— Che cosa hai con quella Sofya? Perché hai bisogno di una moglie così? Ha partorito, è diventata tutta morbida e ora gira come una balena. Pensi che tornerà in forma? Certo, continua ad aspettare—sarà solo peggio!

Ma che storia è questa con quella Sofia? Che ti serve una moglie così? Ha messo su un bimbo, si è addolcita, ora gira per casa come una mongolfiera. Pensi che dimagriscerà? Aspetta pure, sta solo per peggiorare!

Ma è tranquilla, anzi mi piace che abbia un po di forme. Prima era magra come uno spiedino, ora ha curve!

Federico sorrideva pensando alla sua moglie, ma il suo amico più stretto, Alessandro, lo colpì subito sulla spalla.

Ehi, non farti prendere la mano, ok? Che ti importa di quello che ti piace. Ti vedrò al party di Capodanno in ufficio e sarai imbarazzato a guardare i colleghi negli occhi. Sei un tipo alto, robusto, bello. Le donne hanno la loro fase doro breve, ma noi uomini? Siamo sempre eligibili!

Federico scrollò le spalle. Con il tempo però gli tornò in mente lidea che forse aveva rimasto troppo a lungo in quel matrimonio. Un tempo era un vero Casanova, finché Sofia non laveva raddoppiato. Tranquilla, bella, gentile, premurosa. E cucina così bene che non riesci a staccare la forchetta dal piatto. Federico aveva messo su circa dieci chili dal matrimonio e, nel frattempo, era nato un neonato.

Devi cambiare moglie come si cambiano le gomme! scoppiò a ridere Alessandro. Io ho divorziato e ora frequento la giovane e tosta Giulia. Se qualcosa non va, la scambio con unaltra!

Dopo quella chiacchierata Federico iniziò a rimuginare sulle parole dellamico. Alessandro lo aveva agitato, e Federico cominciò a farle proprie. Forse era davvero rimasto bloccato nel matrimonio?

Sofia, tu hai preso

Stava per finire la frase quando la moglie, stringendo il neonato ancora addormentato al petto, allargò gli occhi.

E allora? Sono cinque chili in più, è una tragedia? Sono io a badare al bambino, senza dormire, a lavorare da casa. Tutta la famiglia dipende da me: il bambino, il lavoro, le bollette, la spesa, la cucina! E tu mi tormenti per cinque chili miseri?!

Fu come un tubo rotto nel cuore di Sofia. Sentiva il dolore di non essere apprezzata. E se fosse scappata, lui sarebbe rimasto solo con tutti quei problemi a annegare.

Perché continui a fissarti sui chili? Ho messo al mondo un essere umano e tu parli di chili!

Sofia si scosse, portò il bambino al lettino e si allontanò. Federico rimase seduto sulla sedia, pensando che con unaltra moglie forse non ci sarebbero state grida.

E giorno dopo giorno lidea di Alessandro si radicava sempre di più. Forse lamico aveva ragione: non abbandonerà il figlio, ma tenere una riserva non guasta mai.

Guarda come la Giulia del secondo reparto ti fissa! La divorzi! È single, lho controllato. Bella, sportiva, sembra uscita da una tela! Accanto a lei, la tua Sofia non è più nulla! disse Alessandro avvicinandosi al tavolo.

Giulia, una giovane di bellaspetto, stava accanto al distributore dacqua. Federico non aveva mai notato quel fuoco negli occhi di cui parlava Alessandro, ma lamico era più esperto, quindi doveva sapere meglio.

Quando torni a casa ti aspetterà una donna così! Immagina tacchi, lingerie, tutto per far felice un uomo! E la tua? Probabilmente in una vestaglia piena di svezzamenti! Stai invecchiando, presto sarà più difficile trovare una ragazza.

Alessandro gli diede una pacca sulla spalla e tornò al suo reparto, lanciando qualche battuta un po piccante a Giulia. Federico provò una punta di invidia verso lamico: Alessandro sapeva sempre come rompere il ghiaccio con le donne e il giorno dopo vantava il numero di telefono o le foto di una serata riuscita.

Andò a trovare sua madre, la signora Lucia, per confidarsi sul fatto che la moglie non gli andava più. Lucia, sempre dalla parte del figlio, non lo appoggiò questa volta.

Piccolo disgraziato, la tua moglie ti ha dato un figlio, lavora, gestisce casa, è una bellezza e tu alzi il naso?! Voi uomini siete tutti uguali, non sapete valutare quello che avete, sempre a spiare il bosco come lupi. Finirete vecchi e soli, a ululare alla luna!

Le parole di Lucia gli rimbalzavano alle orecchie. Continuava a osservare Giulia al lavoro, cogliendo i suoi sguardi, convinto che lamico avesse ragione. Il tempo scorreva: non avrebbe più trovato una così giovane, non serviva nemmeno una cartomante per capire. Un giorno Federico tornò a casa così frustrato da non riuscire a parlare di nientaltro se non delle parole di Alessandro.

Seduto di fronte a Sofia, che cullava il bambino dopo unaltra notte insonne, con le occhiaie sotto gli occhi e la pelle meno tonica, capì che la amava, ma lo spaventava lidea di perdere tutte le opportunità maschili.

Sai, Sofia, penso che dovremmo separarci. Dopo il parto sei cambiata. Ho capito tante cose, forse è davvero ora.

Le parole di Federico non erano chiare, balbettanti, e si sentiva un idiota, come se fosse caduto in una truffa telefonica e ora evitasse lo sguardo di chiunque gli chiedesse.

Allinizio Sofia non rispose. Solo i suoi occhi incontrarono i suoi, pieni di stanchezza, senza rabbia né delusione. Posò il bambino nella culla, prese due valigie, lo mise in braccio e si avviò verso il corridoio. Non aveva detto nulla, ma ora era chiaro che se ne andava.

Federico voleva gridare, fermarla, inginocchiarsi e chiedere scusa, ma immaginare di umiliarsi davanti ad Alessandro lo fece desistere.

Sai, Federico forse dovresti stare da solo per un po, senza di me, senza il nostro figlio. Quando hai avuto quellincidente e sei stato a letto, ti ho curato per un anno. Lavoravo, svuotavo i pannolini, ti facevo fare gli esercizi, trovavo i migliori medici, facevo i prestiti e li pagavo. Non ho mai detto una parola sul divorzio o sul fatto che non andava bene. E tu mi hai cacciata con un bimbo al seno per cinque chili miseri.

Sofia si voltò e se ne andò, senza aspettare che Federico comprendesse. Lui rimase sulla soglia, sentendo solo i passi svanire, con la dura sensazione di aver commesso un errore irreparabile.

Il giorno dopo Federico andò al lavoro senza alcun entusiasmo. Tutto gli scivolava di mano. Alessandro saltellava intorno a lui, congratulandosi, stringendogli la mano come si fa tra i ragazzi in cortile.

Ecco, adesso vai a cercare Giulia. Che bellezza! Altrimenti la rubo a te.

Alessandro rise, ma Federico non trovò divertimento. Alzò lo sguardo e Alessandro sembrò capire.

Ti dico, Alessandro, sono stato uno sciocco a credere a te. Ho una moglie che ogni uomo qui invidierebbe! Ho un figlio, una buona famiglia! Non ho bisogno delle tue ragazzine!

Parli come un marito pizzicato, non come un uomo!

E per te uomo è chi abbandona moglie e figlio? O chi non sa stare fermo e salta da una ragazza allaltra? O è un cane randagio che scappa al primo fruscio di gonna?

Alessandro si offese per la risposta di Federico e per le parole che lo colpirono. I due amici ebbero una bella rissa. Federico decise che, se niente cambiava, non sarebbe più stato amico di Alessandro. Con un migliore amico così, non servivano nemici.

Quella stessa giornata Federico andò da Sofia con un enorme mazzo di rose. Si inginocchiò, chiese perdono, ammettendo di essere stato ingannato dalle favole di Alessandro. Si incolpò da solo e implorò il suo perdono. Sofia lo perdonò; tornarono a vivere nel loro appartamento e ripresero una vita serena. A Federico sembrava di amare ancora di più la moglie. Non la vedeva più come un pacchetto.

Per lui Sofia era la più bella, la migliore di tutte. Via i chili, via lo sguardo stanco. Federico cominciò a dare una mano davvero: si occupava del bambino, si alzava di notte, lo faceva addormentare. Faceva la lavanderia e, quando serviva, cucinava. E la moglie fiorì: si iscrisse persino in palestra.

A poco a poco, passo dopo passo, la loro relazione tornò sulla giusta strada. Federico si promise di non fare mai più una cosa del genere. Per lui la vicenda divenne una lezione importante: devi sempre usare la testa tua.

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