Cara suocera, la invito al nostro divorzio!
Quando il figlio spalancò la porta del suo appartamento a Milano, Anna Maria, oltrepassando la soglia, con una voce carica d’ansia chiese:
— Sei solo?
— Sì… — rispose Luca, perplesso.
— E dov’è Giulia?! Se n’è già andata? È finita? — La voce della suocera tremava, piena di agitazione.
— Mamma, di cosa stai parlando? — Luca scrollò le spalle, senza capire.
— Allora sono arrivata tardi… — Anna Maria sospirò pesantemente, entrò in salotto e si sedette sul bordo del divano, come se temesse di occupare troppo spazio. — Troppo tardi…
— Mamma, cosa succede? — Luca si irrigidì, sentendo un’ombra di preoccupazione crescergli dentro.
— Mi vuoi dire che va tutto bene?! — Lo fissò con uno sguardo carico di sospetto, come se nascondesse un segreto terribile.
— Cosa c’è che non va? — Luca era confuso, incapace di seguire il filo dei suoi pensieri.
— Figlio mio, spiegami subito questa assurdità! — Anna Maria frugò nella borsa, tirò fuori un biglietto con una rosa appassita e glielo piazzò davanti con decisione. — L’ho trovato stamattina nella mia cassetta delle lettere. Un invito al divorzio!
Luca prese il biglietto, i suoi occhi corsero alle parole scritte con una calligrafia ordinata: *Cara suocera, la invito al nostro divorzio! Sua nuora Giulia.* Rimase immobile, incapace di credere ai suoi occhi.
— Mamma, davvero pensi che sia vero? — chiese, cercando di nascondere lo sgomento.
— Vuoi forse dire che me lo sono scritto da sola?! — Anna Maria alzò le mani, la voce spezzata tra rabbia e offesa.
— No, è solo che… Giulia? Seriamente?
— Chi è Giulia?
— La tua nuora…
— Luca, basta tergiversare! Dimmi la verità! Siete arrivati al divorzio? Non avete nemmeno passato un anno insieme! Dov’è adesso?
— Mamma, tranquilla, va tutto bene. Giulia è al lavoro… credo. Stamattina era tutto normale. Dev’essere uno scherzo. Forse per la minestra…
— Uno scherzo? Per la minestra?! — Anna Maria lo fissò come se avesse perso il senno. — Mi stai dicendo che si scherza così per una minestra?!
— Sì, per la minestra — Luca si grattò la nuca, imbarazzato. — Ieri l’ha cucinata per la prima volta. Le ho detto che… non era il massimo. Non come la tua.
— E poi? — La suocera socchiuse gli occhi, intuendo un dramma in arrivo.
— Si è arrabbiata, ha minacciato di buttarla via. Poi ha detto che non avrebbe più cucinato finché non l’avessi finita tutta. E io, per scherzo, le ho detto che avrei chiesto il divorzio se smetteva di cucinare. Era una battuta…
— Una battuta?! Le hai parlato di divorzio per scherzo?! — Anna Maria balzò in piedi, gli occhi pieni di fuoco.
— Poi le ho spiegato che ridevo, ma ormai era scoppiata la lite…
— Tutto tuo padre, ecco! — Si diresse decisa verso la cucina. — Dov’è questa minestra? Portala qui!
— Perché? — Luca la seguì, confuso.
— La mangiamo. Hai capito?
— Mamma, non è buona…
— Ti faccio vedere io se non è buona! In cucina, svelto!
Anna Maria trovò la pentola, la mise sui fornelli, accese il gas.
— Vieni qui! — La sua voce era un comando da generale in battaglia.
— Mamma, ma… — Luca cercò di opporsi, ma il suo sguardo lo zittì.
— E poi, dammi le chiavi di casa!
— A che pro? — Si bloccò, senza capire.
— Le voglio, punto!
Luca, a testa bassa, gliele consegnò. Lei se le infilò in tasca, nel vecchio giubbotto.
— Siediti! — ordinò, versando la minestra in due scodelle.
Prese il cucchiaio per prima e iniziò a mangiare, fissandolo senza sosta. Luca, riluttante, la imitò.
— E questa la chiami non buona? — Anna Maria alzò un sopracciglio, finendo la sua porzione. — È una minestra normale!
— La tua è sempre meglio… — borbottò lui, girando il cucchiaio nella scodella.
— Io ho trent’anni di esperienza! Tua moglie sta ancora imparando! Prendi quel cucchiaio e mangia, prima che diventi fredda!
Per cinque minuti regnò un silenzio tombale, interrotto solo dai rumori dei cucchiai. Quando Luca finì, allungò la mano:
— Mamma, ho finito. Dammi le chiavi.
— No. — Sorrise con malizia. — Prima devi fare i compiti.
— Quali compiti? — rimase basito.
— Eccoli lì. Su quella mensile c’è il libro *Capolavori culinari per tutta la famiglia*. Domenica verremo io e tuo padre a cena da voi. E tu, caro mio, preparerai tre piatti da quel libro!
— Io?! — Luca quasi si strozzò. — Ho una moglie!
— No, no, figliolo. Tua moglie al massimo taglierà la cipolla. Il resto tocca a te. E io lod— E se pensi di tirarti indietro, tuo padre ti farà il diavolo a quattro… sai bene quanto ami mangiare bene! — concluse Anna Maria, fissandolo con uno sguardo che non ammetteva repliche.