Ciao, Amica!

“Ciao, Chiara!”

**”Ciao, Chiara!”**
31 maggio 2024
268,7 mila letture
12 min

“Chiara, ciao! Che fai?” la voce di Alessia risuonò allegra al telefono.

“Sono appena tornata dal lavoro. Hai qualcosa di urgente? Scusa, sono stanca morta, la giornata è stata un delirio,” rispose Chiara.

“Ti chiamo per ricordarti che domani è il mio compleanno. Ci vediamo alle sette al ristorante ‘La Pergola’. Niente scuse, eh? A domani.” Alessia, come al solito, riattaccò prima che Chiara potesse dire una parola.

“Chi era?” La mamma era già sulla soglia della camera, orecchie tese.

“Lo hai sentito tutto, no?” disse Chiara. La mamma fece quel broncio che conosceva bene. “Alessia mi ha invitato al suo compleanno,” aggiunse per ammorbidirla.

“Peccato non aver comprato quel vestito celeste, sarebbe stato perfetto ora,” commentò la mamma con quel tono di rimprovero.

“Mamma, mi sono completamente scordata, non ho nemmeno comprato un regalo. E poi, non ho voglia di andare. La saluterò un’altra volta.”

“Un’altra volta?! Alessia è la tua unica amica, e tu vuoi offenderla? Così finirai per restare sola. Domani compro io il regalo, non preoccuparti. Vai, svagati un po’. Sei sempre con la testa nel lavoro. Tra poco compi trent’anni e niente famiglia, niente figli. Neanche una storia seria hai avuto.”

“Che c’entra? Non ho trent’anni, ne ho ventisette!”

“Ventisette o trenta, è lo stesso. Alessia ha un sacco di pretendenti. Magari ti presenta qualcuno,” borbottò la mamma.

“Mi sembra che tu non vedi l’ora di sbarazzarti di me, eh?” Chiara non riusciva a nascondere l’irritazione.

“E che male c’è? Le figlie delle tue ex-compagne di scuola stanno per finire il liceo…”

“Alessia, tra l’altro, nonostante i pretendenti, non è mica sposata,” fece notare Chiara con malizia.

“Lei si sposerà, stai tranquilla. Tu invece…”

“Eccoci. Chiara alzò gli occhi al cielo. Era l’eterna discussione.

“Dimmi pure che stai per morire e io non sono sistemata,” sbottò Chiara.

“Io non ho intenzione di morire, ma il tempo passa, vorrei vedere i nipoti,” insisté la mamma, ormai arrabbiata.

“Oddio, mamma, hai solo cinquantatré anni!”

“Appunto. Tra poco vado in pensione e niente nipoti. Quindi domani vai a quel compleanno. Oh, le polpette stanno bruciando!” La mamma corse in cucina.

Il giorno dopo, Chiara entrò nel ristorante con un sacchetto regalo in mano. Indossava il vestito celeste che la mamma aveva insistito per farle comprare. I capelli erano mossi e sciolti, anche questo per ordine materno. Si sentiva a disagio, come Alice catapultata nel paese delle meraviglie adulto. Era in ritardo per colpa dell’ennesimo battibecco con la mamma.

Il locale era pieno, ogni tavolo occupato. Tra di loro scivolavano silenziosi i camerieri in grembiuli neri. Il brusio delle conversazioni le investì come un’onda.

“Ha prenotato o la aspettano?” Un maître in giacca e cravatta le sorrise con professionalità.

“Sì, è il compleanno di un’amica…” disse Chiara, in tono quasi colpevole. Non era abituata ai ristoranti e si sentiva fuori posto.

“Mi segua.” L’uomo la accompagnò al tavolo, dove Alessia stava già ridendo con due ragazzi. Uno era Giacomo Forte, figlio di un banchiere, lo conosceva, Alessia glielo aveva presentato tempo prima. L’altro sembrava più semplice, un po’ spaesato. Chiaro. Alessia aveva invitato lui per Chiara. Ancora lei e le sue fissazioni.

L’uomo le scostò la sedia.

“Grazie.” Alessia gli rivolse il suo sorriso più smagliante. “Finalmente, amica. Abbiamo già ordinato, scusa, ma ho scelto io. Stai benissimo però.”

Chiara avrebbe voluto scomparire. Si scusò per il ritardo, fece gli auguri ad Alessia e le passò il regalo. Alessia ringraziò e posò il sacchetto a terra senza nemmeno guardarlo.

Intorno, luci e vestiti sgargianti le davano quasi le vertigini. Giacomo stappò una bottiglia di spumante.

“Per me solo un goccio,” disse Chiara, “ho il turno di notte stasera.”

“La nostra Chiara è un’infermiera,” spiegò Alessia con finto orgoglio.

Giacomo brindò, tutti bevvero. Chiara appoggiò le labbra alla schiuma pungente e ripose il bicchiere. Un cameriere arrivò con le portate.

“Conosci Riccardo. È un marinaio, ci credi?” sussurrò Alessia, afferrando posate.

“Nella mercantile?” chiese Giacomo.

“Su un peschereccio,” rispose lui, un po’ a denti stretti.

“Beh, si guadagna bene?”

“Non mi lamento.”

“Deve essere dura, sei mesi in mare. Niente donne, niente divertimento. Non so come non impazzite.” Giacomo riempì di nuovo i bicchieri.

“Dopo il turno sei così stanco che non pensi neanche alle donne. All’inizio è difficile, poi ci fai l’abitudine.”

Riccardo mangiava con appetito e rispondeva a monosillabi. Non l’aveva guardata neanche una volta, ma ogni tanto dava un’occhiata ad Alessia. Niente di strano. Era bella, tutti i ragazzi la fissavano. Chiara si sentiva trasparente.

Un quintetto iniziò a suonare e Alessia trascinò Giacomo a ballare. Poco dopo si unirono altre coppie. Quando tornarono al tavolo, Chiara annunciò: “Devo andare, devo cambiarmi prima del turno.”

“Riccardo, accompagna Chiara,” ordinò Alessia, come una regina che concede favori.

“No, dai, non serve!” protestò Chiara, alzandosi in fretta.

“Ma sì che serve,” insisté Alessia, lanciando un’occhiata eloquente a Riccardo.

Chiara salutò e si diresse verso l’uscita.

“Non è necessario, abito qui vicino,” disse una volta fuori.

“Ti accompagno lo stesso,” rispose lui, testardo.

“Fai come vuoi,” borbottò Chiara.

Arrivarono a casa in silenzio.

“Siamo arrivati. A domani.” Chiara si fermò.

“Tra due giorni parto per Napoli. Devo fare la visita medica, poi si riprende il mare.” Riccardo fissò la palazzina. “Quali sono le tue finestre?”

“Buon viaggio,” rispose lei, entrando senza aggiungere altro. Quando si voltò, lui era già sparito.

“Chi era quello?” chiese la mamma non appena Chiara varcò la porta.

“L’hai visto.” Chiara si tolse con sollievo i tacchi.

“Ho dato un’occhiata per caso,” si giustificò la mamma.

“Certo, per caso,” commentò Chiara, passandole accanto.

“Ma chi era?” insisté la mamma, porgendole un tupperware con i panini mentre Chiara, ormai in jeans e felpa, si preparava per il turno.

“Uno dei corteggiatori di Alessia.” Prese il contenitore, baciò la mamma e uscì.

Più tardi, Alessia le confessò di aver conosciuto Riccardo il giorno prima e di averlo invitato apposta per lei. “Apprezzami, ci tengCol tempo e la pazienza, la foglia di gelso diventa seta, e così Riccardo e Chiara, dopo tante tempeste, costruirono insieme una vita piena d’amore e risate, dimostrando che a volte il destino ha davvero un cuore.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

19 − fifteen =

Ciao, Amica!