Bouquet casuale e svolta del destino

Un mazzo di fiori inaspettato e una svolta del destino

Arianna era seduta nella sua piccola casa a Pontedera, immersa nel silenzio, quando il campanello squarciò l’aria. Con riluttanza si alzò dal divano e sbirciò dallo spioncino. Alla porta c’era un giovane con un enorme mazzo di fiori. “Chi sarà?” pensò, corrugando la fronte.

«Chi è?» chiese Arianna, senza fretta di aprire.

«Dei fiori per lei…» rispose lo sconosciuto.

Arianna socchiuse la porta, osservandolo con sospetto.

«Fiori? Per me?» si stupì.

«Sì, per lei» sorrise lui. «Lei è Beatrice?»

«No, sono Arianna» rispose, sentendo un’ombra di delusione sfiorarle il cuore.

«Un momento» si confuse il ragazzo, tirando fuori il telefono. «Mi scusi, devo aver sbagliato appartamento…»

«Non fa niente» sospirò lei, con un sorriso spento.

Tornò in soggiorno, ma poco dopo il campanello suonò di nuovo. Arianna guardò dallo spioncino e rimase immobile, gli occhi sgranati dallo stupore.

Quel giorno era il suo venticinquesimo compleanno, il primo che passava da sola. Non sentiva alcuna gioia. Non aveva voglia di vedere amici, uscire di casa, fingere che tutto andasse bene.

Le amiche avevano insistito per festeggiare in un bar, ma lei aveva rifiutato.

«Non puoi rinchiuderti in casa e rattristarti in un giorno così!» aveva detto la sua migliore amica, Sofia. «Hai solo venticinque anni! Incontrerai ancora l’amore della tua vita. E quel Luca non merita le tue lacrime. Prepara le valigie, passiamo a prenderti!»

«No, Sofia, non oggi» aveva risposto ferma Arianna.

«Ma è il tuo compleanno! Bisogna festeggiare!» aveva insistito l’amica.

«Non ne ho voglia. Scusami» aveva tagliato corto Arianna.

«Peccato» aveva sospirato Sofia. «Se cambi idea, chiamami.»

«Non cambierò idea…»

Arianna soffriva ancora per la fine della relazione con il suo ex fidanzato, Luca. Avevano passato quasi un anno insieme, e lui le aveva persino chiesto di sposarlo. Allora si era sentita al settimo cielo, sognando il matrimonio, una vita insieme, dei bambini. Ma quei sogni erano svaniti.

Presto aveva scoperto che Luca conduceva una doppia vita. Oltre a lei, c’era un’altra ragazza, Martina. Con Arianna parlava di nozze, ma con Martina si vedeva “senza impegno”. Tutto era cambiato quando Martina aveva annunciato di aspettare un bambino. Suo padre, uomo influente e capo di Luca, aveva posto un ultimatum: o matrimonio, o licenziamento.

Quando la verità era venuta a galla, Arianna era rimasta sconvolta. E quando Luca le aveva proposto di diventare la sua amante dopo le nozze con Martina, le parole le erano morte in gola.

«Stai davvero proponendomi di essere la tua amante?!» aveva esclamato, sentendo il mondo crollarle addosso.

«Che c’è di male?» si era stupito Luca. «Stiamo bene insieme. Tu mi ami, io ti amo…»

«Di che amore parli?!» aveva urlato lei. «Mi hai mentito, hai tradito la mia fiducia! È questo il modo di amare qualcuno?!»

«Ma è stata Martina a insistere» si era giustificato. «È bella, non ho resistito. Sono un uomo! Ma con lei mi annoio, con te invece parlo volentieri.»

«Basta!» lo aveva interrotto Arianna. «Vattene, non voglio più vederti!»

In quel momento le era sembrato che la sua vita fosse finita. Come poteva fidarsi ancora degli uomini? Luca aveva giurato di amarla, l’aveva corteggiata con doni e parole dolci, dicendole che era la donna dei suoi sogni. E invece era tutto una menzogna.

Arianna ricordò sua madre, abbandonata dal padre quando lei aveva tre anni. Più tardi, alle elementari, la madre aveva tentato di rifarsi una vita, ma il suo nuovo compagno aveva preferito la sua migliore amica. Da allora, sua madre, Livia, aveva perso fiducia negli uomini, rassegnandosi alla solitudine.

«Almeno tu, figlia mia, spero trovi un uomo degno» ripeteva spesso, preoccupata per Arianna.

Livia era stata felice quando la figlia le aveva annunciato il fidanzamento. Viveva nel paese dove Arianna era cresciuta. Dopo il liceo, lei si era trasferita in città, aveva studiato all’università, trovato lavoro, affittato una casa e sognato una famiglia. Ora, dopo il tradimento di Luca, dubitava che quel sogno si sarebbe mai avverato.

Il venticinquesimo compleanno non portò gioia. Aveva immaginato di festeggiarlo con l’uomo che amava, e invece si ritrovò sola, con il cuore spezzato. Arianna si preparò una cioccolata calda e si avvolse in una coperta fatta a mano da Livia, abilissima nel cucito. Anche Arianna amava lavorare a maglia, ma era lontana dall’abilità della madre.

Prima che potesse prendere un sorso, il campanello suonò di nuovo.

«Strano» pensò. «Chi sarà? Non Sofia e Clara, ho detto che non esco.»

Arianna era una ragazza riservata, e nei momenti tristi preferiva stare sola. Guardò dallo spioncino: era di nuovo il giovane con quel magnifico mazzo di fiori.

«Chi è?» chiese, senza aprire.

«Dei fiori per lei…» rispose lui.

Arianna aprì un po’ la porta, esaminando il bouquet e il ragazzo.

«Fiori? Per me?»

«Sì, per lei» annuì lui. «Lei è Beatrice?»

«No, sono Arianna…» rispose, con una vaga sensazione di amarezza.

«Un attimo» si confuse lui, controllando un foglietto. «Questo è il suo appartamento?»

«Sì, ma io non sono Beatrice.»

«Un momento» disse, porgendole il mazzo. «Lo tenga, per favore.»

Chiamò qualcuno, probabilmente per verificare l’indirizzo.

«Quale numero? Capito» disse poi, rivolto a lei. «Mi scusi, ho sbagliato. Dovevo andare al venticinque, non al cinque… Che figuraccia.»

«Non importa» sorrise Arianna. «Meglio aver chiesto subito il nome. Altrimenti avrei preso fiori non miei. Oggi è il mio compleanno, sarebbe stata una sorpresa, ma chissà…»

«Il tuo compleanno?!» esclamò lui. «Auguri! Immagino aspetti ospiti, e io ti disturbo…»

«Nessuno aspetto, e non festeggio» disse piano Arianna. «Ma il mazzo è bellissimo, sono sicura che piacerà a Beatrice. Buona serata.»

«Arrivederci» rispose lui, imChiusa,

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