“Capisci, è diventato completamente ingestibile. Va male a scuola, torna tardi a casa…”
Ludovica Rossi posò due tazze di caffè sul tavolo e avvicinò allamica un piattino di biscotti. Fuori, una pioggerellina di ottobre bagnava le strade di Milano, mentre in casa regnava un caldo tepore. Adriana, come sempre, era impeccabilmente vestita capelli ordinati, un trucco leggero, un abito elegante. A cinquantotto anni sapeva ancora prendersi cura di sé.
“Ludovica, grazie infinite per avermi ascoltata,” disse Adriana, sorridendo mentre prendeva la tazza. “Davvero, non sapevo più a chi rivolgermi.”
“Ma figurati, Adriana, siamo amiche da una vita. Cosa posso fare per te?” Ludovica si sedette di fronte a lei, osservandola con attenzione. “Dimmi tutto con ordine. Cosa è successo con tuo nipote Matteo?”
Adriana sospirò e si massaggiò le tempie.
“Capisci, è diventato completamente ingestibile. Va male a scuola, torna tardi a casa, e ieri ho trovato delle pastiglie nella sua tasca.”
“Dio santo,” mormorò Ludovica, portandosi una mano al petto. “Droghe?”
“Non lo so. Forse. Ho avuto una paura tremenda. Lui non mi spiega niente, si limita a rispondermi male. Dice che non sono affari miei.”
Ludovica scosse la testa. Conosceva bene Matteo il nipote di Adriana, un ragazzo di diciassette anni rimasto orfano e cresciuto dalla nonna. Una volta era un ragazzo educato, ma ultimamente era diventato scontroso e chiuso.
“Cosa pensi di fare?” chiese Ludovica.
“Mi servono soldi per un investigatore privato,” sussurrò Adriana. “Voglio sapere con chi si vede, dove va. Forse è finito in brutta compagnia.”
“Quanto ti serve?”
“Trentamila euro. So che è tanto, ma te lo restituirò appena riceverò la pensione.”
Ludovica si alzò senza esitare e si diresse verso larmadio dove teneva i risparmi. Adriana era la sua migliore amica da più di ventanni. Si erano conosciute al lavoro, quando entrambe erano ancora sposate, crescevano i figli e facevano progetti per il futuro. Poi la vita le aveva separate, ma non avevano mai perso i contatti. Si scrivevano, si chiamavano, si facevano visita.
Quando Ludovica rimase vedova, fu Adriana a sostenerla, aiutandola a superare il dolore. E quando ad Adriana toccò la tragedia suo figlio e sua madre morirono in un incidente dauto, lasciandole il piccolo Matteo Ludovica accorse subito, aiutandola con i funerali e le pratiche per laffidamento.
“Ecco,” disse Ludovica, porgendole una busta con i soldi. “E non preoccuparti di restituirli. Se ti servirà altro, dimmelo.”
Adriana prese la busta e la strinse forte.
“Sei la migliore,” sussurrò. “Non so cosa farei senza di te.”
Rimasero a lungo in cucina, bevendo caffè e parlando della vita. Adriana raccontò quanto fosse difficile crescere un nipote da sola, soprattutto nelladolescenza. Ludovica le diede consigli, condividendo lesperienza con suo figlio.
“E tuo figlio Marco come sta?” chiese Adriana. “È tanto che non lo vedo.”
“Sta bene. Ha una bella famiglia, un lavoro stabile. Solo che chiama poco, è sempre impegnato.”
“Capisco. I figli, prima o poi, se ne vanno tutti.”
Adriana rimase fino a sera. Ludovica laccompagnò allascensore, si salutarono e la porta si chiuse alle sue spalle.
In casa, il silenzio tornò a regnare. Ludovica sistemò i piatti, innaffiò le piante sul davanzale e si sedette davanti alla televisione. Ma non riusciva a concentrarsi sul film continuava a pensare a Matteo. Un bravo ragazzo, educato, intelligente. Possibile che si fosse davvero messo nei guai?
Il giorno dopo, Ludovica andò alla clinica per un controllo. In fila dal dottore, incontrò la vicina Serena.
“Ludovica, ciao!” la salutò. “Come stai? È tanto che non ci vediamo.”
“Tutto bene. Ieri è venuta Adriana, ha problemi con suo nipote.”
“Adriana? Quella con la macchina tedesca?”
Ludovica si stupì. Adriana era arrivata in auto, ma non aveva mai detto di possederne una.
“Possibile. Come fai a saperlo?”
“Lho vista partire dal tuo palazzo. Una bella macchina, costosa sicuramente.”
Ludovica aggrottò le sopracciglia. Se Adriana aveva unauto del genere, perché chiedere soldi in prestito? Forse non era la sua. Magari laveva presa in prestito.
Una settimana dopo, Adriana chiamò con buone notizie.
“Ludovica, non crederai mai! Matteo sta bene! Quelle pastiglie erano solo vitamine. Si vergognava a dirmi che si era iscritto in palestra e prendeva integratori.”
“Grazie a Dio,” sospirò Ludovica sollevata. “E linvestigatore cosa dice?”
“Ma che investigatore! Abbiamo parlato a lungo e mi ha confessato tutto. Si è innamorato di una ragazza a scuola, ecco perché si comportava così. Sai comè, i giovani.”
Ludovica sorrise. Davvero, gli adolescenti sono imprevedibili. Meno male che era finita bene.
“I soldi te li restituisco la prossima settimana, promesso,” aggiunse Adriana.
“Non cè fretta, quando puoi.”
Si salutarono e Ludovica riattaccò. Si sentiva sollevata. Era bello quando i problemi si risolvevano da soli.
Ma i soldi non tornarono mai. Né dopo una settimana, né dopo un mese. Quando Ludovica glielo ricordò delicatamente, Adriana iniziò a trovare scuse.
“Ludovica, scusami, ho avuto spese impreviste. Ho assunto un tutor di matematica per Matteo e costa tanto. Aspetta ancora un po, per favore.”
Ludovica non insistette. Trentamila euro erano una somma importante, ma non le avrebbero rovinato. E se servivano per listruzione di Matteo, ne valeva la pena.
Linverno passò in fretta. Adriana chiamava raramente, sempre troppo occupata. Diceva che Matteo stava migliorando a scuola, addirittura pensava alluniversità.
In primavera, Ludovica decise di far visita a suo figlio a Torino. Marco la accolse alla stazione, labbracciò, le chiese della salute. Viveva in un bel quartiere, in un grande appartamento con la moglie e due figli.
“Mamma, ti ricordi di Adriana?” le chiese a cena. “Quella tua amica.”
“Certo. Perché?”
“Lho vista poco fa in centro. Usciva da un negozio costoso, piena di buste. Vestita come una milionaria.”
Ludovica lo guardò attentamente.
“Sei sicuro che fosse lei?”
“Assolutamente. Era venuta a trovarci quando ero ancora a scuola. Volevo salutarla, ma è salita in macchina ed è partita.”
“Che macchina?”
“Una di lusso, si vedeva che non era economica.”
Ludovica tacque. Quindi lauto era davvero sua. E si vestiva bene, faceva acquisti costosi. Allora perché aveva bisogno di soldi?
Tornata a casa, cercò su internet informazioni sul quartiere di Adriana. Scoprì che gli appartamenti lì valevano una fortuna. Poi controllò i social e trovò il profilo di Matteo.





