Amore e Spezzatino
Vittorio e Ludovica erano appena tornati dal supermercato. Carichi di buste, le depositarono in cucina e iniziarono a sistemarle. Vittorio, sempre indaffarato, si voltò all’improvviso verso Ludovica e le disse con un lieve sorriso:
— Ludovica, vai a riposarti. Io preparerò qualcosa di speciale… Il mio piatto forte. Lo spezzatino!
— Sai cucinare lo spezzatino? — Ludovica rimase immobile, a bocca aperta per la sorpresa.
— Certo, perché? — rispose lui, sinceramente stupito.
— No, è solo che… — all’improvviso si coprì il viso con le mani e scoppiò in lacrime. Silenziose ma intense, come se un fiume di emozioni stesse finalmente traboccando.
Vittorio si avvicinò, confuso, e si sedette accanto a lei.
— Che c’è, Ludovica? È successo qualcosa?
Lei non riuscì subito a rispondere, ma dopo qualche istante, asciugandosi le lacrime, sussurrò:
— Nessuno… in tutti questi anni… mi ha mai preparato uno spezzatino. Mai. Solo mia madre, tanto tempo fa… Poi, sempre io a cucinare per gli altri. Mentre lui… Michele… mangiava, beveva, si divertiva… E io tiravo avanti.
Vittorio abbassò lo sguardo. Sapeva che Ludovica si era appena separata. E sapeva quanto fosse difficile per lei.
Il divorzio da Michele era stato inevitabile. Lui era sparito in una notte di baldoria poco prima delle vacanze in famiglia, senza presentarsi alla stazione, dove lo aspettavano moglie e figlio. Fu allora che Ludovica capì: basta. Non ne poteva più.
All’inizio, fu un sollievo. Niente porte sbattute, né chiacchiere ubriache in cucina a notte fonda. Niente amici con l’alito pesante. Solo silenzio e libertà. Ma dopo sei mesi, quel silenzio diventò opprimente. La soffocava.
Sì, Ludovica aveva suo figlio Luca, il lavoro, le amiche fedeli. Ma le mancava qualcosa di essenziale: una spalla accanto. Qualcuno che la sostenesse.
Così si rivolse a suo fratello Bruno:
— Hai qualcuno di serio da propormi? Niente festaioli o uomini invadenti.
Bruno sorrise:
— C’è Vittorio. È una persona semplice, ma affidabile. Non è un Adone, però ha un buon cuore. Fidati, non ti consiglierei mai male.
Al primo appuntamento, Vittorio le sembrò troppo modesto. Magro, alto, con lineamenti lontani dagli standard delle riviste. Niente di eclatante, ma… i suoi occhi erano sinceri.
*”Magari col tempo crescerà l’affetto”*, pensò lei, e decise di dargli una chance. Peggio di così, ormai, non poteva andare.
I primi incontri furono un po’ imbarazzanti. Poi, all’improvviso, Vittorio sparì per una settimana. Ludovica pensò di non essergli piaciuta. Si sentì offesa. Ma lui riapparve con una torta e dei fiori.
— Mi hanno mandato in trasferta all’ultimo momento. Scusa se non ti ho avvertita.
Da allora, si videro più spesso. Camminavano insieme, chiacchieravano. Luca, però, Ludovica ancora non lo presentava— aveva paura di rovinare quel fragile tepore che sentiva crescere dentro.
Un giorno si incontrarono al supermercato. Le buste erano pesanti, e Vittorio disse:
— Ho la macchina. Carichiamo tutto nel bagagliaio.
— Hai la macchina? Non lo sapevo…
Mentre sistemavano le borse, arrivò Michele. Ubriaco, come al solito. Con lo sguardo torvo. Osservò Vittorio e iniziò subito a provocare:
— Che sorpresa! Ti sei trovata un altro, eh? E io, invece, voglio vedere mio figlio!
— L’ex? — sussurrò Vittorio.
— Sì… — sospirò Ludovica.
— Vattene, Michele, — disse lei con calma. — Non oggi.
— Oh, hai paura! E tu, bello mio, stai attento! — barcollando, Michele se ne andò.
Vittorio trattenne la rabbia. Per rispetto di Ludovica.
A casa, lei rimase in silenzio mentre sistemava la spesa. Poi si sedette su uno sgabello e si strinse le spalle.
— Ti ha turbata? — chiese Vittorio con delicatezza.
— Sì…
— Gli vuoi ancora bene?
— No. Ho già sepolto quei sentimenti da tempo. Restano solo i rimpianti.
— Allora c’è un futuro. Riposati, io preparo lo spezzatino.
— Davvero sai farlo? — domandò di nuovo stupita.
— Certo.
E di nuovo, le lacrime. Per la stanchezza. Perché finalmente c’era qualcuno che non pretendeva, non approfittava, non distruggeva, ma voleva solo cucinare per lei…
Vittorio lavorava in cucina, mentre Ludovica si addormentò in salotto. Lui si avvicinò, le sistemò la coperta, chiuse le tende. Si fermò un attimo e le accarezzò i capelli, come se fossero sacri.
All’improvviso, un rumore alla serratura.
*”Sarà Luca?”*, pensò.
Ma era Michele.
Un minuto dopo, era già di nuovo fuori dalla porta, sbattendola alle sue spalle.
— Non provare a tornare! — gridò Vittorio. Poi tornò a controllare le patate.
Mezz’ora dopo, Ludovica si svegliò sbadigliando. Sorrise.
— È venuto qualcuno?
— Avrai sognato, — rispose dolcemente lui.
Ma dentro di sé pensava: *”Da ora in poi, la proteggerò. Sempre.”*
Quella sera, Ludovica disse:
— Voglio che tu conosca Luca. E… domani cambio la serratura.
Un mese dopo, si sposarono. Bruno era felice. Ripeteva spesso a Luca:
— Ecco tuo padre. Quello vero. Abbi cura di lui.
E il bambino annuiva.
La sera, Vittorio preparava di nuovo lo spezzatino. E non riusciva a credere che la felicità potesse iniziare così, con semplicità. Una felicità fatta di amore, di gentilezza… e di un semplice spezzatino.