Ciao. Sono la moglie di un uomo. Posso entrare?

—Buongiorno. Sono la moglie di Luca. Posso entrare?

Da una settimana l’università di medicina brulicava di eccitazione per l’imminente partita di pallavolo contro il politecnico. L’amica di Tiziana l’aveva convinta a partecipare.

—Non mi piace lo sport, non lo capisco nemmeno— si lamentava Tiziana.

—Che c’è da capire? Basta tifare per i nostri! Suvvia, fallo per me— implorava Federica.

—Non è la vittoria che ti interessa, ma Marco— sospirò Tiziana, infine cedendo.

La palestra era affollata, le panchine gremite. Il gioco catturò anche Tiziana, che presto urlò e sventolò bandierine rosse, mentre i tifosi avversari avevano quelle blu. Alla fine, vinse la squadra di medicina. Le amiche festeggiarono come se la vittoria fosse merito loro.

—Torniamo a casa?— chiese Tiziana uscendo. Era ormai notte, i lampioni accesi.

—Aspettiamo Marco, facciamogli i complimenti— chiese Federica, la voce roca dall’entusiasmo.

Non dovettero attendere a lungo. Marco uscì con un altro ragazzo, li notò e li presentò al suo avversario: Luca. Si conoscevano da anni. Camminarono insieme, discutendo della partita, poi si separarono: Marco accompagnò Federica, Luca Tiziana. Da quel giorno, iniziarono a frequentarsi.

Un anno dopo, Tiziana si laureò e sposò Luca, già lavoratore. Con l’aiuto dei genitori, comprarono un bilocale in mutuo, pensando al futuro. Tre anni dopo nacque Matteo, e sei anni dopo Sofia.

Tra una maternità e l’altra, Tiziana lavorava in uno studio dentistico, curando parenti e conoscenti. Luca era ingegnere in un’azienda importante. Ormai giocava a pallavolo solo d’estate al mare, ma era ancora in forma. Ogni volta che lo ammirava, Tiziana ripensava al loro primo incontro. Era incredibile pensare che avrebbe potuto non conoscerlo mai.

La passione dei primi anni si era attenuata, ma vivevano sereni: feste con amici, grigliate in campagna, vacanze al mare. Una coppia perfetta, quasi unica tra chi aveva resistito.

Federica li invidiava, convinta che il loro amore fosse merito suo. Se non avesse insistito, non si sarebbero incontrati. Lei e Marco, invece, non funzionarono. Si sposò, divorziò due anni dopo e ancora cercava la felicità.

Una sera, mentre Tiziana aiutava Matteo coi compiti e Sofia disegnava, squillò il telefono.

—Mamma, ti chiamano— disse Matteo.

Era Federica. Tiziana rispose, chiedendo di richiamare più tardi.

—Più tardi sarà tardi— replicò Federica. —Luca non è a casa, vero?

—No, è ancora in ufficio. Perché?

—Non è al lavoro. L’ho visto in un ristorante con una ragazza. Stavo uscendo per avvisarti. Sembravano intimi. Non è un caso, Tiziana. So quello che dico.

—Capisco— rispose Tiziana, gelida.

Sapeva che Luca piaceva alle donne, ma non aveva mai dubitato di lui. Federica era sobria, però. Non mentirebbe mai.

—Non pensare che lo faccia per invidia— continuò Federica. —Vi voglio bene. Ma devi sapere. Posso scoprire chi è, se vuoi.

Tiziana esitò. —Scoprilo— disse, poi chiuse.

Tremava. Luca con un’altra? Era impossibile. O forse no.

—Mamma!— chiamò Matteo.

—Arrivo.

Andò in cucina, le mani ghiacciate. Il cuore le doleva. Forse Federica si era sbagliata… ma era una donna attenta.

Quando Luca tornò, Tiziana lo accolse con un sorriso. —Vuoi che ti riscaldi la cena?

—No, ho già mangiato. Vado a dormire.

Tiziana rimase sveglia tutta la notte. Al mattino, con gli occhi arrossati, preparò la colazione.

—Porti Sofia all’asilo? Non mi sento bene— chiese.

—Certo. Riposati.

Tutto sembrava normale. Ma non lo era.

Due giorni dopo, Federica le portò l’indirizzo dell’amante. —Allora è vero— sussurrò Tiziana.

—Cosa farai?

—Non lo so ancora.

—Io le darei una lezione!— esclamò Federica.

—No, non è così che si risolve.

La sera stessa, Tiziana andò dall’altra donna. Un appartamento in affitto, simile a quello dove avevano vissuto da giovani.

—Buonasera. Sono la moglie di Luca. Posso entrare?— entrò senza aspettare risposta.

La ragazza, bionda e con occhi chiari, la fissò impaurita. Tiziana si sedette in cucina.

—Facciamo un tè?— chiese, controllandola. Poi parlò: —Mi chiamo Tiziana. Tu sei Giulia. Sai che Luca ha una famiglia? Io e i nostri figli lo amiamo. Pensi davvero che lui possa dividerci tra due vite?

Giulia abbassò lo sguardo. Tiziana si alzò e uscì prima che potesse replicare.

Camminò per ore, in lacrime. A casa, trovò Luca che cenava con i bambini. —Come sta la mamma?— le chiese.

—Meglio— mentì.

Si sdraiò, ascoltando le voci dei suoi figli e di Luca. Perché nulla sarebbe più stato così?

Ma passarono i giorni, e Luca non andò via. Continuò a vivere con loro, come prima.

Quell’estate, andarono al mare. Luca giocò a pallavolo sulla spiaggia, e Tiziana lo guardò. A volte la assaliva il terrore che potesse innamorarsi di un’altra. Ma forse, stavolta, aveva scelto davvero di restare.

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