene. Lei non ti meritava. Avrebbe rovinato la nostra famiglia. Io lho salvata.”

Matteo la guardò con orrore.

“No tu hai distrutto tutto. Hai ucciso nostro figlio. E non ti perdonerò mai.”

Le sue parole caddero come un fulmine. Beatrice rimase immobile, ma nei suoi occhi si accese una fiamma di odio impotente.

**Epilogo**
Il processo che seguì sconvolse tutta Roma. I giornali parlavano della “tragedia dei Lombardi” e la gente ne discuteva per strada.

Ginevra, seppur fragile, trovò la forza di testimoniare. Luisa confermò ogni parola. I medici portarono prove incontestabili.

Beatrice Lombardi, una volta rispettata e temuta, fu condannata a molti anni di carcere per tentato omicidio.

Matteo e Ginevra, segnati per sempre, trovarono conforto luno nellaltra. Si promisero di ricominciare, di non lasciare che le ombre del passato rovinassero il loro futuro.

Ma nel profondo del cuore di Ginevra, la ferita della perdita non si sarebbe mai rimarginata. E ogni volta che saliva le scale di marmo della villa, sentiva un brivido freddo e ricordava: l

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