— Che cos’è questo vestito da ‘contadina’? — mia sorella mi umiliò davanti a tutti. Il mio ‘regalo’ di risposta la fece scappare…
Immaginate la scena. La mia sorellina, Lavinia — sempre alla moda, magra come un chiodo, un’icona di stile. Io… io sono una donna normale. Qualche chilo in più, una ruga qua e là. La vita, insomma, fa il suo corso.
Ogni nostro incontro si trasformava in una piccola tortura. Lo faceva, forse, senza cattiveria, ma con le ‘migliori intenzioni’. Si avvicinava, mi scrutava con quello sguardo a raggi X e cominciava:
— Silvia, tesoro, quel vestito non ti ingrossa? Sembra qualcosa della nonna…
— Silvia, dovresti cambiare pettinatura, questa ti aggiunge dieci anni.
— Ragazza, quel rossetto! Un colore che nessuno porta più da un decennio!
E tutto con un sorriso dolce, compassionevole. Come se volesse aiutarmi. E io, dopo ogni ‘complemento’, mi sentivo a pezzi, evitando lo specchio per una settimana.
Fa male? Terribilmente! Già non mi sentivo una top model, e poi mia sorella a colpire sempre nel punto debole.
All’inizio sopportavo, scherzavo, cambiavo discorso. Ma l’ultima goccia fu il compleanno di mamma.
Mi preparai con cura: vestito nuovo, acconciatura, trucco. Mi sentivo una regina.
Tutti riuniti al ristorante, ospiti eleganti, atmosfera festosa. Ed ecco che Lavinia si avvicina, mi squadra da capo a piedi e, a voce alta perché tutti sentissero, sbotta:
— Silvia, ma che vestito è? Da ridere e da piangere… sembri la zia Concetta di campagna! Avresti potuto chiedermi un consiglio, ti avrei trovato qualcosa di decente.
In quel momento, il terreno mi mancò sotto i piedi. Mi aveva umiliata davanti a tutti. E il mio umore festivo? Volato via.
E allora qualcosa in me scattò. Basta fare la pecorella muta. Ora toccava a me. E io, ragazze, mi ero preparata bene…
Non feci una scenata. A che pro? Respirai profondamente, sorrisi con grazia e interruppi il sorriso a metà.
— Lavì! — dissi con voce chiara e allegra. — Grazie di cuore! Apprezzo davvero la tua premura! Sei un’esperta nel trovare difetti negli altri!
Lei si illuminò. Pensò che la stessi lodando. Ingenua…
— Visto che sei così esperta — continuai, sollevando una scatola preparata in anticipo — ho deciso di farti un regalo!
Tutti si girarono a guardare. Le porsi la scatola elegante, legata con un nastro. La aprì frettolosa, forse aspettandosi profumi o cosmetici.
Dentro, care, c’era un certificato stampato su carta pregata. Una consulenza personalizzata con un noto psicologo — tema: ‘Come aumentare l’autostima senza umiliare gli altri’. E lo lessi ad alta voce, chiaro e forte, perché tutti sentissero!
— Ecco, sorellina! — aggiunsi, mentre lei mi fissava sbigottita. — Ho pensato che ti sarebbe utile. Per diventare davvero sicura di te, senza doverti sentire superiore alle mie spalle! Come si dice: colpo al cuore!
La sua espressione fu indimenticabile. Prima confusione, poi comprensione, infine le guance diventarono di un rosso acceso.
Nella sala calò il silenzio, poi uno zio scoppiò a ridere. E tutti gli altri con lui. Tutte le sue frecciatine vennero allo scoperto. Voleva umiliarmi, ma finì per fare una brutta figura.
Il finale fu fulmineo. Lavinia borbottò qualcosa, afferrò la borsa e fuggì dal locale…
E sì, ci siamo riconciliate. Siamo sorelle.
Da quel giorno, non ha mai più criticato il mio aspetto. Quando ci vediamo, parliamo solo del tempo. E sapete una cosa? È meraviglioso.
Ecco la mia storia. Grazie per averla letta! Se vi è piaciuta, lasciate un like, mi farà piacere! E scrivete nei commenti se vi è capitato qualcosa di simile. E se la condividete con un’amica, ancora meglio!