Certo, tutti ricordavano benissimo

**Diario di un uomo**

“Naturalmente, ricordava tutto perfettamente.”

“Non me lo ricordo perché non è mai successo!” disse Rossi, guardandola con quegli occhi onesti da vecchio.

La conversazione si spense allimprovviso, e ognuno se ne andò per la sua strada.

“E perché ha mentito?” pensò Giulia. “Si vedeva chiaramente che stava mentendo!”

“Vuoi che io sia il tuo Kay?” propose lundicenne Paolo Rossi alla sua compagna di classe Giulia Bianchi, che gli piaceva.

“Che Kay?” la ragazzina sembrava perplessa.

“Come, non hai mai letto la fiaba? Quella in cui la Regina delle Nevi lo stregò! E Giulia lo salva!”

“Giulia? Ma è Gerda che lo salva!” rispose Bianchi con disprezzo. “Ma che Andersen hai letto?”

“Che differenza fa? Giulia, Gerda…” Paolo scrollò le spalle, senza preoccuparsi dei dettagli. “Ti sto chiedendo: vuoi che io sia il tuo Kay?”

La ragazza non voleva: Paolo era mingherlino, con le orecchie a sventola e decisamente più basso di lei. Certo, salvarlo sarebbe stato più facile.

Ma lei, robusta e mezza testa più alta, come avrebbero potuto camminare insieme dopo il “salvataggio”? Che figuraccia!

No, grazie! Inoltre, il suo cuore era già occupato da un altro: Michele, il somaro della classe.

Tra laltro, lui era lì vicino e ascoltava la discussione con interesse.

E Giulia, aggiustandosi il fiocco, disse con tono sprezzante Michele stava ascoltando

“Un Kay tu? Non saresti nemmeno adatto a fare la renna! Quindi, Kay, vai e non ci pensare più!”

Michele scoppiò a ridere, Paolo lo guardò spaventato e scappò. Il giorno dopo, davanti a tutti, la chiamò “Giulia-insalata”: la mia vendetta sarà terribile!

E cosa ti aspettavi, Bianchi? Non tutti gli uomini sopportano un rifiuto! E lui era stato umiliato…

Paolo, seppur mingherlino, aveva unintelligenza che compensava la mancanza di forza fisica.

Ma quel giorno, colpito dal rifiuto della ragazza che amava, non seppe reagire: chiunque sarebbe rimasto senza parole.

E non rise solo Michele, ma tutta la classe: il soprannome piacque! Era divertente! Anche se, allora, non usavamo ancora quella parola.

Naturalmente, quando Giulia si lamentò a casa del soprannome offensivo, la consolarono.

Ma un giorno, suo padre la aiutava con lalgebra: la figlia non capiva nulla! Allora, esasperato, esclamò:

“Hai ragione quel tuo Paolo hai uninsalata in testa!” E aggiunse: “Salutamelo!”

Paolo era colpevole anche di questo: prima, il padre non avrebbe mai detto una cosa simile…

Alla fine delle scuole, le tensioni si erano calmate tutto il male era rimasto nellinfanzia: amori, antipatie, rancori. Avevano altro a cui pensare!

Ballarono anche un paio di volte insieme Paolo, nel frattempo, era cresciuto, superando Giulia in altezza, e si era trasformato in un ragazzo atletico: aveva iniziato a fare sport.

Michele, dopo la terza media, finì in una scuola professionale allora erano severi. E amare a distanza era difficile. Quindi, addio, Michele…

Dopo il diploma, le strade si divisero: Giulia scelse luniversità di pedagogia, Paolo, come ogni bravo studente, andò al Politecnico.

A volte si incontravano vivevano vicini e scambiavano due parole.

Poi la vita li portò altrove: entrambi si sposarono e si trasferirono. Gli incontri nel cortile diventarono rari: solo quando tornavano a trovare i genitori.

Qualche volta si incrociavano alle riunioni degli ex compagni. Ma ormai era chiaro che era meglio non andarci, per non rimanerci male.

Con gli anni, i ragazzi diventarono uomini calvi con pancette da birra, le ragazze signore robuste con tante ambizioni. E Bianchi non faceva eccezione.

Già di corporatura non esile, diventò ancora più imponente: una vera contadina della statua di Verrocchio non avvicinarti, che ti schiaccio col mio peso!

Mancava solo il secchio del latte e una mucca da record sullo sfondo.

Bianchi non era uneccezione, ma Rossi sì: sembrava essersi conservato, rimanendo snello come al liceo.

A quarantacinque anni, Giulia era diventata vicepreside. Pietro Rossi lavorava come ingegnere una vita normale.

Poi arrivarono gli anni Novanta. Per Giulia-insalata coincisero con il matrimonio della figlia: Sofia portò a casa un fidanzato senza lavoro avremo un bambino!

Oltre al caos generale, il disastro entrò in casa loro.

La fabbrica dove lavorava il futuro genero, che guadagnava bene con lo stato, fu trasformata in un magazzino e affittata per corsi di crescita personale.

Fuori dalla fabbrica, non cera lavoro per un saldatore. E poi, quella professione improvvisamente non serviva più a nessuno!

Ieri sì, oggi no! Quindi, vai a vendere giacconi e jeans al mercato: quelli servono! Ma prima fai un corso ti insegneranno come si fa.

Giorgio rifiutò io sono un saldatore, che centrano i giacconi? Intanto, Sofia, incinta, stava a casa: ora erano in due a non lavorare.

Giulia e il marito, anche lui ingegnere, si dibattevano come pesci fuor dacqua: lei iniziò a importare vestiti dalla Grecia addio, istruzione! Il marito diventò corriere lingegnere non era più rispettato come una volta.

Alla fine degli anni Novanta, le cose iniziarono a sistemarsi. Poi arrivò il default!

Fortunatamente, Giulia e il marito avevano risparmiato un po di soldi in euro. E in quel giorno dagosto, che avremmo ricordato con terrore, quei soldi valevano abbastanza per comprare non un monolocale, ma un bilocale!

Ieri erano poveri, oggi benestanti che paradosso! Quanti altri ce ne saranno?

Finalmente poterono far trasferire la figlia con la nipotina e Giorgio, che faceva lavoretti saltuari. I soldi bastarono anche per un bel restauro.

Poi Sofia si trasferì, e Giulia tornò a scuola: persone come lei sarebbero sempre servite! Quindi, bentornata, signora vicepreside!

Per farlo, spostarono lattuale vicepreside “lei è troppo morbida, qui serve il pugno di ferro!”

Paolo lo vedeva raramente.

A sessantanni, il marito Michele la lasciò. Le disse che laveva schiacciata con la sua autorità, e che anche lui era una persona!

Grazie, coach della crescita personale!

Il nuovo secolo arrivò, e tutti dicevano che sessantacinque non era più letà della pensione, ma dellattività! Insomma, ci eravamo sbagliati! Ma ora era ufficiale!

La cosa peggiore? Michele non se nera andato per unaltra almeno sarebbe stato per amore! No, era scappato nel “nulla”: un amico gli aveva offerto una stanza in un appartamento condiviso.

Sofia viveva già da sola, e Giulia rimase sola.

Il lavoro non compensava la solitudine: i colleghi non erano amici. E aprirsi con loro? Troppo rischioso.

Ogni tanto la nipote ventenne la visitava generazione perduta tra esami e social, sempre con le cuffie. Non parlavano mai di niente.

A settantanni, Giulia andò in pensione. Senza protestare: era troppo vecchia per gestire i bulli delle scuole

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