Ciao. Sono la moglie di lui. Posso entrare?

—Pronto, sono la moglie di Giorgio. Posso entrare?

Da una settimana l’università di medicina brulicava di eccitazione per l’imminente partita di pallavolo: i medici contro gli ingegneri del politecnico. Quella mattina, la sua amica Silvia aveva insistito perché Valentina andasse a vedere la partita.

—Non mi piace la pallavolo, né lo sport in generale. Non ci capisco niente— si era schermita Valentina.

—Che c’è da capire? Bisogna solo tifare per i nostri, dai! Su, fallo per me— aveva supplicato Silvia con quella vocina che non ammetteva repliche.

—Non è la vittoria che ti interessa, ma Federico— aveva sospirato Valentina, cedendo alla fine.

La palestra era strapiena, le panchine occupate da una folla rumorosa. Contro ogni aspettativa, Valentina si era lasciata trascinare dall’entusiasmo, gridando e agitando un fazzoletto rosso come il suo batticuore, mentre quelli del politecnico brandivano bandierine blu. Alla fine, i medici avevano vinto, e le due amiche avevano festeggiato come se la vittoria fosse merito loro.

—Torniamo a casa?— aveva chiesto Valentina uscendo dall’università. Era ormai notte fonda, i lampioni accesi illuminavano la strada.

—Aspettiamo Federico, dai! Voglio congratularmi. Si sta cambiando, esce tra poco— aveva implorato Silvia, con la voce roca dall’aver urlato troppo.

L’attesa non fu lunga. Poco dopo, Federico uscì insieme a un ragazzo. Notate le due amiche, si avvicinò e presentò loro il suo avversario di partita: Giorgio. Si conobbero così, chiacchierando della partita mentre tornavano a casa. Poi si divisero: Federico accompagnò Silvia, Giorgio si offrì di accompagnare Valentina. Da quel giorno, iniziarono a uscarsi insieme.

Un anno dopo, quando Valentina si laureò, sposò Giorgio, che aveva già finito gli studi da un anno e lavorava come ingegnere. Le loro famiglie contribuirono all’anticipo, e i due giovani acquistarono con un mutuo un bilocale, pensando già al futuro e ai figli.

Tre anni dopo il matrimonio, Valentina diede alla luce Matteo, e sei anni più tardi, la piccola Sofia.

Tra una gravidanza e l’altra, Valentina lavorava come dentista, curando parenti, amici e conoscenti di ogni grado. Giorgio faceva l’ingegnere in un’azienda importante. Ormai giocava a pallavolo solo d’estate in spiaggia, ma era sempre in forma, atletico e attraente. Ogni volta che lo ammirava, Valentina ripensava al loro primo incontro. Quasi non riusciva a credere che avrebbero potuto non incontrarsi mai, se avesse fatto come voleva e non fosse andata a quella partita.

Certo, tra loro non c’era più la passione dei primi anni, ma vivevano sereni. InEppure, chissà perché, quella sera in cui Giorgio tornò a casa con un mazzo di fiori e un sorriso colpevole, Valentina capì che la loro storia, tra alti e bassi, sarebbe sempre andata avanti.

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