Ciao. Sono la moglie. Posso entrare?

—Buongiorno. Sono la moglie di Giorgio. Posso entrare?

Da una settimana l’università di medicina era in fermento per il torneo di pallavolo in programma. La squadra dei medici avrebbe affrontato quella del politecnico. Al mattino, l’amica di Tiziana l’aveva supplicata di andare a vedere la partita.

—Non mi piace la pallavolo, né lo sport in generale. Non ci capisco niente,— si era schermita Tiziana.

—Che c’è da capire? Basta tifare per i nostri. Dai, fallo per me,– aveva implorato Francesca.

—Non è la vittoria che ti interessa, ma Simone,– sospirò Tiziana, cedendo.

La palestra era gremita, tutte le panchine lungo un lato occupate. Anche Tiziana si lasciò travolgere dall’entusiasmo. Presto urlava insieme agli altri, sventolando una bandierina rossa come il sangue, mentre i tifosi del politecnico agitavano quelle azzurre. Alla fine, vinsero i medici. Le amiche esultarono come se la vittoria fosse merito loro.

—Torniamo a casa?— chiese Tiziana uscendo dall’ateneo. Era già notte, i lampioni accesi.

—Aspettiamo Simone, salutiamolo. Si cambierà e uscirà,— supplicò Francesca con la voce roca dagli urli.

L’attesa non fu lunga. Poco dopo, Simone apparve con un ragazzo. Si avvicinò e presentò alle due amiche il suo avversario di partita, Giorgio. Si conoscevano dalle scuole medie. Camminarono insieme, commentando la partita, poi si divisero: Simone accompagnò Francesca, Giorgio Tiziana. Da quel giorno, cominciarono a frequentarsi.

Un anno dopo, quando Tiziana si laureò, si sposarono. Giorgio aveva già finito gli studi e lavorava. I genitori di entrambi contribuirono all’anticipo, e i giovani comprarono un bilocale con un mutuo, pensando ai figli che sarebbero arrivati.

Tre anni dopo il matrimonio, Tiziana diede alla luce un maschietto, sei anni più tardi una femminuccia.

Tra una gravidanza e l’altra, Tiziana lavorava in una clinica odontoiatrica, curando parenti, amici e conoscenti. Giorgio era ingegnere in un’azienda importante. Ormai giocava a pallavolo solo d’estate, in spiaggia. Ma era ancora in forma, snello e bello come sempre. Ogni volta che lo ammirava, Tiziana ricordava il loro primo incontro. Ora le sembrava impossibile aver rischiato di non conoscerlo, solo perché quel giorno non voleva andare alla partita.

Certo, tra loro non c’era più la passione dei primi anni, ma vivevano in armonia. Festeggiavano con gli amici, organizzavano grigliate nei weekend, andavano al mare in vacanza. Una volta, addirittura, in Turchia. Una volta soli, un’altra con il piccolo Andrea. Caterina allora era ancora un progetto. Tra gli amici, erano considerati la coppia perfetta. Quasi gli unici a essere ancora insieme.

Francesca era amichevolmente invidiosa. Era convinta che il loro matrimonio fosse merito suo. Se non avesse insistito per andare alla partita, Tiziana e Giorgio non si sarebbero mai incontrati. Invece lei e Simone non erano andati oltre. Si era sposata, divorziata due anni dopo e ancora cercava la felicità.

Una sera, Tiziana aiutava Andrea, in quinta elementare, coi compiti. Caterina disegnava accanto a loro, la lingua tra i denti per la concentrazione.

—Mamma, credo squilli il telefono,— disse Andrea, alzando gli occhi dal quaderno.

Tiziana ascoltò. Era il suo cellulare a vibrare, il suono sempre spento in casa. Le chiamavano spesso: qualcuno aveva mal di denti e chiedeva consigli, altri imploravano visite per amici influenti. Sebbene silenziasse tutto, rispondeva sempre. Era una dottoressa, non poteva rifiutarsi.

Quella volta era Francesca. Tiziana rispose e subito disse di essere occupata coi compiti, chiedendo di richiamare dopo.

—Dopo sarà tardi,— disse Francesca. —Giorgio non è a casa, vero?

—È ancora in ufficio. Aveva detto che sarebbe tornato tardi. Che ti serve?

—Non è in ufficio. L’ho visto al ristorante con una ragazza bellissima. Sono qui con un mio amico. Sono uscita per avvisarti. Sono saliti in macchina, immagino verso casa sua. Mi dispi—È tutto vero,— sussurrò Tiziana, guardando il volto di Giorgio accanto a lei mentre dormiva, e per la prima volta in mesi sentì che il loro amore poteva ancora salvarsi.

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