Amore Senza Frontiere

Ignazio? Teresa Bianchi guarda il vicino con sorpresa sei a casa? Credevo fossi a Roma. Loredana mi aveva detto che vi sareste cambiati solo tra due settimane.

Sono ammalato, brontola Ignazio Serafini, chiudendo la porta e voltandosi verso la vicina.

È qualcosa di serio? chiede lei, premurosa.

Nulla di che! esplode Ignazio, ho tossito due volte e già mi fanno fare il furbo. Vai via, potresti contagiare il bambino! Ecco perché sono tornato. Loredana ha dovuto farcela da sola. È scappata di notte.

E pensi di continuare così per sempre? incalza la vicina con un filo di sarcasmo non vi siete stancati?

Come così? aggrotta Ignazio.

Di solito non sopporta che gli chiedano della famiglia, ma ora non trattiene la risposta.

Lavoro a turni!

Dai, Teresa, fa una smorfia Ignazio che centra il turno? Non è una questione di lavoro. Per noi è una vera gioia.

Gioia? Mi sembra che ultimamente siete entrambi sprofondati nellacqua! Siete felici? Basta fare il giocoliere con voi stessi, nessuno vi apprezzerà comunque.

***

Ginevra, figlia di Ignazio e Loredana, dopo la laurea fatica da quasi un anno a trovare un impiego in linea con gli studi: qualche offerta è troppo lontana, altre pagano poco, altre ancora non le piacciono. I genitori la rassicurano, assicurandole che troverà ciò che cerca.

Il tempo passa, ma il lavoro dei sogni resta un sogno.

Allora decide di partire per Roma. Una compagna di corso ha trovato un posto lì e le propone di andare insieme, ci sono altre aperture, così siamo due e non è così spaventoso: è comunque unaltra città.

I genitori non sono contenti. Pensano che a casa possa sistemarsi bene, basta attendere. Inoltre Ginevra non ha mai vissuto da sola e immagina a malapena cosa significhi affittare un appartamento, con costi non propriamente contenuti. Chi dovrà sostenere questa spesa? E per quanto tempo? si chiedono.

Nonostante le loro proteste, Ginevra promette di chiamare ogni giorno e di tornare spessospesso e parte per Roma.

Arriva e si sistemano in un dormitorio universitario, così non deve affittare. Non avrebbero mai immaginato una sistemazione del genere.

Allinizio Ginevra torna spesso, sente la mancanza di casa. Poi le visite diventano più rare, le chiacchiate si riducono a telefonate sporadiche.

Inizia una storia con il romano Cristiano. Il rapporto evolve rapidamente e presto parlano di matrimonio. Ignazio e Loredana sono al settimo cielo: la figlia, in segreto, annuncia di aspettare un bambino.

***

Dopo le nozze, i giovani affittano un appartamento. Cristiano rifiuta categoricamente di vivere con i genitori. I suoceri, offesi, non contraccambiano, ma accettano: Se vuoi vivere da solo, fallo, ma non contare su di noi.

Cristiano risponde con un sorriso:

Non conto su nessuno!

Perché lo fai? lo ammonisce Ginevra, una volta soli sono i tuoi genitori, non sai mai cosa può succedere.

Non temere! la avvolge in una stretta, tutto andrà bene.

E così va. Il lavoro è stabile, la gravidanza procede senza intoppi, Ginevra va in congedo e partorisce una bambina graziosa e sana. Nonni e nonne non hanno dubbi sul piccolo tesoro.

I suoceri romani, ormai pensionati, la visitano ogni settimana. I genitori di Ginevra vengono quando possono: il padre sta finendo lanno prima della pensione, la madre ha ancora cinque anni di lavoro davanti.

Tutto è sereno finché Cristiano non perde il lavoro. Non tanto perde: decide di dimettersi, convinto di trovare una posizione migliore, ma la nuova offerta sparisce allultimo minuto. La delusione lo colpisce duramente.

Si chiude in sé, inizia a bere, diventa irritabile, costantemente scontento, arrabbiato contro il mondo intero. La depressione lo travolge, finché non deve ricoverarsi.

Ginevra è lacerata tra marito e figlia. Cristiano richiede più attenzioni di quante ne possa dare una bimba di due anni, Vera.

E poi la suocera

Hai abbandonato mio figlio, non ti curi più di lui, viva sul tuo collo!

Sul quale collo? sbuffa Ginevra io sono in congedo!

Allora smettila di stare a casa! La bambina ha due anni! Trova un lavoro, oppure vivrai tutta la vita alle nostre spese!

Ginevra si domanda se la suocera sia davvero così o se stia recitando. Cristiano è disoccupato da sei mesi; vivono con le indennità di maternità e con lo stipendio che i genitori di Ginevra le danno, una sola mensilità. Eppure la suocera le rimprovera ogni giorno!

Delusa, Ginevra racconta tutto ai genitori. Ignazio e Loredana ascoltano e suggeriscono di cercare un asilo per Vera, per precauzione.

Prima di tutto ci vorrà del tempo, dice la madre.

E se la suocera ha già sollevato la questione, difficilmente si tirerà indietro, aggiunge il padre.

Ma Vera è ancora piccolissima! singhiozza Ginevra che asilo?

Ti ricordi quando ti abbiamo messo allasilo a un anno e mezzo? sorride Loredana guarda dove sei ora!

Mamma! gli occhi di Ginevra sono pieni di lacrime allora non avremmo potuto fare diversamente? E ora? Perché devo far soffrire la bambina per il capriccio di tua madre?

Ignazio interviene:

Guarda, figlia, se serve ti aiutiamo. Qualunque cosa succeda, siamo qui.

Loredana, sentendo ciò, alza le spalle e pensa: «Che cosa potremo veramente fare a 800km di distanza?»

***

Il se arriva prima del previsto. Un posto allasilo si libera velocemente. Ginevra dice al capo che può tornare al lavoro tra un mese. In quel momento Cristiano trova finalmente un impiego.

Ora resta solo labituare Vera allasilo

Gli insegnanti raccomandano di portar la bambina unora il primo giorno, due il secondo, fino al pranzo. Sembra semplice, ma nella pratica è un inferno.

Appena vede il cancello dellasilo, Vera comincia a urlare a squarciagola, non a piangere. Lo fa per tutta la settimana. Si calma solo per pochi minuti nei bagni, ma non appena sente che la mamma se ne va, ricomincia a strillare.

Provano a farla andare con Cristiano, lo stesso risultato. Poi i genitori la accompagnano insieme, le offrono giochi, promesse, dolcetti. Niente.

Alcune volte la lasciano da sola sperando che si calmi, ma è inutile. Vera sembra sapere che papà e mamma sono vicini, ascolta le loro urla.

Gli educatori, esausti, dicono:

Non si preoccupi, succede. Torni tra due mesi, quando sarà più grande. Il posto è nostro.

Ginevra, mentre torna a casa, sbotta:

Come tra due mesi? Devo andare al lavoro, ma non posso. Ho chiesto questa posizione!

Cristiano risponde:

Non lo so, ma far soffrire la bambina non è giusto.

Allora Ginevra, quasi per caso, propone:

I vostri genitori sono pensionati! Abitano a pochi chilometri! Che ne dite se li facciamo andare a vedere Vera allasilo per un po? Così non piangerà più.

Cristiano accetta, ma dubbia che i suoceri lo faranno.

I nonni, naturalmente, ricordano a Cristiano che lui doveva risolvere i propri problemi. Ma faranno di tutto per la nipotina.

Così i nonni, a turno, accompagnano Vera allasilo. E miracolosamente la bambina entra in classe tranquilla, saluta con la mano e persino sorride.

Il giorno in cui lasilo chiude per la pausa pranzo, Vera rifiuta di dormire nel letto.

Gli educatori, ormai stufi, chiamano la nonna. Lei vola, o manda il nonno. Il ciclo si stabilizza: Vera resta allasilo fino alle dodici e poi torna a casa con i nonni.

Dopo qualche mese, i genitori di Cristiano, con mal di schiena e pressione, non vogliono più occuparsi di Vera.

Serve un occhio attento, ma io ho la pressione! lamenta la madre di Cristiano.

E io ho la schiena! replica il padre.

Cristiano, imbronciato, risponde:

Allora cosa facciamo? Lasilo chiude alle dodici, noi lavoriamo fino a tardi

La suocera, furiosa, grida:

Non è giusto! Siamo noi a doverci occupare di lei da quasi un anno!

Ginevra, con voce rotta, ribatte:

Solo qualche mese, era lidea vostra! Se non fosse stato per lasilo, Vera starebbe ancora a casa senza problemi.

La madre di Cristiano, sconvolta, afferra il marito e corre verso lingresso.

***

Cristiano si trova solo, la porta dei genitori si chiude alle sue spalle.

Non è una soluzione, dice Ginevra forse devo lasciare il lavoro.

Non è la via.

Allora cosa proponi?

Portare Vera allasilo e farla stare lì fino a sera.

E il mattino dopo? Non la porterai tu? ribatte Cristiano.

Ma tutti i bambini vanno allasilo senza problemi!

La nostra bambina non è tutta la gente! urla Ginevra, piangendo.

In quel momento squilla il telefono. È la madre di Ginevra.

Arriverò domani! promette Loredana, è in ferie e sta per venire. Abbiamo quasi un mese di tempo.

Ginevra, felice, batte le mani:

Domani la mamma arriva! Siamo salvate.

Perfetto! replica Cristiano, sorridendo, è il momento di fare conoscenza con la suocera. Speriamo bene.

Certo, ci arriveremo, risponde Ginevra, la mamma è una vera mamma di tutti. Troverà una soluzione.

Loredana, davvero, organizza tutto. Dice che lei e il padre andranno a turno a vedere Vera, dato che il suocero non può più venire.

Ginevra, non ti arrabbiare con loro, consiglia la madre, guardando il genero, letà è un fattore. Hanno avuto energia, poi è finita.

Non mi arrabbio, replica Ginevra, ma non capisco come vi possiate venire qui con il lavoro e la vita.

Io sistemerò il mio orario, il padre sarà pensionato fra due settimane. Quando arriverà, forse Vera non avrà più problemi a stare allasilo. Sarà una bimba di quattro anni.

Così decidono.

La mattina Loredana porta Vera allasilo; la bambina si sistema tranquillamente. Dopo le dodici, Loredana riceve una chiamata: Deve venire a prendere la bambina.

Quasi un anno dopo Loredana e Ignazio continuano a spostarsi a Roma ogni due settimane. A volte Ignazio resta più a lungo è in pensione e ha tempo. Porta Vera allasilo, la prende a mezzogiorno, aspetta che arrivino i genitori al lavoro.

Ogni sera esce per le strade di Roma, non perché ami la città, ma perché non sopporta più vedere i giovani che non sbagliano nulla, che non cucinano, che ordinano cibo. Non riesco a capire come vivano, dice a Teresa, guardano solo cartoon grossolani, si lamentano, credono che il loro parere sia lunico giusto. Come riesci a tollerare tutto questo?

Teresa risponde:

Io trovo più facile tenermi occupata: fai il bucato, pulisci, cucina. Ignazio, cosa possiamo fare? I giovani di oggi sono un altro mondo. Che pietà per Vera non riesco a immaginare la sua vita senza di noi.

Teresa Bianchi racconta tutto a Loredana, sperando di ottenere supporto. Loredana, ex insegnante, non comprende. Si irrita:

Che fai, Loredana? Il bambino di tre anni ti manipola e voi adulti gli date ragione? Cosa significa non vuole dormire allasilo? Lo lasciate al mattino, piange un giorno, due. Capirà che non serve a nulla e si calmerà!

Non posso, risponde Loredana, mi dispiace per lei.

Dispiaciuta? Lavete creato voi! I vostri suoceri avrebbero potuto insegnarle a stare allasilo. Voi, invece, vi comportate da pagliacci. Cosa farete quando andrà a scuola? Vi metterete lì accanto al banco? In sintesi, non approvo i vostri metodi. Pensateci, prima che sia troppo tardi.

Teresa, infine, rivolge la sua lamentela a Ignazio:

Ignazio, vuoi mettere ordine nella tua famiglia?

Ordine? risponde luomo.

Sì. La tua nipotina fa come vuole, la figlia sfrutta i genitori senza vergogna, il genero ti scarica la responsabilità, e tu, anziano, viaggi ogni due settimane per 800km, e non fai nulla.

Ignazio, senza parole, risponde:

Non capisco perché ti intrometti nella nostra vita. Non ti ho chiesto consigli.

Teresa si interrompe, Ignazio, con un sorriso lento, aggiunge:

Amore nostro non ha confini. Aiutiamo finché possiamo.

Ignazio scende le scale con calma. Teresa resta lì, il desiderio di parlare svanisce.

E pensa: Perché mi sono legata a lui? Vogliono rovinare la nipotina e avvelenare la loro vita ma è affare mio?.

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