Dallo specchio Francesca vedeva riflessa una donna bellissima di trentacinque anni, ma gli occhi tradivano una profonda tristezza. Non riusciva a capire cosa volessero davvero gli uomini di oggi. Peccato non averlo mai studiato alluniversità. A che cosa le era servita, allora, quella laurea con lode?
Fin da bambina, Francesca sognava una famiglia con un marito innamorato e almeno tre figli. Aveva avuto davanti agli occhi lesempio perfetto dei suoi genitori, un modello di armonia familiare. Le sembrava di dover correre contro il tempo per non lasciarsi sfuggire la felicità.
Conobbe Matteo alluniversità di Firenze. Alto, sportivo e intelligente, era il tipico ragazzo che attirava lattenzione di tutti e animava le serate tra amici. Si incontrarono ad una festa e tra loro scoccò subito la scintilla. Matteo era arrivato da Bologna per studiare, mentre Francesca viveva ancora con i genitori.
Dopo sei mesi, Matteo le fece la proposta. Lei accettò con entusiasmo. Si sposarono alla fine degli studi. Allinizio Matteo sembrava il marito ideale: affettuoso, premuroso, sempre allegro. Si sistemò come ingegnere presso unazienda energetica, mentre Francesca trovò lavoro in banca.
Era passato appena mezzo anno dal matrimonio, quando Francesca scoprì di essere incinta. Matteo non fu contento della notizia.
Francesca, ma come è successo? Mi avevi detto che era tutto sotto controllo!
Matteo, davvero non lo so rispose lei sinceramente, spaesata dal tono irritato del marito. Ma non importa poi così tanto, no? Volevamo comunque dei figli. Forse era destino che succedesse adesso.
Destino? Non diciamo sciocchezze! Questa è solo poca attenzione. Abbiamo appena iniziato a lavorare. È il momento di pensare alla carriera, non ai pannolini sporchi.
A Francesca vennero le lacrime agli occhi. La reazione del marito la colse di sorpresa.
Franci, disse Matteo in modo più dolce stringendola a sé. Forse dovremmo beh, fare qualcosa Possiamo rimandare, cè tempo
Lei lo guardò sbigottita.
Non provarci nemmeno! Se non ti va bene, nessuno ti obbliga a nulla. Decidi tu.
Francesca uscì correndo dallappartamento. Per ore camminò per le strade di Firenze, cercando di mettere ordine tra i pensieri. Quel sogno di una famiglia grande e felice stava andando in frantumi.
Nei giorni seguenti, Francesca e Matteo parlarono poco. Alla fine lui si scusò e le confessò di averci riflettuto: ora era felice di diventare padre. Per Francesca fu un sollievo enorme. Otto mesi dopo nacque il piccolo Andrea.
La maternità divenne la gioia più grande di Francesca: si prendeva cura del figlio, manteneva la casa in perfetto ordine e preparava deliziosi piatti per Matteo. Quando Andrea compì tre anni, tornò in banca, mentre il bimbo iniziava lasilo.
Francesca si sentiva in paradiso ed era convinta di essere la donna più felice del mondo. Daltronde lo dicevano anche i tanti amici che frequentavano casa loro. Spesso, nel loro appartamento, si riunivano le vecchie compagnie universitarie, ciascuno con le rispettive famiglie. Un giorno però, ascoltò per caso una chiacchierata tra Matteo e alcuni amici.
Te lo dico, Matteo, sei stato fortunato con Francesca! Bella, intelligente, lavora, tiene la casa che meglio non si può e in cucina è una regina.
È vero, si inserì un altro, la mia pensa solo a chiedermi soldi e a farmi impazzire.
Beh, anchio non sono male come marito, e la moglie che ho me la sono meritata! scherzò Matteo.
Tutti scoppiarono a ridere. Ma le mogli dei suoi amici erano di tuttaltro parere e spesso confidavano le loro lamentele proprio a Francesca.
In fondo, capì Francesca, anche le persone che fanno tutto bene possono essere lasciate, ferite o incomprese. Dietro le apparenze di felicità o di perfezione, ognuno affronta le proprie fragilità. Il vero segreto non è inseguire standard impossibili, ma cercare larmonia nel rispetto e nellascolto reciproco. Alla fine, la vera felicità nasce dallavere il coraggio di essere sinceri, prima di tutto con se stessi.






