Chiamata Sospetta

### Una telefonata sospetta

Vittorio non capì subito che cosa fosse quel suono. Il telefono sulla credenza stava emettendo un trillo.

– Pronto, posso parlare con Maria? – chiese una voce maschile.

– Non c’è. Chi lo desidera? – rispose automaticamente, anche se era passato tanto tempo dall’ultima volta che aveva risposto al telefono fisso.

– E tu chi sei per chiedermelo?

Vittorio si irrigidì, ma rispose tranquillamente:

– Sono il marito.

– Ma va’! Non ci credo! – rispose sarcastico l’interlocutore. – Marito?! Ahah!

Seguì il suono di una chiamata interrotta.

Anche Vittorio posò il ricevitore. L’umore che aveva portato a casa dal lavoro svanì. Emerse invece un’ondata di ricordi sgradevoli.

Dopo un momento di riflessione, prese il cellulare e chiamò la moglie:

– Ciao! – rispose Maria.

– Ciao! Ti hanno cercata.

– Dove? – chiese sorpresa. – Chi?

– Al numero di casa. Un uomo.

– Chi era?

– Dovevo chiederlo a te. Mi ha risposto male e ha riso del fatto che io sia tuo marito.

– Non ho capito…

– Neanch’io. C’è qualcun altro?

Il silenzio dall’altra parte del telefono trapassò il cuore di Vittorio. Sua moglie era rimasta muta troppo a lungo.

– Vittorio, hai bevuto? – chiese finalmente Maria.

– Magari fossi ubriaco, – rispose e interruppe la chiamata.

Fino al ritorno di Maria, Vittorio non trovò pace. Gli eventi di dieci anni prima, che credeva di aver dimenticato, riemergevano con una chiarezza tale da sembrare accaduti ieri.

All’epoca, rischiavano di divorziare, sua moglie aveva avuto una storia. Maria voleva andarsene, ma Vittorio fece di tutto per salvare il matrimonio: da bambino, si era ripromesso che suo figlio non sarebbe cresciuto senza padre.

Il loro rapporto cambiò radicalmente. Vittorio comprese i sentimenti di Maria. Ammise di aver smesso di notarla e di averla data per scontata, come se lei sarebbe sempre stata lì. Finalmente parlarono apertamente dei loro risentimenti e impararono a capire e ad ascoltarsi.

Una volta andarono in vacanza nello stesso luogo dove erano stati prima del matrimonio. La riconciliazione si trasformò in una seconda luna di miele.

Le cose si sistemarono. Poi nacque la loro figlia minore, Lucia.

E adesso, quella telefonata.

Vittorio non riusciva a immaginare quante ombre potessero riemergere dal fondo della sua anima. Col broncio, ripassava mentalmente tutto quello che voleva dire a Maria. Quando la chiave girò nella serratura, sentì un vuoto dentro.

Maria posò la borsa in silenzio e si diresse verso il bagno. Il caldo era insopportabile.

Mentre lei si faceva la doccia, Vittorio le scaldò la cena, preparò il tè e poi andò in soggiorno. Sentì Maria entrare in cucina, seguita dalla figlia.

«E in queste situazioni cosa si fa?» – pensava Vittorio.

Fissava la televisione, finché la figlia non se ne andò. Poi si diresse in cucina. Maria lo guardava tranquillamente, senza distogliere lo sguardo.

«Aspetta delle spiegazioni», pensò Vittorio, tormentato dai pensieri.

– Allora? – riuscì a dire.

– Cosa «allora»? – rispose Maria, infastidita.

– Aspetto delle spiegazioni, – disse sedendosi.

Maria impallidì. Lentamente, scandì le parole con calma:

– Non ho nulla da dirti, Vittorio. Non so chi fosse. Conosci tutti gli uomini che possono contattarmi.

– Va bene, – mormorò cupamente Vittorio, ritirandosi.

Un rumore improvviso, il suono di piatti rotti e strani rumori lo fecero sobbalzare e tornare in cucina.

La cucina, verso cui accorsero insieme alla figlia, era coperta di cibo appena tolto dal piatto, il quale si era frantumato in mille pezzi.

Maria era in lacrime. Sedeva con le braccia sul tavolo e la testa appoggiata sopra di esse.

Vittorio corse da lei…

La sollevò e la portò in bagno. Lì, accese l’acqua e la fece entrare sotto la doccia. Quando si calmò un po’, la avvolse in un asciugamano e la portò in camera.

Maria rimase tranquilla, ma non era chiaro se dormisse o meno. Quando Vittorio sentì il suo respiro regolare, si sedette sul pavimento accanto al letto. Lì rimase fino al mattino.

Non ricordava se avesse dormito o meno. Si alzò quando Maria si svegliò.

In cucina, incontrò la figlia:

– Come sta mamma? – chiese lei sottovoce.

Vittorio alzò le spalle senza dire nulla.

– Papà, cosa è successo?

– Non lo so ancora, ma credo di averla ferita molto.

Poco dopo arrivò Maria. Mise su il tè senza rivolgere uno sguardo al marito.

Quel giorno Maria era libera dal lavoro, e Vittorio decise di restare con lei. Uscì un momento per telefonare e avvisare che non sarebbe andato in ufficio. Quando Lucia andò a scuola, tornò in cucina. Maria lavava i piatti.

Si sedette e attese che finisse.

– Dobbiamo parlare, – cercò di mantenere la calma.

Maria si voltò e con tono risoluto disse:

– Non mi giustificherò. Non ho nulla di cui scusarmi.

– No, non intendevo questo, – cercò di tranquillizzarla. – Mi dispiace per ieri, non avrei dovuto perdere le staffe. Ma ti amo tanto.

– Me ne sono accorta, – rispose Maria, guardando oltre lui.

– Scusami, – allungò le mani verso quelle di Maria, ma lei le ritrasse subito sotto il tavolo.

Vittorio sospirò.

– Ascolta, quella telefonata non è stata casuale, è chiaro. Coincidenze come queste capitano raramente…

– Ma succedono, – lo interruppe Maria.

– Non interrompere, per favore, – chiese Vittorio. – Sto cercando di capirci qualcosa. Hai dei nemici?

Maria ci pensò su e rispose:

– Non credo. Anche se nel commercio…

Nel loro quartiere residenziale avevano un piccolo negozio di alimentari che Maria aveva aperto prima del matrimonio.

– Nell’ultimo periodo hai avuto problemi con i clienti?

– Vittorio, succede ogni giorno, soprattutto con chi beve. Si piazzano lì già dal mattino. Urla, minacce – è la routine.

– Capisco. Andiamo in soggiorno.

Maria esclamò:

– Ho ricordato! L’altro giorno un uomo si è comportato malissimo, voleva la grappa. La commessa si rifiutò di vendergliela, lui iniziò a fare scandalo, sono uscita per calmarlo… Non è servito a nulla, abbiamo dovuto chiamare la polizia. È fuggito, ma prima di andarsene ha detto che mi avrei pentita.

Riflettendo, Vittorio prese il cellulare e contattò un amico:

– Ciao, Stefano! Ho bisogno di un favore. Un maleducato ha minacciato mia moglie e le sta telefonando.

Raccontò tutti i dettagli.

– Ha chiamato solo una volta?

– Io ho sentito una sola chiamata, – guardò Maria. – Lei, mai.

– Non avete un telefono con segreteria? Ascolta i messaggi.

– Giusto, ti richiamo.

Attivò la segreteria per ascoltare i messaggi.

Riconobbe subito la voce: «Mariuccia, sono io. Quando ci vediamo di nuovo? Mi manchi. Richiamami». E così altri messaggi simili.

Anche Maria riconobbe il tono.

Poi tutto accadde in fretta. Vittorio tolse la cassetta e se ne andò di corsa. Tornò dopo circa tre ore, euforico. Si avvicinò subito alla moglie, la strinse forte e disse:

– È tutto a posto. Hanno trovato quel bruto. Gli ho quasi rotto la mascella. Non so cosa mi sia passato per la testa ieri. Pace?

Maria lo guardò negli occhi e disse:

– Non c’è amore senza fiducia.

– Scusa, scusa, scusa, – riuscì a dire coprendo il volto di Maria di baci.

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