**La mia casa, le mie regole**
Signora Elena, hai mangiato di nuovo i miei cannoli?! Alba è in piedi in cucina con la confezione vuota tra le mani.
Pensavo fossero per tutti cerco di giustificarmi.
Ma cosa dici? Li ho comprati apposta per Sofia! È allergica a tutto il resto!
Daniele esce dalla camera, ancora assonnato dopo il turno di notte.
Mamma, ma quante volte te lo devo spiegare? La mensola a sinistra è la nostra!
La mensola a sinistra. Nel mio frigorifero, adesso ci sono mensole “loro” e mensole “nostre”. Un anno e mezzo fa erano venuti a stare qui “temporaneamente”, in attesa di trovare casa. Quella temporaneità si è trasformata in un incubo senza fine.
Nonna, dove hai messo lo zaino? Marco corre per lappartamento.
Nonno, hai visto la mia bambola? Sofia mi tira per la manica.
Vittorio si nasconde dietro il giornale in balcone. Lunico posto dove può trovare un po di pace nella sua stessa casa.
Basta! Alba scatta allimprovviso. Non ce la faccio più! Daniele, o troviamo una casa, o io e i bambini andiamo da mia madre!
E dove vuoi che andiamo? ribatte mio figlio. Affittare per tremila euro al mese? Abbiamo il mutuo per la macchina!
Allora vendi la macchina!
Sei impazzita? Per andare a lavoro, come faccio?
I bambini cominciano a piangere. Cerco di calmarli, ma Alba strappa Sofia dalla mie braccia.
Non serve! Ce la sbrighiamo da soli!
Vado in camera mia. Sento sbattere la porta dingresso Daniele è uscito. Poi il pianto dei bambini, le urla di Alba.
Nella mia casa. Nella casa dove io e Vittorio abbiamo vissuto per trentanni.
La sera fingiamo tutti che non sia successo niente. Cena in silenzio. I bambini giocherellano con le forchette. Alba evita di guardare Daniele.
Papà, passami il sale, chiede mio figlio.
Vittorio lo passa senza parlare. Ultimamente sta sempre zitto. È stanco dei litigi altrui nella sua stessa casa.
Dopo cena, Daniele rimane in cucina.
Mamma, scusa per prima. È che Alba è nervosa.
Lo capisco.
No, non capisci! esplode. Non capisci cosa significhi vivere con i genitori a trentacinque anni! Sentirsi un fallito!
Figlio mio
Non serve! So che è difficile anche per voi. Ma non abbiamo un posto dove andare!
Taccio. Cosa posso dire?
Di notte non dormo. Sento Vittorio rigirarsi dallaltra parte del letto. In salotto, dove ora dormono i ragazzi, Sofia piange. Alba la culla.
Al mattino mi sveglio per il rumore di un piatto rotto in cucina.
Non è niente, dico, raccogliendo i cocci.
La mamma si arrabbierà, sussurra Marco.
Non glielo diciamo.
Mi abbraccia. Piccolo, caldo, mio. Per i nipoti sopporto tutto. Ma fino a quando?
Una settimana dopo, Daniele torna dal lavoro strano. Pensieroso, ma non cupo.
Mamma, papà, dobbiamo parlare.
Ci sediamo in cucina. Alba è di sopra con i bambini.
Ho deciso. Faccio un mutuo, compriamo una casa.
Cosa? Il cuore mi si stringe. Che mutuo? Figlio, sono tanti soldi!
Mamma, non cè altra soluzione. Stiamo impazzendo tutti.
Ma saranno ventanni di rate! Vittorio parla per la prima volta da settimane.
Le pagherò. Ho trovato un posto qui vicino. Piccolo, ma nostro.
Qui vicino? chiedo.
Sì. Così potete vedere i nipoti. E noi possiamo aiutarvi se serve.
Lo guardo. Quandè cresciuto? Quandè diventato un uomo?
Alba lo sa?
Non ancora. Volevo parlarne prima con voi.
Vittorio si alza e gli accarezza la spalla.
Hai fatto bene. Un uomo deve avere la sua casa.
Daniele sospira. Forse temeva la nostra reazione.
Quella sera parla con Alba. La sento piangere di gioia o di paura?
Il mutuo, le ricerche, tutto sembra confuso. Alba è tra leuforia e il panico.
Signora Elena, e se non ce la facciamo? Se Daniele perde il lavoro?
Ce la farete. Siete giovani, forti.
Ma ventanni!
Però vostri.
Il giorno del trasloco. I facchini portano via le scatole. I bambini corrono tra le due case la loro è a due passi.
Nonna, ho la mia camera! Sofia mi trascina a vederla.
Piccola, ma sua.
Bellissima! Sistemata, sarà un palazzo!
Quella sera festeggiamo. La casa è stretta, ma latmosfera è diversa. Alba ride, Daniele scherza. I bambini mostrano orgogliosi il loro regno.
Mamma, perdonaci, dice Daniele. Per questanno e mezzo.
Ma che dici! Siamo famiglia!
Esatto. Ma la famiglia deve vivere separata.
Vittorio alza il bicchiere.
Alla nuova casa! E a visitarci come ospiti!
Alba mi abbraccia.
Grazie per averci sopportati.
Ma figurati!
Ma ha ragione. Abbiamo sopportato. E ne è valsa la pena.
La prima notte nella casa vuota. Silenzio. Troppo silenzio.
Vittorio, senti?
Cosa?
Che silenzio!
Ride.
Finalmente!
La mattina mi sveglio nessuno fa rumore in cucina. Posso bere il caffè in pace, leggere il giornale.
Squilla il campanello.
Nonna, posso venire da te? Marco con lo zaino.
Certo! Tua mamma lo sa?
Sì, ha detto di venire da te a fare i compiti, è più tranquillo!
Ecco. Adesso i nipoti vengono in visita, non ci vivono addosso.
Ci sediamo a tavola. Lo aiuto con la matematica. Dopo unora arriva Sofia.
Nonna, la mamma ha fatto le frittelle! Vi invita!
Andiamo da loro. Alba sorride davanti ai fornelli.
Volevo festeggiare! Le prime frittelle nella nuova casa!
Siamo stretti, ma felici. E sappiamo che poi ognuno tornerà a casa sua.
Signora Elena, posso lasciare i bambini da voi il weekend? chiede Alba. Io e Daniele vorremmo andare a vedere le carte da parati.
Ma certo! Con piacere!
Ed è vero con piacere. Perché ora è una scelta, non un obbligo.
Passa un mese. Daniele passa dopo il lavoro.
Mamma, posso prendere la scala? Devo montare una mensola.
Prendila! È in ripostiglio!
Vittorio va ad aiutarlo. Torna soddisfatto.
Bravi! Si stanno sistemando!
Alba porta una torta.
Lho fatta con la tua ricetta! Assaggia!
È buona. La lodo. Lei fiorisce.
Sai, prima non mi piaceva cucinare. Ma ora la mia cucina, le mie regole!
Eccola, la parola chiave mie.
La sera mi chiama unamica.
Elena, domani prendiamo un caffè da te?
Volentieri!
E non mi preoccupo di disturb