Busta della Vergogna: Come Mie Suocera ha Distrutto la Mia Pazienza

15 settembre

Oggi è successo qualcosa che ha esaurito la mia pazienza.

Mentre riordinavo l’armadio, qualcuno ha suonato alla porta. Era mia suocera, Elisabetta Romano, con quel sorriso falso che conosco troppo bene.

«Ciao, tesoro! Sono passata per un caffè», ha detto con voce zuccherosa.

«Prego, accomodati», ho risposto, forzando un sorriso, anche se dentro mi ribolliva il sangue.

Mentre piegavo i vestiti, lei si è seduta e ha cominciato a fissare i sacchetti vicino al divano. All’improvviso ha afferrato uno dei miei vestiti nuovi e ha sgranato gli occhi.

«Santo cielo, che vergogna! Hai speso altri soldi in stracci?» ha sbuffato, scuotendo la testa.

«Sono cose vecchie», ho risposto secca, cercando di ignorarla.

«Mio figlio sa come butti via i soldi?» ha commentato con tono velenoso.

«Anch’io lavoro, sai», ho ribattuto, stringendo i denti.

Ma non ha smesso. Ha tirato fuori un vestito e l’ha esaminato come se fosse un crimine.

«Con una roba così si può solo andare a fare la strizzacarte», ha ghignato.

«C’è ancora l’etichetta, non l’ho mai messo», ho detto, cercando di riprenderlo.

«Meglio così! A quasi trent’anni dovresti vestirti con più dignità», ha borbottato.

«Ho ventinove anni, non sessanta», ho risposto, con una calma che non sentivo.

«Una donna sposata dovrebbe coprirsi, non mostrarsi a tutti! E poi ti lamenti che non abbiamo nipoti!»

«Che c’entra il mio guardaroba?» ho sbottato, ormai al limite.

«Se ti vesti così, vuol dire che cerchi attenzioni altrove!» ha dichiarato, come se avesse scoperto la verità assoluta.

Ho sentito la rabbia salirmi alla gola.

«Quindi secondo lei una moglie deve vestirsi come una suora?»

«Sai cosa ho visto nel tuo cassetto? Quelle mutandine indecenti! Una donna perbene non porta certi stracci!»

«Ha frugato tra la mia roba?!» ho urlato.

«Non ho frugato! Le ho viste in bagno. Vergognati!»

A quel punto, non ce l’ho fatta più.

Lei se n’è andata sbattendo la porta e io ho aspettato che Luca tornasse dal lavoro per raccontargli tutto.

Lui ha cercato di minimizzare. «Mamma è vecchio stampo, ignorala. Magari evita le calze a rete quando viene, la fanno arrabbiare.»

«A lei non va bene niente!» ho sbottato.

«Passerà», ha detto lui, scrollando le spalle.

Ma non è passata.

Un mese dopo è tornata, stavolta scandalizzata dalle mie foto su Instagram. «Tutte le mie amiche parlano di te!»

«Saranno invidiose», ho risposto, senza degnarla di uno sguardo.

Se n’è andata, e ho pensato che fosse finita lì.

Mi sbagliavo.

Quando siamo partiti per le vacanze, lasciando a lei le chiavi per sicurezza, non potevamo immaginare cosa ci aspettava al ritorno.

Al nostro rientro, ho scoperto che metà del mio guardaroba era sparito.

«È stata lei!» ho gridato.

Luca ha chiamato sua madre, che prima ha negato, poi, minacciata di denuncia, ha confessato:

«L’ho fatto per voi! Ho buttato via quelle porcherie perché tu pensi alla famiglia!»

Luca era furioso.

«Sei impazzita? Ora devo rifare tutto il guardaroba di Camilla! Restituisci le chiavi e non farti più vedere!» ha urlato.

Per il suo compleanno, le ha regalato tre rose sole, niente di più.

Io, invece, sono andata a fare shopping a spese sue. E questa volta mi ha detto: «Prendi tutto quello che vuoi, amore. Te lo meriti.»

**Lezione del giorno:** Le persone tossiche non cambiano. A volte l’unica soluzione è tagliare i ponti, anche con i parenti. La pace mentale vale più di mille scuse.

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