Amore e delusione: la sorpresa amara di una decisione improvvisa

Non mi aveva avvertito… Mi aveva solo messo davanti al fatto compiuto: come l’amore si è trasformato in amara delusione.

Mi chiamo Beatrice. Ho ventisette anni. Sono sicura di me, bella, con un buon lavoro e uno stipendio stabile. Avevo dei sogni semplici: sposarmi, avere due figli e un giorno guidare la mia macchina, comprata con i soldi guadagnati onestamente. Non cercavo la ricchezza, volevo solo amore e serenità.

Un anno fa ho conosciuto Andrea. Sembrava maturo, affidabile, con un carattere equilibrato e un sorriso dolce. Mi sono innamorata come forse succede una sola volta nella vita. Abbiamo iniziato a frequentarci e presto mi ha proposto di trasferirmi nel suo appartamento a Firenze. Non ho esitato.

Ma i miei genitori erano completamente contrari.

– È già stato sposato, Beatrice! Se non è riuscito a tenere insieme la famiglia, il problema è lui – diceva mia madre guardandomi con preoccupazione.

Anche mio padre non nascondeva la sua antipatia. Ma io credevo che tutti meritassero una seconda possibilità. E così sono partita. Ho portato valigie, vestiti, libri, un po’ di calore domestico. In quel momento non sospettavo nemmeno che, varcando la soglia di quell’appartamento, stessi scavalcando anche il confine della fiducia.

In cucina, seduto al tavolo, c’era un bambino di sette anni.

– È mio figlio, Matteo. Vivrà con noi – annunciò Andrea con tono normale, come se stesse parlando di un gattino e non di una persona a cui non ero pronta a fare da matrigna dal primo giorno.

Rimasi senza parole.

– Perché non me lo hai detto prima?

– Cosa sarebbe cambiato? – fece spallucce lui. – Sua madre è andata a vivere con il nuovo marito a Bari, e il bambino ormai le dà fastidio. Da soli non ce la facciamo, tu sei una donna adulta…

Ho cercato di convincermi che ce l’avrei fatta. Ho sempre amato i bambini. Pensavo che avremmo trovato un equilibrio, che ci saremmo affiatati. Ma andò tutto storto.

Matteo si rivelò irritabile, capriccioso e maleducato. Mi insultava, faceva scenate, urlava che “cucinavo male” e che “puzzavo di estranea”. Appena Andrea si avvicinava a me, il bambino iniziava a essere geloso e a pretendere attenzione a gran voce.

Ero esausta. Tornata dal lavoro, lavavo i pavimenti, stiravo, cucinavo, e poi dovevo occuparmi di un bambino che mi odiava apertamente. Ci provavo – offrivo aiuto con i compiti, proponevo di giocare insieme, di leggere fiabe. Lui mi voltava le spalle in silenzio o chiamava suo padre. Per lui esisteva solo Andrea.

Quando mi lamentavo con lui, Andrea mi liquidava:

– Abituati, sei grande. Sii più dura. Se non vuoi, non dargli retta. È solo un bambino, cosa vuoi che faccia?

Stringevo i denti. Ma ogni sera mi sentivo sempre più scoraggiata. Non volevo più tornare a casa. Non mi sentivo più amata.

E poi un giorno non ci andai. Andai dalla nonna a Perugia. Spensi il telefono e sparii per ventiquattr’ore. Quando chiamai Andrea la mattina dopo, lui fu freddo. Provai a spiegarmi:

– Andrea, dobbiamo parlare. Non mi avevi detto che avremmo vissuto in tre. Non ero pronta. Non riesco a trovare un accordo con Matteo. E tu non mi sostieni…

– Sostenerti? Sei un’adulta! Se non riesci a gestire un bambino, è un tuo problema. Hai fallito la prova.

– Quale prova? – balbettai.

– Quella di resistenza! Sei scappata. Vuol dire che non fai per me. Ti piaceva il mio appartamento e i miei soldi, non io. Sei un’egoista!

– Io un’egoista?! È la tua ex moglie l’egoista, se vi ha lasciato suo figlio! E tu non me l’hai nemmeno detto! Non ero pronta a fare la madre!

– Se ne vada – tagliò cortamente. – Prenda le sue cose e se ne vada.

In silenzio, feci le valigie. Le lacrime mi strozzavano, ma resistevo. Uscì dal suo appartamento e lasciai dietro di me tutto quello che fino al giorno prima sembrava l’inizio di una nuova vita.

E sapete una cosa? Non mi pento. Ho capito che non devo dimostrare il mio valore a nessuno, soprattutto a chi ha deciso di trasformare l’amore in un esperimento.

Credo ancora nella famiglia, ma ora so bene una cosa: non permetterò più a nessuno di cambiare la mia vita di nascosto. Un uomo con un figlio non è una condanna. Ma un uomo che nasconde la verità di sicuro non è l’uomo giusto per me.

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