“Sei arrivata? Chi ti ha invitato, davvero? Sarebbe stato meglio aiutare economicamente,” disse freddamente la zia.
“Sei arrivata? E chi ti ha chiamata? Avresti potuto darci una mano con i soldi,” borbottò la zia Maria con tono tagliente.
Beatrice aggrottò le sopracciglia, svegliata dal trillo insistente del telefono. Con stupore, guardò lo schermo: era sua cugina, con cui non parlava da più di due anni.
“Dormi? Che fortuna, io non riesco a smettere di piangere”
“Certo che dormo, è mezzanotte e mezza,” rispose Beatrice, controllando la sveglia.
“Se dormi così tranquilla, vuol dire che non sai ancora niente?” continuò la cugina in modo enigmatico.
“Luciana, puoi venire al punto?” sospirò Beatrice. “Devo alzarmi presto.”
“Potrai dormire dopo. Cè una disgrazia in famiglia!” esclamò la sorella, come se Beatrice fosse responsabile di qualcosa.
“Che disgrazia?” chiese, temendo per la madre.
“Zio Carlo è morto stamattina,” singhiozzò Luciana. “Allimprovviso. Per zia Maria è stato uno shock. Non ci sono soldi. Dobbiamo raccogliere qualcosa. Domani, con mio fratello, andiamo al paese. Vieni con noi?”
“No, non posso. Verrò solo per la veglia.”
“Allora fammi un bonifico, domani daremo i soldi a zia,” insistette Luciana. “Settecento euro.”
Beatrice trasferì subito la somma e si riaddormentò.
Non era particolarmente addolorata: da anni non parlava più con la famiglia del padre. Dopo la sua morte, avevano tagliato ogni legame, sostenendo che lei e sua madre non fossero più di famiglia. Tuttavia, le parve scortese non contribuire.
Dopo il bonific, nessuno la chiamò. Luciana la dimenticò subito.
Beatrice provò più volte a contattarla per sapere la data della veglia, ma la cugina non rispose. Con fatica, scoprì linformazione tramite conoscenti e si recò a salutare lo zio per lultima volta.
Zia Maria la accolse con aria contrariata, come se la sua presenza disturbasse più della morte del marito.
“Sei venuta Chi ti ha invitata? Sarebbe stato meglio mandare i soldi,” disse con disprezzo.
“Vi ho mandato settecento euro,” replicò Beatrice.
“Strano, non ne ho visti,” sbuffò la zia, scettica.
“Ho dato i soldi a Luciana”
“Ah, racconti favole,” incrociò le braccia. “Lei e Andrea mi hanno portato solo mille euro. Cinquecento a testa. Di te nessuna menzione.”
“Non capisco,” Beatrice cercò Luciana con lo sguardo.
Ma, come per magia, era sparita. La trovò fuori, vicino al cancello.
“Luciana, non hai dato i soldi a zia Maria per me? Dove sono finiti?” chiese spiegazioni.
“Sì, li ho dati,” rispose a denti stretti.
“Mi ha detto che i soldi venivano solo da te e Andrea”
“Si sbaglia,” disse Luciana, svogliata.
“Hai dato mille euro?”
“Sì.”
“Erano per noi due, non per tre!”
“E allora chi paga la benzina, sennò?” fece una smorfia.
“Settecento euro per duecento chilometri? E perché dovrei pagare io il vostro viaggio?”
“Vuoi che ti restituisca i soldi, è così?” la derise.
“Sì, voglio!”
“Non ora, te li mando dopo,” Luciana si voltò e se ne andò a testa alta.
Beatrice, delusa, non volle restare un minuto di più. Chiamò un taxi e se ne andò.
Una settimana dopo, la madre la chiamò in lacrime.
“Figlia mia, è vero che hai dato soldi per il funerale di Carlo e poi li hai ripresi?”
“Ho dato i soldi, non li ho ripresi.”
“Zia Maria dice in giro che li hai riportati via. È offesa perché non lhai abbracciata.”
“Mamma, non è vero!” Beatrice era furiosa. Spiegò tutto.
“Luciana non mi ha mai restituito niente.”
“Ha preso i soldi da zia e ha detto che eri tu a chiederli indietro! Che sfacciatella! Spero che quei soldi le restino in gola!” esclamò la madre.
Beatrice pensò di chiamare Luciana, ma decise di risparmiarsi e tagliò i ponti.
Ma dopo qualche mese, la cugina riapparve.
“Abbiamo deciso di mettere una lapide per zio Carlo. Tocca a te mille euro.”
“No, non darò più un centesimo!”
“Che modo di trattare la famiglia,” disse Luciana. “Sono stupita.”
“Anchio non mi aspettavo di essere truffata e poi sentirmi dire bugie.”
“Di che parli?”
“Hai preso i soldi di zia senza ridarmeli, poi hai detto che ero io E pensi che abbia ancora a che fare con te? Dopo che, alla morte di papà, avete detto che io e mamma non eravamo più famiglia, non vi devo niente!” E bloccò il numero.