Anello che ha cambiato il destino…

Il destino di un anello…

Lorenzo portò la sua fidanzata, Chiara, nel paesino vicino a Bologna, dalla madre. “Che casa splendida!” esclamò Chiara, ammirando la villa a due piani con le persiane intagliate. “È normale,” rispose Lorenzo con modestia. “Mia madre l’adora.” Una donna con un sorriso caloroso uscì ad accoglierli. “Questa è mia madre, Maria Teresa. Mamma, questa è Chiara,” presentò Lorenzo. “Entrate, ho preparato delle crostate, vi rifocillerete dopo il viaggio,” li invitò Maria Teresa. A tavola, Chiara prese una fetta di torta salata ai porri e vi morsicò. Ma i suoi denti incontrarono qualcosa di duro. “Cos’è questo?!” gridò, estraendo dall’impasto un oggetto luccicante che le tolse il fiato.

“Che ci fai qui?” Chiara, tornata dal lavoro, trovò nella sua casa l’ex marito, Marco, seduto in cucina che beveva tranquillamente un tè, come se nulla fosse cambiato. “Ne vuoi un po’? È ancora caldo,” le propose, senza guardarla. “Ti ho chiesto: che ci fai qui?” ripeté lei, trattenendo la rabbia. “Sto bevendo il tè,” rispose Marco, impassibile. “Perché sei venuto? E dove hai trovato le chiavi? Avevi detto di averle perse!” Chiara strinse i pugni. “Le ho ritrovate,” fece spallucce. “Chiara, voglio tornare. Possiamo?”

“Sei andato via e ora vuoi tornare?” replicò con sarcasmo. “Davvero?” “Mi dispiace,” mormorò Marco. “Ho capito che con te sto meglio. Ti prego.” “No, grazie,” tagliò corto Chiara. “Finisci il tè e vattene.” “Perché così dura? Non ho un posto dove andare. La casa è tua dopo il divorzio,” iniziò lui. “Hai i tuoi genitori,” gli ricordò. “E per la casa ti ho dato tutto quello che ti spettava. Ora è mia.” Il loro divorzio era stato difficile. La casa, comprata con un mutuo, era stata la pietra dello scandalo. Marco voleva tenersi tutto, sostenendo che la sua nuova compagna aveva avuto un figlio, mentre loro non ne avevano avuti. Ma i genitori di Chiara avevano versato la maggior parte dei soldi, e in tribunale Marco aveva accettato un risarcimento. Chiara aveva preso un prestito, saldato il debito, e ora la casa era solo sua.

“Perché vuoi una casa così grande tutta per te?” chiese Marco, strizzando gli occhi con malizia. “Perché sola?” si stupì Chiara. “Mia madre mi ha detto che vivi da sola. Magari possiamo ricominciare?” sorrise, ma nei suoi occhi non c’era sincerità, solo calcolo. “Mai,” rispose secca. “Finisci il tè e sparisci.” “Perché così dura? Va bene, me ne vado. Ma ci rivedremo.” Chiara capì di aver dimenticato di riprendere le chiavi. O forse lui ne aveva fatto una copia. “Devo cambiare la serratura,” decise, sentendo il cuore stringersi al ricordo del suo tradimento. L’amore per lui era morto da tempo, restava solo l’amarezza.

La sera dopo si presentò l’ex suocera, Teresa, che prima non si era mai intromessa nella loro vita. “Chiara, buongiorno. Sei sempre la stessa bellezza,” iniziò. “Mio Marco è un idiota. Gliel’ho detto: non lasciare una moglie così.” “Tutto passato,” rispose fredda Chiara. “Cosa vuole?” “Potete riconciliarvi? Stavate così bene.” “No. Io ho la mia vita, lui la sua. Non gli devo nulla.” “Per i vecchi tempi, lascialo rimanere un po’. Magari le cose si sistemano.” “Non si sistemeranno.”

“Ha bisogno d’aiuto,” continuò la suocera. “È sommerso dai debiti, e quella… l’ha derubato e lasciato. Il bambino non era suo. Ecco perché è tornato.” “Divertente,” sbuffò Chiara. “Devo pagare i suoi errori? Se la sbrighi da solo.” “Non ha un posto dove stare.” “E tu?” “Ho una pensione misera, non posso mantenerlo.” “Io non lo manterrò. E non entrerà in casa mia. Arrivederci.” “Pensaci, è un bravo ragazzo, ha capito tutto.” “Ci penserò,” borbottò Chiara, sapendo che non l’avrebbe fatto. Era finita.

La mattina dopo arrivò un artigiano per cambiare la serratura. Mentre lavorava, Marco ricomparve. “Tu chi sei?” chiese con arroganza all’artigiano. “E tu?” ribatté quello. “Lorenzo, vieni un attimo!” gridò Chiara dalla stanza. L’artigiano entrò, e lei, abbassando la voce, lo supplicò: “Per favore, fingi di essere il mio fidanzato. Ti pago di più.” “Nessun problema, cara,” strizzò l’occhio Lorenzo e tornò alla porta. “Sei ancora qui? Cosa vuoi?” “Sono venuto da mia moglie,” dichiarò Marco. “Ah, l’ex? Ora è la mia donna. Presto ci sposeremo.” “Non me l’ha detto.” “Non me l’hai chiesto. Sparisci, puoi buttare la chiave,” rise Lorenzo. Marco se ne andò, sbattendo la porta.

“Grazie mille,” sospirò Chiara. “Quanto ti devo?” “Per una chiacchierata con l’ex? Una tazza di tè,” sorrise Lorenzo. “Non vuoi soldi?” “Mi basta il tè. Non bevo nulla di più forte. Mio padre, dopo il divorzio, veniva a chiedere soldi a mia madre, non restituiva le chiavi. Io lavoravo, distribuivo giornali, ho guadagnato per cambiare la serratura. Non ci aiutava mai.” “Grazie, ora quello di sicuro non tornerà,” disse sollevata Chiara.

Sabato suonarono alla porta. “Oddio, eccolo di nuovo,” pensò Chiara, ma sull’uscio c’era Lorenzo. “Buongiorno! Ti invito a fare una passeggiata. Io e mia madre abbiamo una casa in campagna, possiamo andare lì. O in città. Ti va?” “In campagna,” si animò lei. “Non vado fuori città da secoli.” “Ti aspetto in macchina.” Chiara uscì e rimase stupita: invece della vecchia utilitaria, c’era un luccicante SUV. “Che macchina fantastica!” “Cosa ti aspettavi? Una ‘500’ arrugginita?” le strizzò l’occhio.

Il paesino distava mezz’ora. “Che casa, non una semplice villetta!” s’incantò Chiara, vedendo la villa. “Era di mia nonna, ora è di mia madre,” spiegò Lorenzo. “Niente orto, solo fiori e meli. Veniamo qui per rilassarci.” Maria Teresa li accolse con affetto: “Chiara, che bello vederti! Entra, ho preparato le crostate.” La casa risplendeva di pulizia, e le torte profumavano come quelle dell’infanzia. “Squisito, come da piccola,” sorrise. “Fate una passeggiata, c’è un lago meraviglioso,” propose Maria Teresa.

Il weekend volò via. “Ti è piaciuto?” chiese Lorenzo al ritorno. “Molto!” “Allora, da tuo fidanzato, ti invito la prossima settimana a pescare. Ti piace la pesca?” “Forse sì,” rise Chiara. “Ma aspetta, quale fidanzato?” “Da quando ho cacciato il tuo ex.” Scoppiarono a ridere. Trascorsero l’estate in campagna, spesso con Maria Teresa, che li viziava con dolci.

Un giorno, durante il tè, Lorenzo le porse una fetta di torta salata: “Questa è al ragù, assaggia.” Chiara morsicò e sentì qualcosa di duro”Che cosa…?” sussurrò Chiara, estraendo dalla torta un anello di diamanti che scintillava alla luce del tramonto.

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