Cara signora, sono la madre di vostro nipote di sei anni.

Elena Rossi, sono Oksana, e questo è suo nipote Michele. Ha sei anni.

In un paesino della Sicilia, dove i viali profumano di zagara e il tempo sembra scorrere più lentamente, il destino mi ha giocato un tiro mancino. Io, Elena Rossi, stavo tornando dal lavoro quando qualcuno mi ha chiamato per nome. Mi sono girata e mi sono bloccata: davanti a me c’era una donna giovane con un bambino di circa sei anni. Si è avvicinata e ha pronunciato parole che mi hanno gelato il sangue. «Elena Rossi, mi chiamo Oksana, e questo è suo nipote — Michele. Ha già sei anni».

Ero sbalordita. Quelle persone mi erano sconosciute, e le loro parole mi hanno colto come un fulmine a ciel sereno. Ho un figlio, Luca — un uomo affascinante e di successo, sempre in festa per una promozione imminente. Ma non è sposato, e nonostante i miei sogni di nonnità, non avrei mai immaginato di diventare nonna così, all’improvviso, per mano di una sconosciuta. Lo shock ha lasciato il posto alla confusione: com’è possibile che non sapessi di questo nipote per sei anni interi?

Forse è colpa mia. Ho cresciuto Luca da sola, lavorando giorno e notte per garantirgli un futuro. Sono orgogliosa dei suoi successi, ma la sua vita sentimentale mi ha sempre preoccupato. Luca cambiava fidanzate come si cambiano le scarpe, senza mai affezionarsi a nessuna. Non mi sono mai intromessa, ma dentro di me rivivevo i miei vent’anni, quando lo misi al mondo. Senza marito, senza aiuto, ho rinunciato alla mia giovinezza, risparmiando su tutto, persino sulle vacanze. Solo qualche anno fa, Luca mi ha regalato un viaggio al mare — fu la prima volta che vidi l’orizzonte blu. Non mi pento di nulla, ma il desiderio di avere un nipote è sempre rimasto acceso.

E ora eccola lì, Oksana, con Michele. La sua voce tremava, ma le parole erano ferme. «Ho esitato a lungo, ma Michele è parte della sua famiglia. Lei ha il diritto di sapere. Non chiedo nulla, lo cresco da sola. Ecco il mio numero. Se vorrà incontrarlo, mi chiami».

Se ne è andata, lasciandomi in un vortice di dubbi. Ho chiamato Luca all’istante. Era sconvolto quanto me. A malapena ha ricordato una ragazza di nome Oksana, conosciuta anni prima. Lei gli aveva detto di essere incinta, ma lui aveva risposto di non essere sicuro di essere il padre. Poi era sparita, e lui non ci aveva più pensato. Le sue parole mi hanno trafitto il cuore. Mio figlio, che ho allevato con tutto l’amore possibile, aveva liquidato quella possibilità come se non fosse nulla.

Luca insisteva di non sapere nulla del bambino e dubitava che Michele fosse suo figlio. «Perché ha aspettato sei anni? — si arrabbiava. — È strano!». Ho cercato di capire quando si erano lasciati. Ha ricordato che era agosto. I miei dubbi crescevano: e se Oksana mentiva? Ma gli occhi grandi di Michele, il suo sorriso timido, mi restavano impressi nella mente.

Così, ho preso coraggio e ho chiamato Oksana. Mi ha detto che Michele era nato a marzo. Alla mia domanda sul test del DNA, ha risposto con fermezza: «So chi è il padre, e non farò alcun test». Ha aggiunto che i suoi genitori l’aiutavano e che se la cavava da sola. Michele avrebbe iniziato la prima elementare, e lei lavorava per mantenerlo. La sua voce era calma, ma piena di determinazione.

«Elena Rossi, se vuole vedere Michele, non ho obiezioni — ha detto. — Se no, capirò e non mi offenderò. So da Luca quanto ha faticato a crescerlo da sola. Per questo ho deciso che doveva sapere del nipote. È l’unico motivo per cui sono venuta».

Ho riagganciato, sentendo il mondo crollarmi addosso. Non potevo non credere a mio figlio, ma le parole di Oksana sembravano sincere. Avevo voglia di correre da Michele, di abbracciarlo, ma se non fosse mio nipote? Se Oksana mi stesse ingannando? Ero divisa tra il desiderio di far parte della vita di quel bambino e la paura di essere truffata.

La mia anima urlava: quel bambino potrebbe essere la mia famiglia, la mia occasione di sentire il calore di un nipote. Ma la ragione sussurrava: «E se fosse una menzogna?». Ricordavo Luca da piccolo, correndomi incontro con un sorriso, e ora rifiutava l’idea di avere un figlio. Oksana, invece, nonostante tutto, cresceva Michele con amore, senza chiedere niente in cambio. La sua forza mi ricordava la mia, tanti anni fa.

Non so cosa fare. Chiamare Oksana e incontrare Michele? Insistere perché Luca faccia il test del DNA? O tirarmi indietro, per paura di spezzarmi il cuore? La mia vita, fatta di sacrifici per mio figlio, ora è davanti a un nuovo enigma. Michele, con il suo sguardo fiducioso, ha già trovato posto nel mio cuore, ma la verità, nascosta dietro sei anni di silenzio, mi spaventa a morte. Sono a un bivio, e ogni passo mi sembra un precipizio.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

four × 2 =

Cara signora, sono la madre di vostro nipote di sei anni.