«Amore, puoi venirmi a prendere al lavoro?» Laura chiamò il marito, sperando di evitare un estenuante viaggio di quaranta minuti sui mezzi pubblici dopo una giornata pesante.
«Sono occupato» rispose seccamente Marco. Sullo sfondo, la televisione era accesa, segno chiaro che era a casa.
Laura sentì una profonda tristezza. Il matrimonio si stava sgretolando, e solo sei mesi prima lui le prometteva di portarla in braccio. Cosa era cambiato in così poco tempo? Lei non lo sapeva.
Si prendeva cura del corpo, passando ore in palestra. Cucinava benissimo non a caso lavorava in un ristorante rinomato. Non aveva mai chiesto soldi, non aveva mai fatto scenate, era sempre pronta a soddisfare ogni desiderio del marito…
«Lo stancherai così» le diceva la madre di Laura, ascoltando le lamentele. «Un uomo non va viziato in tutto».
«Lo amo semplicemente» rispondeva la giovane con un sorriso disarmato. «E lui ama me…»
*****
«Alla fine si è stancato» pensò Laura, mordendosi il labbro mentre guardava la cronologia del browser. Marco passava tutto il suo tempo libero su siti dincontri, chattando con diverse donne. «Perché non me lha detto semplicemente? Avrei capito e lo avrei lasciato andare. Perché soffrire, vivendo con una donna che non ami e tormentandola?»
Divorzio, allora. Lei era forte, ce lavrebbe fatta. Ma non lo avrebbe lasciato andare senza una piccola vendetta…
Quella stessa sera, Laura si iscrisse allo stesso sito, lo trovò e iniziò a chattare. Prese una foto a caso da internet, la ritoccò ed era certa che Marco ci sarebbe cascato. E così fu.
Lo scambio di messaggi fu intenso. Marco diceva di non essere sposato, di essere pronto per una relazione seria e per avere figli. Si vantava del suo carattere meraviglioso, scatenando in Laura una risata amara. Sapeva bene quanto fosse difficile averci a che fare.
«Incontriamoci» scrisse Laura, aspettando con trepidazione la risposta.
«Sarebbe perfetto» la risposta arrivò in pochi secondi. «Ma mia sorella sta temporaneamente da me per preparare degli esami. Potremmo vederci in un posto neutro e poi andare in un hotel».
«Davvero?» sussurrò Laura. «Come fai a essere così sicuro che una donna accetterebbe di andare in hotel subito? Chiunque ne sarebbe offeso! Ma va bene così, fa al caso mio».
«Allora vieni a casa mia? Abito in una villetta fuori città, da sola. Nessuno ci disturberà…» Si chiese se avrebbe accettato.
«Ottima idea!» Marco era chiaramente soddisfatto, forse perché non avrebbe dovuto spendere soldi. «Mandami lindirizzo e lorario. Sarò lì in un battibaleno».
«Via **** 25, alle dieci di sera. Va bene?»
«Certo! Aspettami».
Alle nove, Marco finse di essere stato chiamato urgentemente al lavoro. Non trovò le chiavi dellauto e chiese alla moglie se le avesse viste.
«Erano sul tavolo» disse Laura guardandolo con occhi innocenti, mentre stringeva le chiavi in tasca. «Forse il gatto le ha spostate?»
Ma Laura non aveva intenzione di aspettarlo. Approfittò del tempo per fare le valigie. Fortunatamente aveva un appartamento di proprietà, ereditato dalla nonna. Lunica cosa che lasciò fuori fu la richiesta di divorzio, ben in vista sul tavolo.
Marco tornò a casa la mattina dopo, furioso. Non solo il viaggio gli aveva rubato più di unora, ma la misteriosa Sara del sito non cera.
Lindirizzo era reale, la casa pure. Ma non era la giovane modella della foto ad aprirgli la porta. Era una donna due volte più grande di lui, in un accappatoio semitrasparente. Marco avrebbe pagato qualsiasi cifra pur di dimenticare quella vista.
Fu una lotta liberarsene! Dovette chiamare un taxi, aspettare a lungo al freddo con solo un giubbetto leggero, e persino lautista lo portò prima in giro per posti sconosciuti… Fu una serata movimentata.
Fu solo quando tornò a casa e vide la richiesta di divorzio sul tavolo che Marco capì chi cera dietro tutto. Accanto al foglio, scritto con rossetto rosso, cera:
*Questa dolce vendetta…*




