“Non abbiamo divorziato un mese fa? Non ti sei scordato nulla?”
«Paolo, non ricordi che oggi è l’ultimo giorno in cui vivi nella mia casa?» lo interrogò Giulia.
«Cioè? Come, già?»
«Sì, perché ti sorprende? Avevamo pattuito che avresti trovato un’altra sistemazione entro il 26 maggio, intanto potevi restare qui.»
«Il tempo è volato…»
Il fatto era che Paolo e Giulia avevano divorziato un mese prima. Tuttavia, l’ex marito non aveva un posto dove andare. Non riusciva a trovare un alloggio adatto. O forse non ci provava nemmeno? Questa era un’altra questione.
«Smettila di raccontarmi frottole. Domani te ne vai!»
«Ma dove?»
«Non lo so. Non è più un mio problema.»
Paolo balzò dalla poltrona.
«Ma come, Giulia? Siamo una famiglia.»
«Noi? Non esiste più alcun “noi”. Abbiamo divorziato un mese fa. Hai perso la memoria?»
«Te l’ho detto, il tempo passa in fretta.»
«Ripeto: niente storie.»
Era vero: Paolo non aveva alternative. Gli amici si erano allontanati col tempo, o si erano rivelati persone poco raccomandabili. I parenti abitavano in Lombardia, e bussare a conoscenti per un letto era impensabile. L’unica speranza era convincere Giulia.
E se pure avesse dormito in stazione, c’era un altro motivo per cui non voleva lasciare l’appartamento.
«Sai, ho sperato fino all’ultimo.»
«In cosa?»
«Che saremmo tornati insieme.»
Giulia scoppiò a ridere, ferendo l’orgoglio di Paolo.
«Ho detto qualcosa di divertente?»
«Non ti sembra ridicolo?»
«A me no.»
«A me sì. Basta recitare questa farsa, siamo adulti.»
«Esatto! Per questo voglio parlarne seriamente. Giulia, abbiamo divorziato per una sciocchezza.»
L’ex moglie alzò un sopracciglio.
«Mentirmi continuamente è una sciocchezza?»
«No, non intendevo quello.»
«Ho capito benissimo!»
«No, ascolta! Abbiamo esagerato, capita. Possiamo ricominciare. Ti prego!»
Giulia era sbalordita. Si chiedeva se Paolo fosse impazzito o semplicemente disperato.
«Basta perdere tempo. Fai le valigie. Domani esci di qui.»
Ma Paolo insistette, avanzando argomenti sempre più assurdi.
«Non capisci che ti sono rimasto fedele?»
«Cosa c’entra?»
«Dal divorzio non ho avuto nessuna!»
Giulia si prese la testa. L’uomo stava davvero perdendo il senno.
«Che mi importa? Non m’interessa con chi dormi!»
«A me sì. Non riesco a stare con nessun’altra. E con te non posso… Perché…»
Giulia lo interruppe.
«Basta, non continuare.»
Uscì per una passeggiata, incapace di sopportarlo.
La verità era che Giulia aveva pianificato il divorzio da tempo, ma esitava per pietà. Dopo cinque anni insieme, la decisione era stata dolorosa. Tuttavia, le bugie di Paolo sul lavoro la logoravano: millantava promozioni a un ruolo prestigioso, ma era rimasto un impiegato qualunque con uno stipendio di 1.500 euro mensili. L’ultima goccia.
Perché mentire? Incomprensibile.
Giulia rifletté tutta la sera, evitando di rientrare. Decise di dormire dall’amica Chiara. Paolo la tempestò di chiamate, ma lei ignorò il telefono.
«Non capisco, Giulia. Sei forse Madre Teresa?»
«Cosa?»
«Parlo del tuo Paolo. È colpa tua se non vuole andarsene.»
«Lo so. Ma non potevo cacciarlo in strada…»
«Domani lo farai. O no?»
«Sì. Mantengo sempre le promesse.»
«Ti dispiace?»
«No. Non è un bambino, ma un uomo che deve cavarsela da solo.»
Il giorno dopo, Giulia tornò a casa, ma le valigie di Paolo non erano sulla soglia.
«Sei ancora qui?»
«Giulia! Dov’eri?» esclamò lui.
«Non è affar tuo.»
«Hai passato la notte con un altro?»
«Ripeto: non è affar tuo! Vattene!»
Paolo le si avvicinò, supplicando.
«Ero preoccupato per te!»
«Basta! Esci.»
Le parole di Giulia sembravano inutili.
«Ti giuro, sono fedele!»
Ella capì l’inutilità del dialogo.
«Hai cinque minuti. Altrimenti chiamo i carabinieri.»
Paolo non credette, ma Giulia mantenne la promessa. L’uomo fu accompagnato fuori: non era proprietario né registrato nell’appartamento, ereditato da lei.
Per fortuna la casa era solo sua. Altrimenti, Paolo non se ne sarebbe mai andato, aggrappato alla sua comoda scusa: l’ex marito devoto.