Arrivata? Chi ti ha invitato, sinceramente? Avresti fatto meglio a contribuire economicamente, rispose freddamente la zia.

“Sei arrivata? Chi ti ha invitata, scusa? Sarebbe stato meglio se ci avessi aiutato con i soldi,” disse freddamente la zia.

Elisa aggrottò le sopracciglia, svegliata dal suono insistente del telefono. Guardò lo schermo con stupore: era sua cugina Sofia, con cui non parlava da più di due anni.

“Dormi? Che fortuna, io non smetto di piangere”

“Sì, certo che dormo, è l’una e mezza di notte,” rispose Elisa, controllando la sveglia.

“Se dormi così tranquilla, vuol dire che non sai ancora niente?” continuò Sofia in tono misterioso.

“Sofia, puoi arrivare al punto?” sospirò Elisa. “Devo svegliarmi presto.”

“Potrai dormire dopo. Cè stata una disgrazia in famiglia!” disse la cugina, come se fosse colpa di Elisa.

“Che disgrazia?” chiese Elisa, temendo per la madre.

“Zio Carlo è morto stamattina,” singhiozzò Sofia. “Allimprovviso. Per zia Maria è stato uno shock. Non ci sono soldi. Dobbiamo fare una colletta. Domani io e mio fratello andiamo al paese. Vieni con noi?”

“No, non posso. Verrò solo per la veglia.”

“Allora fammi un bonifico, daremo i soldi a zia Maria domani,” insistette Sofia. “Settecento euro.”

Elisa trasferì subito la somma alla cugina e si riaddormentò.

Non era particolarmente addolorata: da tempo non parlava più con la famiglia di suo padre. Dopo la sua morte, avevano tagliato i ponti con lei e sua madre, sostenendo che non facessero più parte della famiglia.

Tuttavia, Elisa pensò che sarebbe stato scortese non aiutare e decise di farlo.

Dopo il bonifico, nessuno la chiamò. Sofia la dimenticò subìto.

Elisa provò più volte a contattarla per sapere la data della veglia, ma la cugina non rispondeva. Riuscì a scoprirlo tramite conoscenze comuni e si recò a salutare lo zio per lultima volta.

Zia Maria la accolse con sguardo torvo, come se la presenza di Elisa la infastidisse più della morte del marito.

“Sei venuta Chi ti ha chiamata? Sarebbe stato meglio se avessi dato i soldi,” disse con disprezzo.

“Vi ho mandato settecento euro,” ribatté Elisa.

“Strano, non ne ho visti,” rispose zia Maria, scettica.

“Ho dato i soldi a Sofia”

“Ah, stai inventando,” incrociò le braccia. “Lei e Alberto mi hanno portato solo mille euro. Cinquecento a testa. Di te nessuna traccia.”

“Non capisco,” Elisa cercò Sofia con lo sguardo, ma come per magia era sparita.

La trovò fuori, vicino al cancello.

“Sofia, non hai dato i soldi a zia Maria per me? Dove sono finiti?” chiese Elisa.

“Sì, glieli ho dati,” rispose svogliatamente.

“Lei ha detto che i soldi erano solo tuoi e di Alberto”

“Si sbaglia,” fece Sofia, disinteressata.

“Avete dato mille euro?”

“Sì.”

“Erano per noi due, non tre!”

“E allora? Chi paga la benzina, sennò?” Sofia alzò gli occhi e fece una smorfia.

“Settecento euro per duecento chilometri? E poi, perché dovrei pagare io il vostro viaggio?”

“Vuoi che ti ridia i soldi, è questo?” rise sarcastica.

“Sì, voglio indietro i miei soldi!”

“Non ora, ti farò un bonifico più tardi,” Sofia si girò e se ne andò a testa alta.

Elisa, disgustata, decise di andarsene. Chiamò un taxi e partì. Una settimana dopo, sua madre la chiamò in lacrime.

“Figlia mia, è vero che hai dato soldi per il funerale di Carlo e poi li hai ripresi?”

“Ho dato i soldi, non li ho ripresi.”

“Zia Maria sta dicendo a tutto il paese che te li sei ripresi. È offesa perché non sei stata accolta a braccia aperte,” disse la madre, addolorata. “Mi vergogno a uscire, tutti mi guardano male.”

“Mamma, non è andata così!” Elisa era furiosa per i pettegolezzi. Le raccontò cosa era successo davvero.

“Sofia non mi ha mai restituito i soldi,” concluse.

“Ha preso i soldi da zia Maria e ha detto che eri tu a chiederli indietro? Che faccia tosta! Spero che quei soldi le rimangano in gola!” esclamò la madre.

Elisa pensò di chiamare Sofia, ma scelse di risparmiarsi lo stress e smise semplicemente di parlarle.

Tuttavia, dopo qualche mese, la cugina riapparve.

“Abbiamo deciso di mettere una lapide per zio Carlo. Toccherà anche a te: mille euro,” annunciò Sofia in tono professionale.

“No, non darò più un centesimo!”

“Che modo di trattare la famiglia,” sbottò Sofia al telefono. “Sono sinceramente sorpresa.”

“Anchio non mi aspettavo di essere derubata e poi di sentirmi dire bugie.”

“Di che parli?”

“Hai preso i soldi da zia Maria senza restituirmeli e hai fatto passare me per la cattiva E pensi che avrò ancora a che fare con te? Dopo che avete detto che io e mamma non facciamo più parte della famiglia, non vi devo niente!” Elisa bloccò il numero e chiuse per sempre con loro.

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Arrivata? Chi ti ha invitato, sinceramente? Avresti fatto meglio a contribuire economicamente, rispose freddamente la zia.