Chiunque dica il contrario, la felicità senza soldi non esiste!

Chi dice che i soldi non fanno la felicità, non ha mai vissuto senza.

Quando le illusioni si scontrano con la realtà
Fin da piccolo mi avevano insegnato che i soldi non erano importanti.

“Ciò che conta è avere persone buone attorno,” dicevano i miei genitori.
“L’importante è l’amore, non la ricchezza.”

E io ci credevo.

Poi sono cresciuto.

E ho capito quanto si sbagliassero.

Mi sono sposato per amore, ma non è bastato
Ho incontrato Chiara quando ero ancora uno studente.

Ci amavamo così tanto che non potevamo respirare l’uno senza l’altra.

Quando ci siamo sposati, non avevamo una casa nostra, né risparmi, né la certezza del domani.

Ma non ci importava.

Eravamo felici.

Sono arrivati i nostri bambini. La casa si è riempita delle loro risate, dei giocattoli, della gioia.

Tutto sembrava così luminoso, così giusto.

Gli amici ci circondavano, durante le feste si riunivano gruppi chiassosi, e mi sembrava che sarebbe stato sempre così.

Ma la vita non è generosa con chi crede nelle favole.

Quando in casa mancano i soldi, la felicità scompare
Il primo colpo è arrivato all’improvviso.

Mi hanno licenziato.

Sono rimasto senza lavoro, senza stabilità, senza certezze.

Chiara ha continuato a lavorare, ma il suo stipendio non bastava a nulla.

Abbiamo iniziato a risparmiare.

Poi abbiamo evitato di avere ospiti – perché non c’era nulla da offrire.

Piano piano i sorrisi sono scomparsi dai nostri volti.

Non potevo più permettermi nemmeno le cose semplici
A mia moglie sono sempre piaciute le cose belle, la buona cosmesi, i profumi costosi.

Ma ora doveva rovistare nei negozi di seconda mano, cercare saldi, comprare il più economico.

Ha imparato a non guardare la qualità – solo il prezzo.

E io la guardavo e vedevo spegnersi la luce nei suoi occhi.

Odiava il sapone economico nel bagno, odiava il detersivo a buon mercato, odiava tutto ciò che le ricordava la nostra povertà.

La stavo perdendo – ogni giorno, un po’ di più
È diventata irritabile.

Si arrabbiava con me.

Mi guardava con rimprovero – ed io capivo che non vedeva più in me l’uomo che poteva cambiare qualcosa.

Cercavo lavoro.

Ma tutto ciò che mi offrivano era un lavoro come guardiano nei cantieri per il minimo salariale.

L’ho accettato, perché non avevo scelta.

Ma non bastava.

Chiara taceva sempre di più. Si voltava sempre di più.

E io non sapevo cosa dire.

Alzavo solo le spalle:

“Che cosa posso fare?”

“Non siamo soli,” dicevo.

“Tanti sono come noi,” cercavo di consolarla.

Ma sapevo che era debolezza.

Lei sapeva che era debolezza.

E l’amore che una volta ci sembrava incrollabile si scioglieva come neve.

I miei genitori si sbagliavano. I soldi sono tutto.
Sono arrabbiato.

Con me stesso.

Con Chiara.

Con i genitori che non mi hanno insegnato a lottare per i soldi, che non mi hanno inculcato l’ambizione di guadagnare.

Dicevano che i soldi non erano importanti.

Ma è stata proprio la loro mancanza a distruggere la mia famiglia.

Non l’amore.

Non il tradimento.

Solo la povertà.

E ora so: senza soldi la felicità non esiste.

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