Arrivo? Chi ti ha invitato, sinceramente? Avresti fatto meglio ad offrire un aiuto economico, rispose con freddezza la zia.

La porta si aprì con un tonfo sordo. “Sei arrivata? Ma chi ti ha invitata, scusa? Sarebbe stato meglio se ci avessi aiutato finanziariamente,” sbottò gelida la zia.

Elisa aggrottò le sopracciglia, svegliata di soprassalto dal suono insistente del telefono. Lo schermo illuminato mostrava il nome di sua cugina, con cui non parlava da più di due anni.

“Dormi? Che fortuna, io non smetto di piangere…”

“Sì, certo che dormo, sono l’una e mezza di notte,” rispose Elisa, sbirciando la sveglia sul comodino.

“Se dormi così tranquilla, vuol dire che non sai ancora niente?” insisté la cugina con voce carica di mistero.

“Chiara, puoi arrivare al punto?” sbuffò Elisa. “Devo svegliarmi presto domani.”

“Potrai dormire dopo. È successa una disgrazia in famiglia!” esclamò Chiara, come se Elisa fosse colpevole di qualcosa.

“Che tipo di disgrazia?” chiese Elisa, il cuore in gola all’idea che fosse successo qualcosa a sua madre.

“Zio Tommaso è morto stamattina,” singhiozzò Chiara. “All’improvviso. Per zia Maria è stato uno choc. Non ci sono soldi. Dobbiamo raccogliere qualcosa per aiutarla. Domani andiamo al paese con mio fratello. Vieni con noi?”

“No, non posso. Verrò solo per la veglia.”

“Allora fammi un bonifico, daremo i soldi a zia domani,” insistette Chiara. “Settecento euro.”

Elisa trasferì immediamente la somma con l’app e riagganciò, riaddormentandosi senza troppa pena. Non era particolarmente afflitta dalla notizia: da anni non parlava con i parenti del ramo paterno. Dopo la morte di suo padre, avevano tagliato i ponti con lei e sua madre, come se non fossero più famiglia.

Ma le sembrò scortese tirarsi indietro e decise di contribuire.

Dopo il bonifico, nessuno la chiamò. Chiara la dimenticò all’istante. Elisa provò più volte a contattarla per sapere la data della veglia, ma la cugina non rispondeva. Riuscì a scoprirlo a fatica tramite conoscenti e si presentò per salutare lo zio un’ultima volta.

Zia Maria la accolse con un’espressione sgradevole, come se la presenza di Elisa la infastidisse più della morte del marito.

“Sei venuta… Chi ti ha invitata? Sarebbe stato meglio se avessi dato dei soldi,” commentò con un tono tagliente.

“Vi ho mandato settecento euro,” replicò Elisa.

“Strano, non ne ho visti,” sbuffò zia Maria, scettica.

“Ho dato i soldi a Chiara…”

“Ah, racconti favole,” incrociò le braccia sul petto. “Lei e Alberto mi hanno portato solo mille euro. Cinquecento a testa. Di te non c’era traccia.”

“Non capisco,” Elisa cercò Chiara con lo sguardo.

Ma, guarda caso, era sparita. La trovò fuori, vicino al cancello.

“Chiara, non hai dato i soldi a zia per conto mio? Dove sono finiti?” chiese Elisa, esigendo risposte.

“Sì, glieli ho dati,” rispose a denti stretti.

“Mi ha detto che i soldi venivano solo da te e da Alberto…”

“Si sbaglia,” replicò Chiara, svogliata.

“Le hai dato mille euro?”

“Sì.”

“Erano per noi due, non per tre!”

“Be’, e chi paga la benzina allora?” ribatté Chiara, alzando gli occhi al cielo.

“Settecento euro per duecento chilometri? E poi, perché dovrei pagare io il vostro viaggio?”

“Vuoi che ti ridia i soldi, ecco cosa vuoi!” la provocò.

“Sì, esatto!”

“Non ora, te li manderò dopo,” Chiara fece per andarsene a testa alta.

Elisa, dopo tutto questo, non volle restare un minuto di più in quella casa. Amareggiata dalla reazione della zia e dal comportamento della cugina, si pentì di aver aiutato. Chiamò un taxi e se ne andò.

Una settimana dopo, sua madre la chiamò in lacrime.

“Figlia mia, è vero che hai dato soldi per il funerale di Tommaso e poi li hai ripresi?”

“Io li ho dati, non li ho ripresi.”

“Zia Maria sta raccontando a tutto il paese che te li sei riportati via. È offesa perché non lhai abbracciata…” disse la madre con voce spezzata. “Ho vergogna a uscire, tutti mi guardano male.”

“Mamma, non è andata così!” Elisa era furiosa per le chiacchiere messe in giro. Spiegò alla madre la verità.

“Chiara non mi ha mai restituito i soldi.”

“Ha preso i soldi da zia e ha detto che sei stata tu a pretenderli indietro! Che faccia tosta! Spero che quelloro gli resti in gola!” esclamò la madre indignata.

Elisa, dopo averlo scoperto, fu tentata di chiamare Chiara, ma alla fine decise di risparmiarsi i nervi e smise semplicemente di parlarle.

Tuttavia, mesi dopo, la cugina riapparve.

“Abbiamo deciso di mettere una lapide per zio Tommaso. A te toccano mille euro,” annunciò Chiara con tono da affarista.

“No, non darò più un centesimo.”

“Che modo di trattare la famiglia!” strillò Chiara. “Sono sinceramente stupita.”

“Anchio non mi aspettavo di venire ingannata e poi dover sentire pettegolezzi.”

“Di che stai parlando?”

“Hai preso i soldi di zia Maria senza ridarmeli e poi hai raccontato che ero stata io… E credi che avrò ancora a che fare con te? Visto che dopo la morte di mio padre avete detto che io e mia madre non eravamo più famiglia, allora non vi devo più niente!” concluse Elisa, bloccando il numero prima che Chiara potesse replicare.

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