Chiamata Misteriosa

Chiamata Sospetta

Alessio non capì subito che suono fosse. Era il telefono sull’apparecchio vicino al frigorifero.

– Pronto, posso parlare con Marta? – chiese una voce maschile.

– Non c’è, chi la cerca? – rispose automaticamente Alessio, anche se era passato tanto tempo dall’ultima volta che aveva usato il telefono fisso.

– E tu chi sei per chiederlo?

Alessio si irrigidì, ma rispose con calma:

– Suo marito.

– Ma che! Non ci credo! – replicò sarcastico lo sconosciuto. – Marito?! Ahahaha!

Seguì il tono dei brevi segnali di occupato.

Anche Alessio abbassò il telefono. L’umore con cui era tornato a casa dal lavoro svanì immediatamente, lasciando il posto ai ricordi più spiacevoli.

Dopo aver riflettuto un attimo, prese il cellulare e chiamò sua moglie:

– Ciao! – rispose Marta.

– Ciao! Ti hanno cercata.

– Dove? – si meravigliò Marta. – Chi?

– Sul fisso di casa. Un uomo.

– E chi è?

– Volevo chiedere a te. Mi ha risposto in modo sgarbato e ha riso quando ha saputo che ero tuo marito.

– Non capisco…

– Nemmeno io. Hai qualcuno?

Il silenzio dall’altra parte della linea colpì Alessio nel cuore. Marta tacque troppo a lungo.

– Alessio, hai bevuto? – chiese infine Marta.

– Avrei preferito essere ubriaco, – rispose e chiuse la chiamata.

Fino a quando Marta non tornò a casa, Alessio non riuscì a stare fermo. Eventi di dieci anni prima, che pensava di aver rimosso, tornarono vividi come se fossero accaduti ieri.

Allora erano quasi giunti a separarsi, Marta aveva avuto una relazione. Voleva andarsene, ma Alessio aveva fatto di tutto per salvare il matrimonio: da giovane si era promesso che suo figlio non sarebbe cresciuto senza padre.

I loro rapporti cambiarono notevolmente. Alessio capì i sentimenti di Marta. Riconobbe di averla data per scontata, credendo che la loro relazione fosse per sempre. Finalmente parlarono apertamente dei loro risentimenti, impararono a vedere e ascoltarsi a vicenda.

Si presero anche una vacanza nel posto dove erano stati insieme prima del matrimonio. La riconciliazione si trasformò in una seconda luna di miele.

Tutto sembrava essere risolto. Poi nacque la piccola, Chiara.

E ora questa chiamata.

Alessio non riusciva a immaginare quanta oscurità potesse emergere dal profondo dell’anima. Invaso da pensieri cupi, ripassava nella mente tutto quello che voleva dire a sua moglie. E quando sentì la chiave girare nella serratura, sentì un vuoto dentro.

Marta entrò in silenzio, poggiò la borsa e andò in bagno. Faceva un caldo insopportabile.

Mentre Marta era sotto la doccia, Alessio le riscaldò la cena, preparò il tè, ma andò in salotto. Sentì Marta passare in cucina e la figlia seguirla.

«E ora, cosa si fa in questi casi?» – pensò Alessio.

Guardò la televisione finché la figlia non andò nella sua stanza. Poi andò in cucina. Marta lo fissava tranquilla, senza distogliere lo sguardo.

«Aspetta una confessione», pensò il suo cervello in fiamme.

– E allora? – disse infine Alessio.

– Cosa «allora»? – rispose irritata Marta.

– Sto aspettando una spiegazione, – disse, sedendosi alla sedia.

Marta impallidì. Lentamente, scandendo bene le parole, rispose:

– Non ho niente da dirti, Alessio. Non so chi abbia chiamato. Tutti gli uomini che possono chiamarmi li conosci.

– Bene, bene, – mormorò cupo e si allontanò.

Un rumore improvviso, il suono di piatti rotti e strani rumori lo fecero scattare e tornare in cucina.

In cucina, lui e la figlia trovarono caos: cibo sparso ovunque, il piatto si era frantumato in pezzi.

Marta era in lacrime. Si era gettata sulle braccia e aveva appoggiato la testa sul tavolo.

Alessio corse da lei…

La sollevò e la portò in braccio in bagno. Dopo aver acceso l’acqua, la portò sotto la doccia. Quando si calmò un po’, l’avvolse in un asciugamano e la portò in camera da letto.

Marta si calmò, ma non era chiaro se dormisse o meno. Quando Alessio sentì un leggero respiro regolare, si sedette sul pavimento accanto al letto. Rimase lì fino al mattino.

Non ricordava se avesse dormito o meno. Si alzò quando Marta si svegliò.

In cucina lo incontrò la figlia:

– Come sta mamma? – chiese sottovoce.

Alessio si strinse nelle spalle in silenzio.

– Papà, cosa è successo?

– Non lo so ancora, ma penso di averla ferita molto.

Poco dopo arrivò anche Marta. Accese il bollitore senza guardare Alessio.

Quel giorno Marta era libera dal lavoro, e Alessio decise di restare con lei. Uscì, telefonò e chiese un permesso. Chiara andò a scuola, lui tornò in cucina. Marta stava lavando i piatti.

Si sedette e aspettò che finisse.

– Dobbiamo parlare, – cercò di mantenere la calma.

Marta si girò e disse alquanto bruscamente:

– Non mi giustificherò. Non ne ho motivo.

– No, non è di questo che volevo parlare, – cercò di tranquillizzarla. – Scusami, ieri ho reagito esagerando. Ma ti amo tanto.

– Me ne sono accorta, – rispose Marta, guardando oltre lui.

– Scusa, – disse, cercando di afferrarle le mani, ma lei le ritirò sotto il tavolo.

Alessio sospirò.

– Ascolta, la chiamata non era casuale, è evidente. Succede molto di rado un caso simile…

– Ma succede, – lo interruppe Marta.

– Per favore, non interrompermi, – chiese Alessio. – Sto cercando di capire. Hai dei nemici?

Marta ci pensò un attimo, poi disse:

– Non credo. Anche se, nel commercio, non si può mai sapere…

Nel loro quartiere, avevano un piccolo negozio alimentare che Marta aveva aperto prima del matrimonio.

– Hai avuto conflitti recenti con i clienti?

– Alessio, è una cosa normale, soprattutto con chi beve. Sono già lì al mattino, gridano e minacciano sempre.

– Capisco. Vieni in soggiorno.

Poi Marta esclamò:

– Mi sono ricordata! L’altro ieri un uomo si comportò male, chiedeva vodka. La commessa rifiutò di vendergliela, lui iniziò a far confusione, uscì per calmarlo… Alla fine, dovemmo chiamare la polizia. Fuggì via, ma mi disse che mi sarei pentita.

Alessio, riflettendo, prese il cellulare e fece un numero:

– Ciao Marco, ho bisogno di un favore. Un tipo fastidioso minaccia mia moglie, telefona a casa.

E gli raccontò in dettaglio la situazione.

– Ha chiamato una sola volta?

– Beh, io ho sentito solo una volta, – guardò Marta. – Marta non si è mai accorta.

– Avete un telefono con segreteria? Ascoltate i messaggi.

– Giusto, ti richiamo.

Accese la segreteria per ascoltare i messaggi.

Riconobbe subito quella voce: «Martina, sono io. Quando ci rivediamo? Mi manchi. Richiamami». E così alcuni altri messaggi.

Anche Marta riconobbe la voce.

Dopo i fatti si susseguirono rapidamente. Alessio rimosse la cassetta e sparì. Tornò tre ore dopo, euforico. Si avvicinò subito a Marta, l’abbracciò forte e disse:

– È tutto a posto. Hanno trovato quel seccatore. Gli ho quasi rotto la mascella. Non so cosa mi ha preso ieri. Pace?

Marta guardò negli occhi di Alessio e disse:

– Non c’è amore senza fiducia.

– Scusami, scusami, – riuscì solo a dire, baciandola sul viso.

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